Tutte le domande del quiz : Brani lunghitratto da:Esercito Italiano Quiz - Concorso per l'ammissione al 198° corso dell'Accademia Militare dell'Esercito - Anno accademico 2016/2017  Esercitati su questo Quiz  |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Dominata, in vetta al colle, dall'antica cattedrale normanna, dedicata a san Gerlando, dal Vescovado e dal Seminario, Girgenti era la città dei preti e delle campane a morto. Dalla mattina alla sera, le trenta chiese si rimandavano con lunghi e lenti rintocchi il pianto e l'invito alla preghiera, diffondendo per tutto un'angosciosa oppressione. Non passava giorno che non si vedessero per via in processione funebre le orfanelle grigie del Boccone del povero: squallide, curve, tutte occhi nei visini appassiti, col velo in capo, la medaglina sul petto, e un cero in mano. Tutti, per poca mancia, potevano averne l'accompagnamento; e nulla era più triste che la vista di quella fanciullezza oppressa dallo spettro della morte, seguito così ogni giorno, a passo a passo, con un cero in mano, dalla fiamma vana nella luce del sole".Questo è il ritratto che Pirandello disegna, nel romanzo "I vecchi e i giovani", di Girgenti (oggi Agrigento) l'amata e odiata sua città natale. Akràgas per i Greci coloni di Gela, Agrigentum per i Romani, Kerkent per gli Arabi e infine Girgenti. Luigi Pirandello vi nacque il 28 giugno 1867 (l'anno del colera) e vi trascorse gli anni dell'infanzia e l'inizio dell'adolescenza. Gli anni della prima infanzia di Luigi sono avvolti nel buio. Sensibile, precoce, psicologicamente fragile, il bambino ha un estremo bisogno di affetti familiari. Ne riceverà dalla madre, dai fratelli e dalle sorelle, non dal padre. Insicuro, attenderà dagli altri, con ingenua fiducia, ripetutamente delusa, quella sicurezza che sa di non possedere.Intorno ai tredici anni Luigi dovette lasciare Girgenti per Palermo, a causa di un rovescio finanziario del padre, travolto dal fallimento di due produttori di zolfo ai quali aveva anticipato quasi tutto il suo capitale. Luigi soffrì del distacco: Girgenti era pur sempre il paese dell'infanzia e gli rimase nel cuore.Ed è Girgenti il teatro dei due avvenimenti più importanti (e drammatici) della vita di Pirandello. Dopo Palermo, Luigi venne a Roma, per frequentarvi l'università, ma uno screzio con il rettore lo convinse a trasferirsi a Bonn in Germania, dove si laureò con una tesi in filologia romanza, "Suoni e sviluppi di suoni nella parlata di Girgenti".Poco dopo il ritorno in Italia ricevette dal padre la proposta di sposare la figlia di un socio in affari. Antonietta Portulano era bella, giovane, onestissima e portava una cospicua dote. Luigi non sollevò obiezioni; andò a vederla, gli piacque e dette il suo consenso. Il matrimonio ebbe luogo nel gennaio 1894, in chiesa e in municipio. Poi gli sposi partirono per Roma, dove andarono ad abitare nella casa che Luigi aveva preparato, all'angolo tra via Sistina e via del Tritone. Nel 1895 nacque Stefano, e, a distanza di due anni l'uno dall'altro, Lietta e Fausto.Intanto, Luigi era stato nominato docente di linguistica al Magistero Femminile di Roma e viveva con la tranquiliità economica derivante dagli interessi della dote di Antonietta, affidata al padre perché la investisse nel commercio dello zolfo. Ma un brutto giorno accadde l'irreparabile. Una nuova miniera di zolfo, acquistata dal padre, e nella quale aveva messo tutto il denaro della dote oltre al suo capitale personale, fu allagata e il capitale perso. La notizia del disastro provocò ad Antonietta una paralisi. Una rivista letteraria, "La Nuova Antologia" offriva mille lire per un romanzo inedito e Luigi si mise a scrivere perché aveva bisogno di quel denaro: il romanzo era "Il fu Mattia Pascal "ed ebbe un successo straordinario. Antonietta, intanto, non migliorava: la paralisi era in parte scomparsa, ma al suo posto erano subentrati i sintomi della follia. Una follia che raggiunse le forme di una gelosia paranoica, nei confronti prima delle allieve del Magistero, poi della figlia Lietta, la quale, accusata di avere un rapporto incestuoso con il padre, tentò il suicidio. Fu allora che Antonietta venne internata in una clinica, dove rimase fino alla morte, avvenuta molti anni dopo quella del marito. In seguito, negli anni dell'attività teatrale, Pirandello ebbe modo di conoscere Marta Abba, l'attrice del suo ultimo grande amore, non ricambiato. In una lettera del 30 marzo 1930, l'autore scriveva alla Abba che si apprestava a recitare in Sicilia: "Se ti avvenisse di toccare per qualche giorno Girgenti ... salutami il bosco del Caos e la vecchia bicocca dove sono nato. Forse non li vedrò più". Moriva sei anni dopo, il 19 dicembre 1936. (Archivio Selexi) Dal brano è possibile dedurre che Pirandello nutriva nei confronti della sua città natale un: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Dominata, in vetta al colle, dall'antica cattedrale normanna, dedicata a san Gerlando, dal Vescovado e dal Seminario, Girgenti era la città dei preti e delle campane a morto. Dalla mattina alla sera, le trenta chiese si rimandavano con lunghi e lenti rintocchi il pianto e l'invito alla preghiera, diffondendo per tutto un'angosciosa oppressione. Non passava giorno che non si vedessero per via in processione funebre le orfanelle grigie del Boccone del povero: squallide, curve, tutte occhi nei visini appassiti, col velo in capo, la medaglina sul petto, e un cero in mano. Tutti, per poca mancia, potevano averne l'accompagnamento; e nulla era più triste che la vista di quella fanciullezza oppressa dallo spettro della morte, seguito così ogni giorno, a passo a passo, con un cero in mano, dalla fiamma vana nella luce del sole".Questo è il ritratto che Pirandello disegna, nel romanzo "I vecchi e i giovani", di Girgenti (oggi Agrigento) l'amata e odiata sua città natale. Akràgas per i Greci coloni di Gela, Agrigentum per i Romani, Kerkent per gli Arabi e infine Girgenti. Luigi Pirandello vi nacque il 28 giugno 1867 (l'anno del colera) e vi trascorse gli anni dell'infanzia e l'inizio dell'adolescenza. Gli anni della prima infanzia di Luigi sono avvolti nel buio. Sensibile, precoce, psicologicamente fragile, il bambino ha un estremo bisogno di affetti familiari. Ne riceverà dalla madre, dai fratelli e dalle sorelle, non dal padre. Insicuro, attenderà dagli altri, con ingenua fiducia, ripetutamente delusa, quella sicurezza che sa di non possedere.Intorno ai tredici anni Luigi dovette lasciare Girgenti per Palermo, a causa di un rovescio finanziario del padre, travolto dal fallimento di due produttori di zolfo ai quali aveva anticipato quasi tutto il suo capitale. Luigi soffrì del distacco: Girgenti era pur sempre il paese dell'infanzia e gli rimase nel cuore.Ed è Girgenti il teatro dei due avvenimenti più importanti (e drammatici) della vita di Pirandello. Dopo Palermo, Luigi venne a Roma, per frequentarvi l'università, ma uno screzio con il rettore lo convinse a trasferirsi a Bonn in Germania, dove si laureò con una tesi in filologia romanza, "Suoni e sviluppi di suoni nella parlata di Girgenti".Poco dopo il ritorno in Italia ricevette dal padre la proposta di sposare la figlia di un socio in affari. Antonietta Portulano era bella, giovane, onestissima e portava una cospicua dote. Luigi non sollevò obiezioni; andò a vederla, gli piacque e dette il suo consenso. Il matrimonio ebbe luogo nel gennaio 1894, in chiesa e in municipio. Poi gli sposi partirono per Roma, dove andarono ad abitare nella casa che Luigi aveva preparato, all'angolo tra via Sistina e via del Tritone. Nel 1895 nacque Stefano, e, a distanza di due anni l'uno dall'altro, Lietta e Fausto.Intanto, Luigi era stato nominato docente di linguistica al Magistero Femminile di Roma e viveva con la tranquiliità economica derivante dagli interessi della dote di Antonietta, affidata al padre perché la investisse nel commercio dello zolfo. Ma un brutto giorno accadde l'irreparabile. Una nuova miniera di zolfo, acquistata dal padre, e nella quale aveva messo tutto il denaro della dote oltre al suo capitale personale, fu allagata e il capitale perso. La notizia del disastro provocò ad Antonietta una paralisi. Una rivista letteraria, "La Nuova Antologia" offriva mille lire per un romanzo inedito e Luigi si mise a scrivere perché aveva bisogno di quel denaro: il romanzo era "Il fu Mattia Pascal "ed ebbe un successo straordinario. Antonietta, intanto, non migliorava: la paralisi era in parte scomparsa, ma al suo posto erano subentrati i sintomi della follia. Una follia che raggiunse le forme di una gelosia