Tutte le domande del quiz : Ragionamento critico verbaletratto da:Comune di Napoli Quiz - Concorsi-corso pubblici per titoli ed esami, per il reclutamento complessivo di 534 unita' di personale di ruolo con diversi profili professionali delle categorie C e D - Selezioni per LAUREATI  Esercitati su questo Quiz  |
| RISPOSTA   Il gatto non dovrebbe avere più segreti perché in laboratorio hanno ricostruito in modo artificiale il suo cervellosimulandone il funzionamento. Lo scopo, però, non è conoscere meglio il domestico felino ma decifrare imeccanismi cerebrali dei mammiferi per arrivare, in futuro, a riprodurre, quelli umani. Meta ambiziosa ma nonimpossibile, a detta dei ricercatori. Il passo è stato compiuto dagli scienziati del centro di ricerca dell'Ibm diAlmaden (Usa) con i colleghi della Stanford University e del Lawrence Livermore National Laboratory. In pratica,utilizzando il supercomputer «Blue Gene» del Livermore hanno riprodotto e messo in azione la cortecciacerebrale di un gatto con un miliardo di neuroni e diecimila miliardi di connessioni sinaptiche. Il supercomputercoinvolto è il quarto più potente del mondo ed ha impegnato tutte le 147.456 unità di elaborazione (Cpu) di cuidispone assieme alla prodigiosa memoria di 144 mila miliardi di byte, centomila volte superiore a quella di unnostro computer. La simulazione ha permesso di «vedere » come lavorano i neuroni del gatto senza tuttaviariprodurre la loro velocità d'azione, in tal caso non necessaria. Il simulatore costruito incorpora innovazioninell'elaborazione, nella memorizzazione, nella comunicazione includendo, ovviamente, aspetti biologici eneurofisiologici. Finora si era riusciti a simulare il 40 per cento del cervello del topo nel 2006, un cervellino diratto nel 2007 e solo l'uno per cento del cervello umano nei mesi scorsi. Il simulatore: |
RISPOSTA   Il gatto non dovrebbe avere più segreti perché in laboratorio hanno ricostruito in modo artificiale il suo cervellosimulandone il funzionamento. Lo scopo, però, non è conoscere meglio il domestico felino ma decifrare imeccanismi cerebrali dei mammiferi per arrivare, in futuro, a riprodurre, quelli umani. Meta ambiziosa ma nonimpossibile, a detta dei ricercatori. Il passo è stato compiuto dagli scienziati del centro di ricerca dell'Ibm diAlmaden (Usa) con i colleghi della Stanford University e del Lawrence Livermore National Laboratory. In pratica,utilizzando il supercomputer «Blue Gene» del Livermore hanno riprodotto e messo in azione la cortecciacerebrale di un gatto con un miliardo di neuroni e diecimila miliardi di connessioni sinaptiche. Il supercomputercoinvolto è il quarto più potente del mondo ed ha impegnato tutte le 147.456 unità di elaborazione (Cpu) di cuidispone assieme alla prodigiosa memoria di 144 mila miliardi di byte, centomila volte superiore a quella di unnostro computer. La simulazione ha permesso di «vedere » come lavorano i neuroni del gatto senza tuttaviariprodurre la loro velocità d'azione, in tal caso non necessaria. Il simulatore costruito incorpora innovazioninell'elaborazione, nella memorizzazione, nella comunicazione includendo, ovviamente, aspetti biologici eneurofisiologici. Finora si era riusciti a simulare il 40 per cento del cervello del topo nel 2006, un cervellino diratto nel 2007 e solo l'uno per cento del cervello umano nei mesi scorsi. Gli esperimenti del passato: |