paranoica, nei confronti prima delle allieve del Magistero, poi della figlia Lietta, la quale, accusata di avere un rapporto incestuoso con il padre, tentò il suicidio. Fu allora che Antonietta venne internata in una clinica, dove rimase fino alla morte, avvenuta molti anni dopo quella del marito. In seguito, negli anni dell'attività teatrale, Pirandello ebbe modo di conoscere Marta Abba, l'attrice del suo ultimo grande amore, non ricambiato. In una lettera del 30 marzo 1930, l'autore scriveva alla Abba che si apprestava a recitare in Sicilia: "Se ti avvenisse di toccare per qualche giorno Girgenti ... salutami il bosco del Caos e la vecchia bicocca dove sono nato. Forse non li vedrò più". Moriva sei anni dopo, il 19 dicembre 1936. (Archivio Selexi) Il brano è tratto dalle pagine di un quotidiano verosimilmente dedicate: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Dominata, in vetta al colle, dall'antica cattedrale normanna, dedicata a san Gerlando, dal Vescovado e dal Seminario, Girgenti era la città dei preti e delle campane a morto. Dalla mattina alla sera, le trenta chiese si rimandavano con lunghi e lenti rintocchi il pianto e l'invito alla preghiera, diffondendo per tutto un'angosciosa oppressione. Non passava giorno che non si vedessero per via in processione funebre le orfanelle grigie del Boccone del povero: squallide, curve, tutte occhi nei visini appassiti, col velo in capo, la medaglina sul petto, e un cero in mano. Tutti, per poca mancia, potevano averne l'accompagnamento; e nulla era più triste che la vista di quella fanciullezza oppressa dallo spettro della morte, seguito così ogni giorno, a passo a passo, con un cero in mano, dalla fiamma vana nella luce del sole".Questo è il ritratto che Pirandello disegna, nel romanzo "I vecchi e i giovani", di Girgenti (oggi Agrigento) l'amata e odiata sua città natale. Akràgas per i Greci coloni di Gela, Agrigentum per i Romani, Kerkent per gli Arabi e infine Girgenti. Luigi Pirandello vi nacque il 28 giugno 1867 (l'anno del colera) e vi trascorse gli anni dell'infanzia e l'inizio dell'adolescenza. Gli anni della prima infanzia di Luigi sono avvolti nel buio. Sensibile, precoce, psicologicamente fragile, il bambino ha un estremo bisogno di affetti familiari. Ne riceverà dalla madre, dai fratelli e dalle sorelle, non dal padre. Insicuro, attenderà dagli altri, con ingenua fiducia, ripetutamente delusa, quella sicurezza che sa di non possedere.Intorno ai tredici anni Luigi dovette lasciare Girgenti per Palermo, a causa di un rovescio finanziario del padre, travolto dal fallimento di due produttori di zolfo ai quali aveva anticipato quasi tutto il suo capitale. Luigi soffrì del distacco: Girgenti era pur sempre il paese dell'infanzia e gli rimase nel cuore.Ed è Girgenti il teatro dei due avvenimenti più importanti (e drammatici) della vita di Pirandello. Dopo Palermo, Luigi venne a Roma, per frequentarvi l'università, ma uno screzio con il rettore lo convinse a trasferirsi a Bonn in Germania, dove si laureò con una tesi in filologia romanza, "Suoni e sviluppi di suoni nella parlata di Girgenti".Poco dopo il ritorno in Italia ricevette dal padre la proposta di sposare la figlia di un socio in affari. Antonietta Portulano era bella, giovane, onestissima e portava una cospicua dote. Luigi non sollevò obiezioni; andò a vederla, gli piacque e dette il suo consenso. Il matrimonio ebbe luogo nel gennaio 1894, in chiesa e in municipio. Poi gli sposi partirono per Roma, dove andarono ad abitare nella casa che Luigi aveva preparato, all'angolo tra via Sistina e via del Tritone. Nel 1895 nacque Stefano, e, a distanza di due anni l'uno dall'altro, Lietta e Fausto.Intanto, Luigi era stato nominato docente di linguistica al Magistero Femminile di Roma e viveva con la tranquiliità economica derivante dagli interessi della dote di Antonietta, affidata al padre perché la investisse nel commercio dello zolfo. Ma un brutto giorno accadde l'irreparabile. Una nuova miniera di zolfo, acquistata dal padre, e nella quale aveva messo tutto il denaro della dote oltre al suo capitale personale, fu allagata e il capitale perso. La notizia del disastro provocò ad Antonietta una paralisi. Una rivista letteraria, "La Nuova Antologia" offriva mille lire per un romanzo inedito e Luigi si mise a scrivere perché aveva bisogno di quel denaro: il romanzo era "Il fu Mattia Pascal "ed ebbe un successo straordinario. Antonietta, intanto, non migliorava: la paralisi era in parte scomparsa, ma al suo posto erano subentrati i sintomi della follia. Una follia che raggiunse le forme di una gelosia paranoica, nei confronti prima delle allieve del Magistero, poi della figlia Lietta, la quale, accusata di avere un rapporto incestuoso con il padre, tentò il suicidio. Fu allora che Antonietta venne internata in una clinica, dove rimase fino alla morte, avvenuta molti anni dopo quella del marito. In seguito, negli anni dell'attività teatrale, Pirandello ebbe modo di conoscere Marta Abba, l'attrice del suo ultimo grande amore, non ricambiato. In una lettera del 30 marzo 1930, l'autore scriveva alla Abba che si apprestava a recitare in Sicilia: "Se ti avvenisse di toccare per qualche giorno Girgenti ... salutami il bosco del Caos e la vecchia bicocca dove sono nato. Forse non li vedrò più". Moriva sei anni dopo, il 19 dicembre 1936. (Archivio Selexi) Quale dei seguenti è il nome più antico dell'attuale Agrigento? |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Economia" è una parola chiave del vocabolario degli uomini della nostra epoca. Non lo era per gli uomini dell'Antichità o del Medioevo. Con essa ci si riferisce a quel vasto e complesso campo di beni, strumenti, comportamenti, rapporti fra le persone che riguardano i bisogni materiali dell'uomo e il modo di soddisfarli. Oggi sappiamo bene che i bisogni dell'uomo variano nel tempo: [1] non tutte le epoche hanno gli stessi bisogni e ogni età soddisfa i propri in modo diverso. Ma l'uomo di qualsiasi tempo ha avuto dei bisogni e ha dovuto soddisfarli, a cominciare da quelli "elementari": cibo, vestiario, abitazione. Dunque, ogni comunità umana ha dovuto (e deve) affrontare problemi economici. Per la loro importanza, anzi, costituiscono una delle dimensioni decisive della storia dei popoli. Non meraviglia perciò scoprire che fin dall'Antichità ci siano tracce di una riflessione sull'economia. Meraviglia, piuttosto, constatare qualcosa d'altro. Per molto tempo queste riflessioni sono frammentarie, "affogate" in opere che si occupano d'altro. Mancò a lungo uno sforzo per comprendere se le singole parti del processo economico (produzione, distribuzione, consumo dei beni) fossero tra loro legate e come, secondo quali regolarità o "leggi". È una domanda che ci si comincia a porre in modo esplicito intorno ai secoli XVI-XVII. [2] Ne è spia un nuovo termine: economia politica. Ha notato giustamente J.A. Schumpeter (1883-1950), economista e storico del pensiero economico: "nel Cinquecento, e persino più tardi, 'oeconomia' significa ancora governo della casa", secondo l'etimologia greca della parola. Ma già nel 1615 troviamo in Francia un libro intitolato "Traicté de l'économie politique" (Trattato d'economia politica), un titolo destinato a divenire "classico": da allora in poi moltissimi libri di economia si chiameranno appunto così. L'autore del "Traicté", Antoine Montchrétien de Watteville, era un modesto economista che non ha portato contributi all'avanzamento delle conoscenze economiche. Ma proprio per questo quel titolo è un indizio: Montchrétien probabilmente lo usò perché il termine si stava già diffondendo. L'economia stava divenendo economia "politica": ci si cominciava a chiedere oramai come si formino, crescano, si distribuiscano i mezzi atti a soddisfare i bisogni (le "ricchezze", dicevano gli economisti dell'epoca) dell'intero corpo sociale. Il '600 e il '700 sono secoli di grande fervore di ricerca economica. Vengono individuate le questioni decisive dell'analisi economica e trovati abbozzi di risposte di notevole rilievo scientifico. Perché tanto interesse per l'economia proprio in quei secoli? Una delle più convincenti risposte a tale quesito l'ha fornita Karl Marx. Secondo Marx nelle società precedenti il capitalismo (o pre-capitalistiche) i rapporti economici fra gli uomini erano "velati", nascosti sotto altre apparenze. Nel Medioevo, ad esempio, fra signore e servo della gleba c'era una differenza di "grado" di origine divina [3] (si ricordi l'ordine trinitario). Fra capitalista e operaio il rapporto è apertamente economico: l'uno possiede i mezzi per