RISPOSTA   Il gatto non dovrebbe avere più segreti perché in laboratorio hanno ricostruito in modo artificiale il suo cervellosimulandone il funzionamento. Lo scopo, però, non è conoscere meglio il domestico felino ma decifrare imeccanismi cerebrali dei mammiferi per arrivare, in futuro, a riprodurre, quelli umani. Meta ambiziosa ma nonimpossibile, a detta dei ricercatori. Il passo è stato compiuto dagli scienziati del centro di ricerca dell'Ibm diAlmaden (Usa) con i colleghi della Stanford University e del Lawrence Livermore National Laboratory. In pratica,utilizzando il supercomputer «Blue Gene» del Livermore hanno riprodotto e messo in azione la cortecciacerebrale di un gatto con un miliardo di neuroni e diecimila miliardi di connessioni sinaptiche. Il supercomputercoinvolto è il quarto più potente del mondo ed ha impegnato tutte le 147.456 unità di elaborazione (Cpu) di cuidispone assieme alla prodigiosa memoria di 144 mila miliardi di byte, centomila volte superiore a quella di unnostro computer. La simulazione ha permesso di «vedere » come lavorano i neuroni del gatto senza tuttaviariprodurre la loro velocità d'azione, in tal caso non necessaria. Il simulatore costruito incorpora innovazioninell'elaborazione, nella memorizzazione, nella comunicazione includendo, ovviamente, aspetti biologici eneurofisiologici. Finora si era riusciti a simulare il 40 per cento del cervello del topo nel 2006, un cervellino diratto nel 2007 e solo l'uno per cento del cervello umano nei mesi scorsi. Il funzionamento dei neuroni del cervello umano: |
RISPOSTA   Il gatto non dovrebbe avere più segreti perché in laboratorio hanno ricostruito in modo artificiale il suo cervellosimulandone il funzionamento. Lo scopo, però, non è conoscere meglio il domestico felino ma decifrare imeccanismi cerebrali dei mammiferi per arrivare, in futuro, a riprodurre, quelli umani. Meta ambiziosa ma nonimpossibile, a detta dei ricercatori. Il passo è stato compiuto dagli scienziati del centro di ricerca dell'Ibm diAlmaden (Usa) con i colleghi della Stanford University e del Lawrence Livermore National Laboratory. In pratica,utilizzando il supercomputer «Blue Gene» del Livermore hanno riprodotto e messo in azione la cortecciacerebrale di un gatto con un miliardo di neuroni e diecimila miliardi di connessioni sinaptiche. Il supercomputercoinvolto è il quarto più potente del mondo ed ha impegnato tutte le 147.456 unità di elaborazione (Cpu) di cuidispone assieme alla prodigiosa memoria di 144 mila miliardi di byte, centomila volte superiore a quella di unnostro computer. La simulazione ha permesso di «vedere » come lavorano i neuroni del gatto senza tuttaviariprodurre la loro velocità d'azione, in tal caso non necessaria. Il simulatore costruito incorpora innovazioninell'elaborazione, nella memorizzazione, nella comunicazione includendo, ovviamente, aspetti biologici eneurofisiologici. Finora si era riusciti a simulare il 40 per cento del cervello del topo nel 2006, un cervellino diratto nel 2007 e solo l'uno per cento del cervello umano nei mesi scorsi. Blue Gene: |
| RISPOSTA   Il gatto non dovrebbe avere più segreti perché in laboratorio hanno ricostruito in modo artificiale il suo cervellosimulandone il funzionamento. Lo scopo, però, non è conoscere meglio il domestico felino ma decifrare imeccanismi cerebrali dei mammiferi per arrivare, in futuro, a riprodurre, quelli umani. Meta ambiziosa ma nonimpossibile, a detta dei ricercatori. Il passo è stato compiuto dagli scienziati del centro di ricerca dell'Ibm diAlmaden (Usa) con i colleghi della Stanford University e del Lawrence Livermore National Laboratory. In pratica,utilizzando il supercomputer «Blue Gene» del Livermore hanno riprodotto e messo in azione la cortecciacerebrale di un gatto con un miliardo di neuroni e diecimila miliardi di connessioni sinaptiche. Il supercomputercoinvolto è il quarto più potente del mondo ed ha impegnato tutte le 147.456 unità di elaborazione (Cpu) di cuidispone assieme alla prodigiosa memoria di 144 mila miliardi di byte, centomila volte superiore a quella di unnostro computer. La simulazione ha permesso di «vedere » come lavorano i neuroni del gatto senza tuttaviariprodurre la loro velocità d'azione, in tal caso non necessaria. Il simulatore costruito incorpora innovazioninell'elaborazione, nella memorizzazione, nella comunicazione includendo, ovviamente, aspetti biologici eneurofisiologici. Finora si era riusciti a simulare il 40 per cento del cervello del topo nel 2006, un cervellino diratto nel 2007 e solo l'uno per cento del cervello umano nei mesi scorsi. Lo scopo dei ricercatori: |
| RISPOSTA   Il gatto non dovrebbe avere più segreti perché in laboratorio hanno ricostruito in modo artificiale il suo cervellosimulandone il funzionamento. Lo scopo, però, non è conoscere meglio il domestico felino ma decifrare imeccanismi cerebrali dei mammiferi per arrivare, in futuro, a riprodurre, quelli umani. Meta ambiziosa ma nonimpossibile, a detta dei ricercatori. Il passo è stato compiuto dagli scienziati del centro di ricerca dell'Ibm diAlmaden (Usa) con i colleghi della Stanford University e del Lawrence Livermore National Laboratory. In pratica,utilizzando il supercomputer «Blue Gene» del Livermore hanno riprodotto e messo in azione la cortecciacerebrale di un gatto con un miliardo di neuroni e diecimila miliardi di connessioni sinaptiche. Il supercomputercoinvolto è il quarto più potente del mondo ed ha impegnato tutte le 147.456 unità di elaborazione (Cpu) di cuidispone assieme alla prodigiosa memoria di 144 mila miliardi di byte, centomila volte superiore a quella di unnostro computer. La simulazione ha permesso di «vedere » come lavorano i neuroni del gatto senza tuttaviariprodurre la loro velocità d'azione, in tal caso non necessaria. Il simulatore costruito incorpora innovazioninell'elaborazione, nella memorizzazione, nella comunicazione includendo, ovviamente, aspetti biologici eneurofisiologici. Finora si era riusciti a simulare il 40 per cento del cervello del topo nel 2006, un cervellino diratto nel 2007 e solo l'uno per cento del cervello umano nei mesi scorsi. Le velocità di azione dei neuroni del gatto: |
| RISPOSTA   Il gatto non dovrebbe avere più segreti perché in laboratorio hanno ricostruito in modo artificiale il suo cervellosimulandone il funzionamento. Lo scopo, però, non è conoscere meglio il domestico felino ma decifrare imeccanismi cerebrali dei mammiferi per arrivare, in futuro, a riprodurre, quelli umani. Meta ambiziosa ma nonimpossibile, a detta dei ricercatori. Il passo è stato compiuto dagli scienziati del centro di ricerca dell'Ibm diAlmaden (Usa) con i colleghi della Stanford University e del Lawrence Livermore National Laboratory. In pratica,utilizzando il supercomputer «Blue Gene» del Livermore hanno riprodotto e messo in azione la cortecciacerebrale di un gatto con un miliardo di neuroni e diecimila miliardi di connessioni sinaptiche. Il supercomputercoinvolto è il quarto più potente del mondo ed ha impegnato tutte le 147.456 unità di elaborazione (Cpu) di cuidispone assieme alla prodigiosa memoria di 144 mila miliardi di byte, centomila volte superiore a quella di unnostro computer. La simulazione ha permesso di «vedere » come lavorano i neuroni del gatto senza tuttaviariprodurre la loro velocità d'azione, in tal caso non necessaria. Il simulatore costruito incorpora innovazioninell'elaborazione, nella memorizzazione, nella comunicazione includendo, ovviamente, aspetti biologici eneurofisiologici. Finora si era riusciti a simulare il 40 per cento del cervello del topo nel 2006, un cervellino diratto nel 2007 e solo l'uno per cento del cervello umano nei mesi scorsi. Le connessioni sinaptiche del gatto: |