produrre i beni e ha bisogno dell'altro per azionarli; il secondo ha la forza-lavoro che serve al capitalista per mettere in moto i mezzi di produzione e ha la necessità di ricevere per il suo lavoro un salario che il capitalista può pagargli. Una volta venuti in primo piano, senza più veli, i rapporti economici nella realtà, la riflessione sull'economia si libera anch'essa da altre preoccupazioni. (Archivio Selexi) Questo brano è più verosimilmente parte di: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Economia" è una parola chiave del vocabolario degli uomini della nostra epoca. Non lo era per gli uomini dell'Antichità o del Medioevo. Con essa ci si riferisce a quel vasto e complesso campo di beni, strumenti, comportamenti, rapporti fra le persone che riguardano i bisogni materiali dell'uomo e il modo di soddisfarli. Oggi sappiamo bene che i bisogni dell'uomo variano nel tempo: [1] non tutte le epoche hanno gli stessi bisogni e ogni età soddisfa i propri in modo diverso. Ma l'uomo di qualsiasi tempo ha avuto dei bisogni e ha dovuto soddisfarli, a cominciare da quelli "elementari": cibo, vestiario, abitazione. Dunque, ogni comunità umana ha dovuto (e deve) affrontare problemi economici. Per la loro importanza, anzi, costituiscono una delle dimensioni decisive della storia dei popoli. Non meraviglia perciò scoprire che fin dall'Antichità ci siano tracce di una riflessione sull'economia. Meraviglia, piuttosto, constatare qualcosa d'altro. Per molto tempo queste riflessioni sono frammentarie, "affogate" in opere che si occupano d'altro. Mancò a lungo uno sforzo per comprendere se le singole parti del processo economico (produzione, distribuzione, consumo dei beni) fossero tra loro legate e come, secondo quali regolarità o "leggi". È una domanda che ci si comincia a porre in modo esplicito intorno ai secoli XVI-XVII. [2] Ne è spia un nuovo termine: economia politica. Ha notato giustamente J.A. Schumpeter (1883-1950), economista e storico del pensiero economico: "nel Cinquecento, e persino più tardi, 'oeconomia' significa ancora governo della casa", secondo l'etimologia greca della parola. Ma già nel 1615 troviamo in Francia un libro intitolato "Traicté de l'économie politique" (Trattato d'economia politica), un titolo destinato a divenire "classico": da allora in poi moltissimi libri di economia si chiameranno appunto così. L'autore del "Traicté", Antoine Montchrétien de Watteville, era un modesto economista che non ha portato contributi all'avanzamento delle conoscenze economiche. Ma proprio per questo quel titolo è un indizio: Montchrétien probabilmente lo usò perché il termine si stava già diffondendo. L'economia stava divenendo economia "politica": ci si cominciava a chiedere oramai come si formino, crescano, si distribuiscano i mezzi atti a soddisfare i bisogni (le "ricchezze", dicevano gli economisti dell'epoca) dell'intero corpo sociale. Il '600 e il '700 sono secoli di grande fervore di ricerca economica. Vengono individuate le questioni decisive dell'analisi economica e trovati abbozzi di risposte di notevole rilievo scientifico. Perché tanto interesse per l'economia proprio in quei secoli? Una delle più convincenti risposte a tale quesito l'ha fornita Karl Marx. Secondo Marx nelle società precedenti il capitalismo (o pre-capitalistiche) i rapporti economici fra gli uomini erano "velati", nascosti sotto altre apparenze. Nel Medioevo, ad esempio, fra signore e servo della gleba c'era una differenza di "grado" di origine divina [3] (si ricordi l'ordine trinitario). Fra capitalista e operaio il rapporto è apertamente economico: l'uno possiede i mezzi per produrre i beni e ha bisogno dell'altro per azionarli; il secondo ha la forza-lavoro che serve al capitalista per mettere in moto i mezzi di produzione e ha la necessità di ricevere per il suo lavoro un salario che il capitalista può pagargli. Una volta venuti in primo piano, senza più veli, i rapporti economici nella realtà, la riflessione sull'economia si libera anch'essa da altre preoccupazioni. (Archivio Selexi) Dalle riflessioni riportate nel brano è possibile concludere che: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Esci dai debiti senza chiedere un mutuo" è il titolo dell'ultima arrivata. L'e-mail racconta di un sistema per farsi prestare soldi a tassi stracciati, artefice del miracolo non profit che avrebbe "già aiutato oltre 20 mila persone". Si clicca sull'indirizzo, si viene condotti su un sito dove vi si chiedono le generalità e si promette di chiamarvi a casa per proporvi il metodo. Il mittente è dzegv@8848.net, i destinatari probabilmente sono nell'ordine delle centinaia di migliaia, tutte vittime dello spam.Il fenomeno cresce di anno in anno e uno studio commissionato dall'Unione europea ne ha adesso calcolato il controvalore economico: 10 miliardi di euro, pari a quasi 20 mila miliardi di lire, sarebbe il danno monetario annuo in termini di ingolfamento della rete. Per prendere in consegna e recapitare le quantità industriali di posta spazzatura, Internet subirebbe uno sforzo supplementare che la rallenterebbe, a scapito di tutti i suoi utenti. Tutto ciò per consegnare offerte roboanti ("Diventa miliardario in 2 mesi"), promesse da marinaio ("Riconquista la virilità anche se hai 80 anni") e altra paccottiglia che intasa le caselle e-mail.La crescita esponenziale dello spam negli anni recenti è un dato di fatto. La tecnologia corrente consente a una singola compagnia di marketing di spedire mezzo miliardo di e-mail personalizzate al giorno. Gli Stati membri dell'Unione europea hanno adottato approcci diversi al problema. Per la maggior parte il sistema vigente è quello dell'"opt out", per cui gli utenti devono attivarsi e barrare una casella se non vogliono ricevere - generalmente in coincidenza con l'iscrizione a nuovi servizi - posta pubblicitaria. Altri Paesi, tra cui l'Austria, la Germania, la Finlandia e anche l'Italia, hanno generalmente abbracciato il più rispettoso schema "opt in" per cui, normalmente, non si riceve niente a meno di chiederlo esplicitamente.Nel '99, su scala mondiale, il 64% dei nuovi utenti della Rete riceveva spam almeno una volta alla settimana. La percentuale passava al 91% per coloro che mantenevano il medesimo indirizzo per almeno 3 anni. Stando alle stime di uno dei più grossi service provider del mondo, ormai il 15% della corrispondenza elettronica è costituito da spam.Il problema è enorme ma la soluzione non è alle porte. Da un punto di vista tecnico c'è pochissima differenza tra l'e-mail che potete volere e quella pubblicitaria non richiesta. Ogni tentativo di filtro, basato su parole ricorrenti che possono apparire nell'intestazione (abuso di aggettivi entusiasti: "fantastico", "eccezionale"; abuso di maiuscole; abuso di punti esclamativi ecc.) è rischioso: si possono buttare nel cestino, in automatico, lettere incolpevoli e magari utili che accidentalmente contengono gli stessi termini.Allora? A parte le legislazioni che in certi Stati americani già puniscono gli "untori", c'è poco da fare.Nel tempo che c'è voluto per scrivere questo articolo è arrivata un'altra e-mail dallo sconosciuto jonpaul.jones@verizon.net. Dice: "142 MILLION E-mail Addresses - ONLY $149". E chiede: "Volete fare un po' di soldi? Immaginate di avere un prodotto da vendere a 5 dollari: anche se solo l'1% delle persone contattate vi risponderà, significa oltre 7 milioni di dollari che pioveranno nelle vostre tasche". Sette milioni di dollari incassati semplicemente spedendo un'e-mail multipla: se fosse vero, varrebbe la pena risultare degli scocciatori? (Archivio Selexi) Scopo dell'autore del brano è: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Esci dai debiti senza chiedere un mutuo" è il titolo dell'ultima arrivata. L'e-mail racconta di un sistema per farsi prestare soldi a tassi stracciati, artefice del miracolo non profit che avrebbe "già aiutato oltre 20 mila persone". Si clicca sull'indirizzo, si viene condotti su un sito dove vi si chiedono le generalità e si promette di chiamarvi a casa per proporvi il metodo. Il mittente è dzegv@8848.net, i destinatari probabilmente sono nell'ordine delle centinaia di migliaia, tutte vittime dello spam.Il fenomeno cresce di anno in anno e uno studio commissionato dall'Unione europea ne ha adesso calcolato il controvalore economico: 10 miliardi di euro, pari a quasi 20 mila miliardi di lire, sarebbe il danno monetario annuo in termini di ingolfamento della rete. Per prendere in consegna e recapitare le quantità industriali di posta spazzatura, Internet subirebbe uno sforzo supplementare che la rallenterebbe, a scapito di tutti i suoi utenti. Tutto ciò per consegnare offerte roboanti ("Diventa miliardario in 2 mesi"), promesse da marinaio ("Riconquista la virilità anche se hai 80 anni") e altra paccottiglia che intasa le caselle e-mail.La crescita esponenziale dello spam negli anni recenti è un dato di fatto. La tecnologia corrente consente a una singola compagnia di marketing di spedire mezzo miliardo di e-mail personalizzate al giorno. Gli Stati membri dell'Unione europea hanno adottato approcci diversi al problema. Per la maggior parte il sistema vigente è quello dell'"opt out", per cui gli utenti devono attivarsi e barrare una casella se non vogliono ricevere - generalmente in coincidenza con l'iscrizione a nuovi servizi - posta pubblicitaria. Altri Paesi, tra cui l'Austria, la Germania, la Finlandia e anche l'Italia, hanno generalmente abbracciato il più rispettoso schema "opt in" per cui, normalmente, non si riceve niente a meno di chiederlo esplicitamente.Nel '99, su scala mondiale, il 64% dei nuovi utenti della Rete riceveva spam almeno una volta alla settimana. La percentuale passava al 91% per coloro che mantenevano il medesimo indirizzo per almeno 3 anni. Stando alle stime di uno dei più grossi service provider del mondo, ormai il 15% della corrispondenza elettronica è costituito da spam.Il problema è enorme ma la soluzione non è alle porte. Da un punto di vista tecnico c'è pochissima differenza tra l'e-mail che potete volere e quella pubblicitaria non richiesta. Ogni tentativo di filtro, basato su parole ricorrenti che possono apparire nell'intestazione (abuso di aggettivi entusiasti: "fantastico", "eccezionale"; abuso di maiuscole; abuso di punti esclamativi ecc.) è rischioso: si possono buttare nel cestino, in automatico, lettere incolpevoli e magari utili che accidentalmente contengono gli stessi termini.Allora? A parte le legislazioni che in certi Stati americani già puniscono gli "untori", c'è poco da fare.Nel tempo che c'è voluto per scrivere questo articolo è arrivata un'altra e-mail dallo sconosciuto jonpaul.jones@verizon.net. Dice: "142 MILLION E-mail Addresses - ONLY $149". E chiede: "Volete fare un po' di soldi? Immaginate di avere un prodotto da vendere a 5 dollari: anche se solo l'1% delle persone contattate vi risponderà, significa oltre 7 milioni di dollari che pioveranno nelle vostre tasche". Sette milioni di dollari incassati semplicemente spedendo un'e-mail multipla: se fosse vero, varrebbe la pena risultare degli scocciatori? (Archivio Selexi) Stando al contenuto del brano, ad oggi la quantità di spam stimata è: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Esci dai debiti senza chiedere un mutuo" è il titolo dell'ultima arrivata. L'e-mail racconta di un sistema per farsi prestare soldi a tassi stracciati, artefice del miracolo non profit che avrebbe "già aiutato oltre 20 mila persone". Si clicca sull'indirizzo, si viene condotti su un sito dove vi si chiedono le generalità e si promette di chiamarvi a casa per proporvi il metodo. Il mittente è dzegv@8848.net, i destinatari probabilmente sono nell'ordine delle centinaia di migliaia, tutte vittime dello spam.Il fenomeno cresce di anno in anno e uno studio commissionato dall'Unione europea ne ha adesso calcolato il controvalore economico: 10 miliardi di euro, pari a quasi 20 mila miliardi di lire, sarebbe il danno monetario annuo in termini di ingolfamento della rete. Per prendere in consegna e recapitare le quantità industriali di posta spazzatura, Internet subirebbe uno sforzo supplementare che la rallenterebbe, a scapito di tutti i suoi utenti. Tutto ciò per consegnare offerte roboanti ("Diventa miliardario in 2 mesi"), promesse da marinaio ("Riconquista la virilità anche se hai 80 anni") e altra paccottiglia che intasa le caselle e-mail.La crescita esponenziale dello spam negli anni recenti è un dato di fatto. La tecnologia corrente consente a una singola compagnia di marketing di spedire mezzo miliardo di e-mail personalizzate al giorno. Gli Stati membri dell'Unione europea hanno adottato approcci diversi al problema. Per la maggior parte il sistema vigente è quello dell'"opt out", per cui gli utenti devono attivarsi e barrare una casella se non vogliono ricevere - generalmente in coincidenza con l'iscrizione a nuovi servizi - posta pubblicitaria. Altri Paesi, tra cui l'Austria, la Germania, la Finlandia e anche l'Italia, hanno generalmente abbracciato il più rispettoso schema "opt in" per cui, normalmente, non si riceve niente a meno di chiederlo esplicitamente.Nel '99, su scala mondiale, il 64% dei nuovi utenti della Rete riceveva spam almeno una volta alla settimana. La percentuale passava al 91% per coloro che mantenevano il medesimo indirizzo per almeno 3 anni. Stando alle stime di uno dei più grossi service provider del mondo, ormai il 15% della corrispondenza elettronica è costituito da spam.Il problema è enorme ma la soluzione non è alle porte. Da un punto di vista tecnico c'è pochissima differenza tra l'e-mail che potete volere e quella pubblicitaria non richiesta. Ogni tentativo di filtro, basato su parole ricorrenti che possono apparire nell'intestazione (abuso di aggettivi entusiasti: "fantastico", "eccezionale"; abuso di maiuscole; abuso di punti esclamativi ecc.) è rischioso: si possono buttare nel cestino, in automatico, lettere incolpevoli e magari utili che accidentalmente contengono gli stessi termini.Allora? A parte le legislazioni che in certi Stati americani già puniscono gli "untori", c'è poco da fare.Nel tempo che c'è voluto per scrivere questo articolo è arrivata un'altra e-mail dallo sconosciuto jonpaul.jones@verizon.net. Dice: "142 MILLION E-mail Addresses - ONLY $149". E chiede: "Volete fare un po' di soldi? Immaginate di avere un prodotto da vendere a 5 dollari: anche se solo l'1% delle persone contattate vi risponderà, significa oltre 7 milioni di dollari che pioveranno nelle vostre tasche". Sette milioni di dollari incassati semplicemente spedendo un'e-mail multipla: se fosse vero, varrebbe la pena risultare degli scocciatori? (Archivio Selexi) Dal brano è possibile dedurre che: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Esci dai debiti senza chiedere un mutuo" è il titolo dell'ultima arrivata. L'e-mail racconta di un sistema per farsi prestare soldi a tassi stracciati, artefice del miracolo non profit che avrebbe "già aiutato oltre 20 mila persone". Si clicca sull'indirizzo, si viene condotti su un sito dove vi si chiedono le generalità e si promette di chiamarvi a casa per proporvi il metodo. Il mittente è dzegv@8848.net, i destinatari probabilmente sono nell'ordine delle centinaia di migliaia, tutte vittime dello spam.Il fenomeno cresce di anno in anno e uno studio commissionato dall'Unione europea ne ha adesso calcolato il controvalore economico: 10 miliardi di euro, pari a quasi 20 mila miliardi di lire, sarebbe il danno monetario annuo in termini di ingolfamento della rete. Per prendere in consegna e recapitare le quantità industriali di posta spazzatura, Internet subirebbe uno sforzo supplementare che la rallenterebbe, a scapito di tutti i suoi utenti. Tutto ciò per consegnare offerte roboanti ("Diventa miliardario in 2 mesi"), promesse da marinaio ("Riconquista la virilità anche se hai 80 anni") e altra paccottiglia che intasa le caselle e-mail.La crescita esponenziale dello spam negli anni recenti è un dato di fatto. La tecnologia corrente consente a una singola compagnia di marketing di spedire mezzo miliardo di e-mail personalizzate al giorno. Gli Stati membri dell'Unione europea hanno adottato approcci diversi al problema. Per la maggior parte il sistema vigente è quello dell'"opt out", per cui gli utenti devono attivarsi e barrare una casella se non vogliono ricevere - generalmente in coincidenza con l'iscrizione a nuovi servizi - posta pubblicitaria. Altri Paesi, tra cui l'Austria, la Germania, la Finlandia e anche l'Italia, hanno generalmente abbracciato il più rispettoso schema "opt in" per cui, normalmente, non si riceve niente a meno di chiederlo esplicitamente.Nel '99, su scala mondiale, il 64% dei nuovi utenti della Rete riceveva spam almeno una volta alla settimana. La percentuale passava al 91% per coloro che mantenevano il medesimo indirizzo per almeno 3 anni. Stando alle stime di uno dei più grossi service provider del mondo, ormai il 15% della corrispondenza elettronica è costituito da spam.Il problema è enorme ma la soluzione non è alle porte. Da un punto di vista tecnico c'è pochissima differenza tra l'e-mail che potete volere e quella pubblicitaria non