| RISPOSTA   Il gatto non dovrebbe avere più segreti perché in laboratorio hanno ricostruito in modo artificiale il suo cervellosimulandone il funzionamento. Lo scopo, però, non è conoscere meglio il domestico felino ma decifrare imeccanismi cerebrali dei mammiferi per arrivare, in futuro, a riprodurre, quelli umani. Meta ambiziosa ma nonimpossibile, a detta dei ricercatori. Il passo è stato compiuto dagli scienziati del centro di ricerca dell'Ibm diAlmaden (Usa) con i colleghi della Stanford University e del Lawrence Livermore National Laboratory. In pratica,utilizzando il supercomputer «Blue Gene» del Livermore hanno riprodotto e messo in azione la cortecciacerebrale di un gatto con un miliardo di neuroni e diecimila miliardi di connessioni sinaptiche. Il supercomputercoinvolto è il quarto più potente del mondo ed ha impegnato tutte le 147.456 unità di elaborazione (Cpu) di cuidispone assieme alla prodigiosa memoria di 144 mila miliardi di byte, centomila volte superiore a quella di unnostro computer. La simulazione ha permesso di «vedere » come lavorano i neuroni del gatto senza tuttaviariprodurre la loro velocità d'azione, in tal caso non necessaria. Il simulatore costruito incorpora innovazioninell'elaborazione, nella memorizzazione, nella comunicazione includendo, ovviamente, aspetti biologici eneurofisiologici. Finora si era riusciti a simulare il 40 per cento del cervello del topo nel 2006, un cervellino diratto nel 2007 e solo l'uno per cento del cervello umano nei mesi scorsi. Gli scienziati che hanno condotto la simulazione: |
RISPOSTA   Il miglioramento della competitività delle produzioni italiane è derivato in passato da incrementi di produttivitàottenuti mediante il risparmio dei fattori produttivi utilizzati, meno frequentemente da rilevanti innovazioni deibeni e servizi offerti. Con il procedere della globalizzazione, da più parti viene segnalato il ritardo con il quale lacompetitività della nostra economia progredisce nei confronti dei Paesi con i quali ci si trova a concorrere per laconquista di quote di mercato. Rischiamo così di subire un costante, sebbene lento, spiazzamento delle nostreproduzioni, data la minore capacità di contrastare con incrementi di produttività gli aggravamenti dei costi, perora non consistenti, ma presenti e continui. Lo spiazzamento avviene soprattutto a favore di Paesi capaci dioffrire beni sostanzialmente fungibili con i nostri, ma ottenuti sopportando costi molto più bassi. Le produzioni italiane hanno migliorato la loro competitività in passato: |
| RISPOSTA   Il miglioramento della competitività delle produzioni italiane è derivato in passato da incrementi di produttivitàottenuti mediante il risparmio dei fattori produttivi utilizzati, meno frequentemente da rilevanti innovazioni deibeni e servizi offerti. Con il procedere della globalizzazione, da più parti viene segnalato il ritardo con il quale lacompetitività della nostra economia progredisce nei confronti dei Paesi con i quali ci si trova a concorrere per laconquista di quote di mercato. Rischiamo così di subire un costante, sebbene lento, spiazzamento delle nostreproduzioni, data la minore capacità di contrastare con incrementi di produttività gli aggravamenti dei costi, perora non consistenti, ma presenti e continui. Lo spiazzamento avviene soprattutto a favore di Paesi capaci dioffrire beni sostanzialmente fungibili con i nostri, ma ottenuti sopportando costi molto più bassi. Con il procedere della globalizzazione: |