richiesta. Ogni tentativo di filtro, basato su parole ricorrenti che possono apparire nell'intestazione (abuso di aggettivi entusiasti: "fantastico", "eccezionale"; abuso di maiuscole; abuso di punti esclamativi ecc.) è rischioso: si possono buttare nel cestino, in automatico, lettere incolpevoli e magari utili che accidentalmente contengono gli stessi termini.Allora? A parte le legislazioni che in certi Stati americani già puniscono gli "untori", c'è poco da fare.Nel tempo che c'è voluto per scrivere questo articolo è arrivata un'altra e-mail dallo sconosciuto jonpaul.jones@verizon.net. Dice: "142 MILLION E-mail Addresses - ONLY $149". E chiede: "Volete fare un po' di soldi? Immaginate di avere un prodotto da vendere a 5 dollari: anche se solo l'1% delle persone contattate vi risponderà, significa oltre 7 milioni di dollari che pioveranno nelle vostre tasche". Sette milioni di dollari incassati semplicemente spedendo un'e-mail multipla: se fosse vero, varrebbe la pena risultare degli scocciatori? (Archivio Selexi) In base a quanto affermato nel brano, qual è la differenza tra i sistemi "opt out" e "opt in"? |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Tabù" è una parola polinesiana che ci è difficile tradurre, perché non possediamo più il concetto a cui tale termine si riferisce. Per gli antichi romani il concetto era ancora familiare: il latino "sacer" è concetto identico al tabù dei polinesiani. Anche lo "hágos" dei greci, il "kodausch" degli ebrei deve aver coinciso, quanto a significato, con ciò che i polinesiani definiscono mediante il termine di tabù, e che molti altri popoli d'America, d'Africa (Madagascar), dell'Asia settentrionale e centrale esprimono attraverso analoghe definizioni.Per noi il significato del tabù si distingue in due accezioni opposte. Da un lato vuol dire: santo, consacrato. Dall'altro lato: inquietante, pericoloso, impuro. L'opposto del tabù si chiama in lingua polinesiana "noa", ossia "usuale", "generalmente accessibile". Di conseguenza nel concetto di tabù [1] è implicita un'idea di riserva; infatti il tabù si esprime essenzialmente in divieti e restrizioni. Il significato del tabù potrebbe coincidere spesso con la nostra espressione "orrore sacro".Le restrizioni derivanti dal tabù sono diverse dai divieti religiosi o morali. Non vengono ricondotte al comandamento di un dio, ma, propriamente parlando, si vietano da sé stesse; ciò che le distacca dalle proibizioni morali è il mancato inserimento in un sistema che dichiari necessarie in termini assolutamente generali certe astensioni e che giustifichi anche tale necessità. Le proibizioni derivanti dal tabù sono prive di qualsiasi giustificazione; la loro origine è sconosciuta; incomprensibili ai nostri occhi, appaiono ovvie a coloro che vi sono soggetti. Wundt definisce il tabù come il più antico codice di leggi non scritte dell'umanità. È un'ipotesi generalmente accettata che il tabù sia più antico degli dei e che risalga a tempi anteriori a ogni religione.Poiché ci occorre una descrizione imparziale del tabù, se vogliamo farne oggetto di un esame psicoanalitico, citerò qui alcuni estratti dall'articolo che l'Enciclopedia britannica dedica alla voce "Taboo", redatta dall'antropologo Northcote W. Thomas. "In senso più lato si possono distinguere diversi generi di tabù: 1) naturale o diretto, che è il risultato del "mana" (forza misteriosa) inerente a una persona o cosa; 2) trasmesso o indiretto, che procede anch'esso dal "mana", ma è o a) acquisito oppure b) imposto da un sacerdote, da un capo o da qualcun altro; 3) intermedio, ove sono presenti entrambi i fattori, come nel caso di una moglie fatta propria dal marito". [...] Non vi è dubbio che all'inizio la punizione per la trasgressione di tabù è affidata a una disposizione interiore che opera in maniera automatica: [2] il tabù violato si vendica da sé. Quando successivamente sorgono rappresentazioni di dei o di spiriti, con i quali il tabù entra in relazione, ci si aspetta una punizione automatica dalla potenza della divinità. In altri casi, probabilmente in conseguenza di un'ulteriore evoluzione del concetto, è la società che si assume il compito di punire il temerario, il cui modo di procedere ha messo in pericolo i compagni. In tal modo anche i primi sistemi penali dell'umanità si riallacciano al tabù. "La violazione di un tabù rende a sua volta il trasgressore tabù". Alcuni pericoli derivanti dalla trasgressione di un tabù possono essere scongiurati mediante cerimonie di espiazione e purificazione.La fonte del tabù si ritiene è una particolare forza magica insita in persone e in spiriti, e da questi può essere trasmessa mediante oggetti inanimati. "Persone o cose considerate tabù possono essere paragonate con oggetti carichi di elettricità; sono la sede di un tremendo potere trasmissibile per contatto e si scatenano con effetti funesti se gli organismi che provocano la scarica sono troppo deboli per resisterle; la conseguenza della violazione di un tabù dipende sia dall'intensità dell'influsso magico insito nell'oggetto o persona tabù, sia dalla forza del "mana" che si oppone, nel trasgressore, a questa forza. (da: S. Freud, "Totem e Tabù") Quale dei seguenti termini NON è sinonimo di tabù? |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Tabù" è una parola polinesiana che ci è difficile tradurre, perché non possediamo più il concetto a cui tale termine si riferisce. Per gli antichi romani il concetto era ancora familiare: il latino "sacer" è concetto identico al tabù dei polinesiani. Anche lo "hágos" dei greci, il "kodausch" degli ebrei deve aver coinciso, quanto a significato, con ciò che i polinesiani definiscono mediante il termine di tabù, e che molti altri popoli d'America, d'Africa (Madagascar), dell'Asia settentrionale e centrale esprimono attraverso analoghe definizioni.Per noi il significato del tabù si distingue in due accezioni opposte. Da un lato vuol dire: santo, consacrato. Dall'altro lato: inquietante, pericoloso, impuro. L'opposto del tabù si chiama in lingua polinesiana "noa", ossia "usuale", "generalmente accessibile". Di conseguenza nel concetto di tabù [1] è implicita un'idea di riserva; infatti il tabù si esprime essenzialmente in divieti e restrizioni. Il significato del tabù potrebbe coincidere spesso con la nostra espressione "orrore sacro".Le restrizioni derivanti dal tabù sono diverse dai divieti religiosi o morali. Non vengono ricondotte al comandamento di un dio, ma, propriamente parlando, si vietano da sé stesse; ciò che le distacca dalle proibizioni morali è il mancato inserimento in un sistema che dichiari necessarie in termini assolutamente generali certe astensioni e che giustifichi anche tale necessità. Le proibizioni derivanti dal tabù sono prive di qualsiasi giustificazione; la loro origine è sconosciuta; incomprensibili ai nostri occhi, appaiono ovvie a coloro che vi sono soggetti. Wundt definisce il tabù come il più antico codice di leggi non scritte dell'umanità. È un'ipotesi generalmente accettata che il tabù sia più antico degli dei e che risalga a tempi anteriori a ogni religione.Poiché ci occorre una descrizione imparziale del tabù, se vogliamo farne oggetto di un esame psicoanalitico, citerò qui alcuni estratti dall'articolo che l'Enciclopedia britannica dedica alla voce "Taboo", redatta dall'antropologo Northcote W. Thomas. "In senso più lato si possono distinguere diversi generi di tabù: 1) naturale o diretto, che è il risultato del "mana" (forza misteriosa) inerente a una persona o cosa; 2) trasmesso o indiretto, che procede anch'esso dal "mana", ma è o a) acquisito oppure b) imposto da un sacerdote, da un capo o da qualcun altro; 3) intermedio, ove sono presenti entrambi i fattori, come nel caso di una moglie fatta propria dal marito". [...] Non vi è dubbio che all'inizio la punizione per la trasgressione di tabù è affidata a una disposizione interiore che opera in maniera automatica: [2] il tabù violato si vendica da sé. Quando successivamente sorgono rappresentazioni di dei o di spiriti, con i quali il tabù entra in relazione, ci si aspetta una punizione automatica dalla potenza della divinità. In altri casi, probabilmente in conseguenza di un'ulteriore evoluzione del concetto, è la società che si assume il compito di punire il temerario, il cui modo di procedere ha messo in pericolo i compagni. In tal modo anche i primi sistemi penali dell'umanità si riallacciano al tabù. "La violazione di un tabù rende a sua volta il trasgressore tabù". Alcuni pericoli derivanti dalla trasgressione di un tabù possono essere scongiurati mediante cerimonie di espiazione e purificazione.La fonte del tabù si ritiene è una particolare forza magica insita in persone e in spiriti, e da questi può essere trasmessa mediante oggetti inanimati. "Persone o cose considerate tabù possono essere paragonate con oggetti carichi di elettricità; sono la sede di un tremendo potere trasmissibile per contatto e si scatenano con effetti funesti se gli organismi che provocano la scarica sono troppo deboli per resisterle; la conseguenza della violazione di un tabù dipende sia dall'intensità dell'influsso magico insito nell'oggetto o persona tabù, sia dalla forza del "mana" che si oppone, nel trasgressore, a questa forza. (da: S. Freud, "Totem e Tabù") L'autore del brano sostiene che: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Tabù" è una parola polinesiana che ci è difficile tradurre, perché non possediamo più il concetto a cui tale termine si riferisce. Per gli antichi romani il concetto era ancora familiare: il latino "sacer" è concetto identico al tabù dei polinesiani. Anche lo "hágos" dei greci, il "kodausch" degli ebrei deve aver coinciso, quanto a significato, con ciò che i polinesiani definiscono mediante il termine di tabù, e che molti altri popoli d'America, d'Africa (Madagascar), dell'Asia settentrionale e centrale esprimono attraverso analoghe definizioni.Per noi il significato del tabù si distingue in due accezioni opposte. Da un lato vuol dire: santo, consacrato. Dall'altro lato: inquietante, pericoloso, impuro. L'opposto del tabù si chiama in lingua polinesiana "noa", ossia "usuale", "generalmente accessibile". Di conseguenza nel concetto di tabù [1] è implicita un'idea di riserva; infatti il tabù si esprime essenzialmente in divieti e restrizioni. Il significato del tabù potrebbe coincidere spesso con la nostra espressione "orrore sacro".Le restrizioni derivanti dal tabù sono diverse dai divieti religiosi o morali. Non vengono ricondotte al comandamento di un dio, ma, propriamente parlando, si vietano da sé stesse; ciò che le distacca dalle proibizioni morali è il mancato inserimento in un sistema che dichiari necessarie in termini assolutamente generali certe astensioni e che giustifichi anche tale necessità. Le proibizioni derivanti dal tabù sono prive di qualsiasi giustificazione; la loro origine è sconosciuta; incomprensibili ai nostri occhi, appaiono ovvie a coloro che vi sono soggetti. Wundt definisce il tabù come il più antico codice di leggi non scritte dell'umanità. È un'ipotesi generalmente accettata che il tabù sia più antico degli dei e che risalga a tempi anteriori a ogni religione.Poiché ci occorre una descrizione imparziale del tabù, se vogliamo farne oggetto di un esame psicoanalitico, citerò qui alcuni estratti dall'articolo che l'Enciclopedia britannica dedica alla voce "Taboo", redatta dall'antropologo Northcote W. Thomas. "In senso più lato si possono distinguere diversi generi di tabù: 1) naturale o diretto, che è il risultato del "mana" (forza misteriosa) inerente a una persona o cosa; 2) trasmesso o indiretto, che procede anch'esso dal "mana", ma è o a) acquisito oppure b) imposto da un sacerdote, da un capo o da qualcun altro; 3) intermedio, ove sono presenti entrambi i fattori, come nel caso di una moglie fatta propria dal marito". [...] Non vi è dubbio che all'inizio la punizione per la trasgressione di tabù è affidata a una disposizione interiore che opera in maniera automatica: [2] il tabù violato si vendica da sé. Quando successivamente sorgono rappresentazioni di dei o di spiriti, con i quali il tabù entra in relazione, ci si aspetta una punizione automatica dalla potenza della divinità. In altri casi, probabilmente in conseguenza di un'ulteriore evoluzione del concetto, è la società che si assume il compito di punire il temerario, il cui modo di procedere ha messo in pericolo i compagni. In tal modo anche i primi sistemi penali dell'umanità si riallacciano al tabù. "La violazione di un tabù rende a sua volta il trasgressore tabù". Alcuni pericoli derivanti dalla trasgressione di un tabù possono essere scongiurati mediante cerimonie di espiazione e purificazione.La fonte del tabù si ritiene è una particolare forza magica insita in persone e in spiriti, e da questi può essere trasmessa mediante oggetti inanimati. "Persone o cose considerate tabù possono essere paragonate con oggetti carichi di elettricità; sono la sede di un tremendo potere trasmissibile per contatto e si scatenano con effetti funesti se gli organismi che provocano la scarica sono troppo deboli per resisterle; la conseguenza della violazione di un tabù dipende sia dall'intensità dell'influsso magico insito nell'oggetto o persona tabù, sia dalla forza del "mana" che si oppone, nel trasgressore, a questa forza. (da: S. Freud, "Totem e Tabù") Quale dei seguenti titoli meglio sintetizza il contenuto del brano? |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. "Tabù" è una parola polinesiana che ci è difficile tradurre, perché non possediamo più il concetto a cui tale termine si riferisce. Per gli antichi romani il concetto era ancora familiare: il latino "sacer" è concetto identico al tabù dei polinesiani. Anche lo "hágos" dei greci, il "kodausch" degli ebrei deve aver coinciso, quanto a significato, con ciò che i polinesiani definiscono mediante il termine di tabù, e che molti altri popoli d'America, d'Africa (Madagascar), dell'Asia settentrionale e centrale esprimono attraverso analoghe definizioni.Per noi il significato del tabù si distingue in due accezioni opposte. Da un lato vuol dire: santo, consacrato. Dall'altro lato: inquietante, pericoloso, impuro. L'opposto del tabù si chiama in lingua polinesiana "noa", ossia "usuale", "generalmente accessibile". Di conseguenza nel concetto di tabù [1] è implicita un'idea di riserva; infatti il tabù si esprime essenzialmente in divieti e restrizioni. Il significato del tabù potrebbe coincidere spesso con la nostra espressione "orrore sacro".Le restrizioni derivanti dal tabù sono diverse dai divieti religiosi o morali. Non vengono ricondotte al comandamento di un dio, ma, propriamente parlando, si vietano da sé stesse; ciò che le distacca dalle proibizioni morali è il mancato inserimento in un sistema che dichiari necessarie in termini assolutamente generali certe astensioni e che giustifichi anche tale necessità. Le proibizioni derivanti dal tabù sono prive di qualsiasi giustificazione; la loro origine è sconosciuta; incomprensibili ai nostri occhi, appaiono ovvie a coloro che vi sono soggetti. Wundt definisce il tabù come il più antico codice di leggi non scritte dell'umanità. È un'ipotesi generalmente accettata che il tabù sia più antico degli dei e che risalga a tempi anteriori a ogni religione.Poiché ci occorre una descrizione imparziale del tabù, se vogliamo farne oggetto di un esame psicoanalitico, citerò qui alcuni estratti dall'articolo che l'Enciclopedia britannica dedica alla voce "Taboo", redatta dall'antropologo Northcote W. Thomas. "In senso più lato si possono distinguere diversi generi di tabù: 1) naturale o diretto, che è il risultato del "mana" (forza misteriosa) inerente a una persona o cosa; 2) trasmesso o indiretto, che procede anch'esso dal "mana", ma è o a) acquisito oppure b) imposto da un sacerdote, da un capo o da qualcun altro; 3) intermedio, ove sono presenti entrambi i fattori, come nel caso di una moglie fatta propria dal marito". [...] Non vi è dubbio che all'inizio la punizione per la trasgressione di tabù è affidata a una disposizione interiore che opera in maniera automatica: [2] il tabù violato si vendica da sé. Quando successivamente sorgono rappresentazioni di dei o di spiriti, con i quali il tabù entra in relazione, ci si aspetta una punizione automatica dalla potenza della divinità. In altri casi, probabilmente in conseguenza di un'ulteriore evoluzione del concetto, è la società che si assume il compito di punire il temerario, il cui modo di procedere ha messo in pericolo i compagni. In tal modo anche i primi sistemi penali dell'umanità si riallacciano al tabù. "La violazione di un tabù rende a sua volta il trasgressore tabù". Alcuni pericoli derivanti dalla trasgressione di un tabù possono essere scongiurati mediante cerimonie di espiazione e purificazione.La fonte del tabù si ritiene è una particolare forza magica insita in persone e in spiriti, e da questi può essere trasmessa mediante oggetti inanimati. "Persone o cose considerate tabù possono essere paragonate con oggetti carichi di elettricità; sono la sede di un tremendo potere trasmissibile per contatto e si scatenano con effetti funesti se gli organismi che provocano la scarica sono troppo deboli per resisterle; la conseguenza della violazione di un tabù dipende sia dall'intensità dell'influsso magico insito nell'oggetto o persona tabù, sia dalla forza del "mana" che si oppone, nel trasgressore, a questa forza. (da: S. Freud, "Totem e Tabù") Il carattere del brano è: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. A Gomance, sotto un abete folto e aggrovigliato che nasconde il terreno, ci dev'essere ancora un elmetto tedesco, perforato da una pallottola. È giusto averlo rimesso là sotto, dopo averlo trovato per caso; forse è l'unica ancorché vicaria tomba di chi lo portava sulla testa ed è verosimilmente sparito, perché la foresta, a differenza dei campi, non ha sepolture riconoscibili che mettano un po' d'ordine nel mondo. I boschi del Nevoso erano un punto nevralgico della guerra partigiana; vi agivano piccole fulminee compagnie e vi si insediavano comandi importanti, soprattutto le basi per i corrieri che tenevano i collegamenti clandestini con i reparti anche lontani. (Da: Claudio Magris, "Microcosmi", Garzanti) Nel contesto del brano, l'elmetto rappresenta: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. A Gomance, sotto un abete folto e aggrovigliato che nasconde il terreno, ci dev'essere ancora un elmetto tedesco, perforato da una pallottola. È giusto averlo rimesso là sotto, dopo averlo trovato per caso; forse è l'unica ancorché vicaria tomba di chi lo portava sulla testa ed è verosimilmente sparito, perché la foresta, a differenza dei campi, non ha sepolture riconoscibili che mettano un po' d'ordine nel mondo. I boschi del Nevoso erano un punto nevralgico della guerra partigiana; vi agivano piccole fulminee compagnie e vi si insediavano comandi importanti, soprattutto le basi per i corrieri che tenevano i collegamenti clandestini con i reparti anche lontani. (Da: Claudio Magris, "Microcosmi", Garzanti) Nel passaggio "forse è l'unica ancorché vicaria tomba di chi lo portava sulla testa", quale delle seguenti espressioni può essere sostituita nel brano a “vicaria" senza cambiare il senso della frase? |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. All'inizio del Settecento, con la morte di Carlo II di Spagna e con il pericolo di un'egemonia dei Borboni, l'equilibrio europeo si rompe e si fronteggiano due gruppi di potenze: Austria, Inghilterra, Olanda da una parte, Francia e Spagna dall'altra. La morte dell'imperatore Giuseppe I capovolge la situazione ed è perciò necessario giungere alla pace tra Inghilterra, Francia e Austria. La Francia è ormai in crisi e la vera vincitrice di questi conflitti solo apparentemente dinastici è l'Inghilterra, che si assume per qualche decennio il ruolo di suprema moderatrice del difficile e complesso gioco degli equilibri, in cui poco alla volta entrano con peso crescente due nuove potenze, la Russia e la Prussia. Nel lungo periodo di pace che l'Europa gode verso la metà del secolo raggiunge il culmine la potenza che l'Inghilterra è in grado di esercitare con il dominio dei mari e con la conseguente supremazia politica ed economica, ma soprattutto con il suo grandioso sviluppo scientifico, culturale e letterario. La pubblica opinione di quel Paese dà la misura e l'esempio di una moderna società civile che ha il suo fulcro nella borghesia e nel ceto dirigente che essa esprime in tutti i sensi e in tutti i campi. Lo stesso fenomeno di emancipazione dei ceti borghesi delle "caste" e degli "ordini chiusi" tradizionali si sviluppa successivamente anche in Francia e, più lentamente, in Germania e in Russia. La borghesia mercantile e intellettuale incontra talora l'approvazione di certa aristocrazia e ottiene l'appoggio di alcuni sovrani: l'ancien régime comincia a sgretolarsi. Il pensiero si articola sui nuovi modelli forniti dallo scientismo, dal razionalismo, dal laicismo e dall'individualismo, che saranno i fondamenti dell'Illuminismo, la più grande svolta filosofica, politica e sociale del mondo moderno. Il primo impulso verrà dalla riflessione di Locke e dalla ricerca di Newton, ma l'approfondimento e la divulgazione del nuovo modo di pensare è tutta opera francese. L'esigenza di rinnovamento nell'ambito della società europea provoca l'alleanza tra le classi più avanzate e i sovrani illuminati, mentre in Francia il "partito dei filosofi" formula più precise rivendicazioni di libertà politica. Intanto in Inghilterra la rivoluzione industriale, segnando il passaggio dal capitalismo mercantile al grande capitalismo moderno, produce il triste fenomeno del proletariato e fa crollare l'ipotesi della collaborazione tra le classi. La rivoluzione è ormai alle porte: dall'America passerà ben presto alla Francia e diventerà un problema europeo.La letteratura di questo periodo è tra le più ricche di fermenti e di suggestioni: riflette la vivacissima situazione della società contemporanea e vi si immerge con l'empito della partecipazione. Il Settecento fu un secolo prosastico con interessi filosofici, sociali, politici, economici, in una parola di solidarietà umana e di rinnovamento civile e sociale. Voci diverse si scontrano e pur nella diversità dei toni e delle impostazioni collaborano alla fondazione della società moderna. Secolo per eccellenza razionale, il Settecento conobbe infatti anche il fascino della commozione sentimentale, del languore e dell'abbandono alla voce del cuore: e questa, anticipatrice della avanzata sensibilità romantica, è anch'essa pienamente settecentesca e, a suo modo, rivoluzionaria. (Archivio Selexi) Lo scopo dell'autore del brano è di: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. All'inizio del Settecento, con la morte di Carlo II di Spagna e con il pericolo di un'egemonia dei Borboni, l'equilibrio europeo si rompe e si fronteggiano due gruppi di potenze: Austria, Inghilterra, Olanda da una parte, Francia e Spagna dall'altra. La morte dell'imperatore Giuseppe I capovolge la situazione ed è perciò necessario giungere alla pace tra Inghilterra, Francia e Austria. La Francia è ormai in crisi e la vera vincitrice di questi conflitti solo apparentemente dinastici è l'Inghilterra, che si assume per qualche decennio il ruolo di suprema moderatrice del difficile e complesso gioco degli equilibri, in cui poco alla volta entrano con peso crescente due nuove potenze, la Russia e la Prussia. Nel lungo periodo di pace che l'Europa gode verso la metà del secolo raggiunge il culmine la potenza che l'Inghilterra è in grado di esercitare con il dominio dei mari e con la conseguente supremazia politica ed economica, ma soprattutto con il suo grandioso sviluppo scientifico, culturale e letterario. La pubblica opinione di quel Paese dà la misura e l'esempio di una moderna società civile che ha il suo fulcro nella borghesia e nel ceto dirigente che essa esprime in tutti i sensi e in tutti i campi. Lo stesso fenomeno di emancipazione dei ceti borghesi delle "caste" e degli "ordini chiusi" tradizionali si sviluppa successivamente anche in Francia e, più lentamente, in Germania e in Russia. La borghesia mercantile e intellettuale incontra talora l'approvazione di certa aristocrazia e ottiene l'appoggio di alcuni sovrani: l'ancien régime comincia a sgretolarsi. Il pensiero si articola sui nuovi modelli forniti dallo scientismo, dal razionalismo, dal laicismo e dall'individualismo, che saranno i fondamenti dell'Illuminismo, la più grande svolta filosofica, politica e sociale del mondo moderno. Il primo impulso verrà dalla riflessione di Locke e dalla ricerca di Newton, ma l'approfondimento e la divulgazione del nuovo modo di pensare è tutta opera francese. L'esigenza di rinnovamento nell'ambito della società europea provoca l'alleanza tra le classi più avanzate e i sovrani illuminati, mentre in Francia il "partito dei filosofi" formula più precise rivendicazioni di libertà politica. Intanto in Inghilterra la rivoluzione industriale, segnando il passaggio dal capitalismo mercantile al grande capitalismo moderno, produce il triste fenomeno del proletariato e fa crollare l'ipotesi della collaborazione tra le classi. La rivoluzione è ormai alle porte: dall'America passerà ben presto alla Francia e diventerà un problema europeo.La letteratura di questo periodo è tra le più ricche di fermenti e di suggestioni: riflette la vivacissima situazione della società contemporanea e vi si immerge con l'empito della partecipazione. Il Settecento fu un secolo prosastico con interessi filosofici, sociali, politici, economici, in una parola di solidarietà umana e di rinnovamento civile e sociale. Voci diverse si scontrano e pur nella diversità dei toni e delle impostazioni collaborano alla fondazione della società moderna. Secolo per eccellenza razionale, il Settecento conobbe infatti anche il fascino della commozione sentimentale, del languore e dell'abbandono alla voce del cuore: e questa, anticipatrice della avanzata sensibilità romantica, è anch'essa pienamente settecentesca e, a suo modo, rivoluzionaria. (Archivio Selexi) Secondo quanto riportato nel brano, verso la metà del Settecento l'Inghilterra raggiunge il culmine della sua potenza soprattutto tramite: |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. All'inizio del Settecento, con la morte di Carlo II di Spagna e con il pericolo di un'egemonia dei Borboni, l'equilibrio europeo si rompe e si fronteggiano due gruppi di potenze: Austria, Inghilterra, Olanda da una parte, Francia e Spagna dall'altra. La morte dell'imperatore Giuseppe I capovolge la situazione ed è perciò necessario giungere alla pace tra Inghilterra, Francia e Austria. La Francia è ormai in crisi e la vera vincitrice di questi conflitti solo apparentemente dinastici è l'Inghilterra, che si assume per qualche decennio il ruolo di suprema moderatrice del difficile e complesso gioco degli equilibri, in cui poco alla volta entrano con peso crescente due nuove potenze, la Russia e la Prussia. Nel lungo periodo di pace che l'Europa gode verso la metà del secolo raggiunge il culmine la potenza che l'Inghilterra è in grado di esercitare con il dominio dei mari e con la conseguente supremazia politica ed economica, ma soprattutto con il suo grandioso sviluppo scientifico, culturale e letterario. La pubblica opinione di quel Paese dà la misura e l'esempio di una moderna società civile che ha il suo fulcro nella borghesia e nel ceto dirigente che essa esprime in tutti i sensi e in tutti i campi. Lo stesso fenomeno di emancipazione dei ceti borghesi delle "caste" e degli "ordini chiusi" tradizionali si sviluppa successivamente anche in Francia e, più lentamente, in Germania e in Russia. La borghesia mercantile e intellettuale incontra talora l'approvazione di certa aristocrazia e ottiene l'appoggio di alcuni sovrani: l'ancien régime comincia a sgretolarsi. Il pensiero si articola sui nuovi modelli forniti dallo scientismo, dal razionalismo, dal laicismo e dall'individualismo, che saranno i fondamenti dell'Illuminismo, la più grande svolta filosofica, politica e sociale del mondo moderno. Il primo impulso verrà dalla riflessione di Locke e dalla ricerca di Newton, ma l'approfondimento e la divulgazione del nuovo modo di pensare è tutta opera francese. L'esigenza di rinnovamento nell'ambito della società europea provoca l'alleanza tra le classi più avanzate e i sovrani illuminati, mentre in Francia il "partito dei filosofi" formula più precise rivendicazioni di libertà politica. Intanto in Inghilterra la rivoluzione industriale, segnando il passaggio dal capitalismo mercantile al grande capitalismo moderno, produce il triste fenomeno del proletariato e fa crollare l'ipotesi della collaborazione tra le classi. La rivoluzione è ormai alle porte: dall'America passerà ben presto alla Francia e diventerà un problema europeo.La letteratura di questo periodo è tra le più ricche di fermenti e di suggestioni: riflette la vivacissima situazione della società contemporanea e vi si immerge con l'empito della partecipazione. Il Settecento fu un secolo prosastico con interessi filosofici, sociali, politici, economici, in una parola di solidarietà umana e di rinnovamento civile e sociale. Voci diverse si scontrano e pur nella diversità dei toni e delle impostazioni collaborano alla fondazione della società moderna. Secolo per eccellenza razionale, il Settecento conobbe infatti anche il fascino della commozione sentimentale, del languore e dell'abbandono alla voce del cuore: e questa, anticipatrice della avanzata sensibilità romantica, è anch'essa pienamente settecentesca e, a suo modo, rivoluzionaria. (Archivio Selexi) Quale delle seguenti rappresenta verosimilmente l'opinione dell'autore del brano? |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. Alla base del film c'è l'idea, che può essere originale oppure ispirarsi ad altre forme artistiche e letterarie; in quest'ultimo caso, l'idea andrà opportunamente rielaborata per poterla realizzare cinematograficamente, attraverso immagini in movimento. In ogni caso, al centro della storia che verrà sviluppata, ci deve essere un conflitto esteriore (tra personaggi, fra ambiente e personaggio ecc.) oppure interiore (sul piano morale, esistenziale, ideologico ecc.), per determinare la tensione drammatica del film.L'immagine filmica deve essere funzionale alla narrazione: ciascuna inquadratura racconta e comunica emozioni, da sola e in sequenza con altre inquadrature.Nel passaggio dall'idea alla stesura della sceneggiatura si definiscono sempre più precisamente l'argomento, i luoghi, l'epoca, i personaggi, le azioni. La sceneggiatura descrive tutte le scene in cui si dipana il film, le azioni e le battute dei personaggi. Preparatorio al film è lo Story board, che rappresenta, tramite vignette, tutte le scene.In genere la narrazione cinematografica condensa la storia, utilizzando frequentemente l'ellissi ed eliminando i momenti meno significativi, dato che il film dura mediamente da un'ora e trenta minuti a tre ore, pur se la storia narrata dura anni o secoli. A volte si può scegliere se far coincidere tempo della storia e tempo della narrazione, costruendo il film in tempo reale, come avviene in "Mezzogiorno di fuoco" di Fred Zinnemann del 1952.Le battute, data la limitata durata di un film, devono essere particolarmente ricche di significato e sintetiche; attraverso di esse si stabiliscono i legami fra i personaggi, si comprendono antefatti, si svelano segreti; talvolta chi parla resta fuori campo, come accade per la voce del narratore nelle sequenze girate in soggettiva o nei documentari. Il registro adottato (solenne, scientifico, familiare, gergale ecc.) connota i personaggi e contribuisce all'ambientazione. Alcuni registi, tuttavia, preferiscono avere solo un canovaccio e procedere alla definizione della sceneggiatura nel corso delle riprese. (Archivio Selexi) In base a quanto scritto nel brano, quale delle seguenti è la corretta definizione di Story board? |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. Alla base del film c'è l'idea, che può essere originale oppure ispirarsi ad altre forme artistiche e letterarie; in quest'ultimo caso, l'idea andrà opportunamente rielaborata per poterla realizzare cinematograficamente, attraverso immagini in movimento. In ogni caso, al centro della storia che verrà sviluppata, ci deve essere un conflitto esteriore (tra personaggi, fra ambiente e personaggio ecc.) oppure interiore (sul piano morale, esistenziale, ideologico ecc.), per determinare la tensione drammatica del film.L'immagine filmica deve essere funzionale alla narrazione: ciascuna inquadratura racconta e comunica emozioni, da sola e in sequenza con altre inquadrature.Nel passaggio dall'idea alla stesura della sceneggiatura si definiscono sempre più precisamente l'argomento, i luoghi, l'epoca, i personaggi, le azioni. La sceneggiatura descrive tutte le scene in cui si dipana il film, le azioni e le battute dei personaggi. Preparatorio al film è lo Story board, che rappresenta, tramite vignette, tutte le scene.In genere la narrazione cinematografica condensa la storia, utilizzando frequentemente l'ellissi ed eliminando i momenti meno significativi, dato che il film dura mediamente da un'ora e trenta minuti a tre ore, pur se la storia narrata dura anni o secoli. A volte si può scegliere se far coincidere tempo della storia e tempo della narrazione, costruendo il film in tempo reale, come avviene in "Mezzogiorno di fuoco" di Fred Zinnemann del 1952.Le battute, data la limitata durata di un film, devono essere particolarmente ricche di significato e sintetiche; attraverso di esse si stabiliscono i legami fra i personaggi, si comprendono antefatti, si svelano segreti; talvolta chi parla resta fuori campo, come accade per la voce del narratore nelle sequenze girate in soggettiva o nei documentari. Il registro adottato (solenne, scientifico, familiare, gergale ecc.) connota i personaggi e contribuisce all'ambientazione. Alcuni registi, tuttavia, preferiscono avere solo un canovaccio e procedere alla definizione della sceneggiatura nel corso delle riprese. (Archivio Selexi) Relativamente alla realizzazione di un film, l'autore del brano: |
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