| RISPOSTA   Il miglioramento della competitività delle produzioni italiane è derivato in passato da incrementi di produttivitàottenuti mediante il risparmio dei fattori produttivi utilizzati, meno frequentemente da rilevanti innovazioni deibeni e servizi offerti. Con il procedere della globalizzazione, da più parti viene segnalato il ritardo con il quale lacompetitività della nostra economia progredisce nei confronti dei Paesi con i quali ci si trova a concorrere per laconquista di quote di mercato. Rischiamo così di subire un costante, sebbene lento, spiazzamento delle nostreproduzioni, data la minore capacità di contrastare con incrementi di produttività gli aggravamenti dei costi, perora non consistenti, ma presenti e continui. Lo spiazzamento avviene soprattutto a favore di Paesi capaci dioffrire beni sostanzialmente fungibili con i nostri, ma ottenuti sopportando costi molto più bassi. Le nostre produzioni, rispetto a quelle dei Paesi concorrenti: |
RISPOSTA   Il miglioramento della competitività delle produzioni italiane è derivato in passato da incrementi di produttivitàottenuti mediante il risparmio dei fattori produttivi utilizzati, meno frequentemente da rilevanti innovazioni deibeni e servizi offerti. Con il procedere della globalizzazione, da più parti viene segnalato il ritardo con il quale lacompetitività della nostra economia progredisce nei confronti dei Paesi con i quali ci si trova a concorrere per laconquista di quote di mercato. Rischiamo così di subire un costante, sebbene lento, spiazzamento delle nostreproduzioni, data la minore capacità di contrastare con incrementi di produttività gli aggravamenti dei costi, perora non consistenti, ma presenti e continui. Lo spiazzamento avviene soprattutto a favore di Paesi capaci dioffrire beni sostanzialmente fungibili con i nostri, ma ottenuti sopportando costi molto più bassi. Il risparmio dei fattori produttivi utilizzati dalle produzioni italiane: |
RISPOSTA   Il miglioramento della competitività delle produzioni italiane è derivato in passato da incrementi di produttivitàottenuti mediante il risparmio dei fattori produttivi utilizzati, meno frequentemente da rilevanti innovazioni deibeni e servizi offerti. Con il procedere della globalizzazione, da più parti viene segnalato il ritardo con il quale lacompetitività della nostra economia progredisce nei confronti dei Paesi con i quali ci si trova a concorrere per laconquista di quote di mercato. Rischiamo così di subire un costante, sebbene lento, spiazzamento delle nostreproduzioni, data la minore capacità di contrastare con incrementi di produttività gli aggravamenti dei costi, perora non consistenti, ma presenti e continui. Lo spiazzamento avviene soprattutto a favore di Paesi capaci dioffrire beni sostanzialmente fungibili con i nostri, ma ottenuti sopportando costi molto più bassi. Con la globalizzazione: |
| RISPOSTA   Il miglioramento della competitività delle produzioni italiane è derivato in passato da incrementi di produttivitàottenuti mediante il risparmio dei fattori produttivi utilizzati, meno frequentemente da rilevanti innovazioni deibeni e servizi offerti. Con il procedere della globalizzazione, da più parti viene segnalato il ritardo con il quale lacompetitività della nostra economia progredisce nei confronti dei Paesi con i quali ci si trova a concorrere per laconquista di quote di mercato. Rischiamo così di subire un costante, sebbene lento, spiazzamento delle nostreproduzioni, data la minore capacità di contrastare con incrementi di produttività gli aggravamenti dei costi, perora non consistenti, ma presenti e continui. Lo spiazzamento avviene soprattutto a favore di Paesi capaci dioffrire beni sostanzialmente fungibili con i nostri, ma ottenuti sopportando costi molto più bassi. I Paesi con i quali ci si trova a concorrere per la conquista di quote di mercato: |
| RISPOSTA   Il miglioramento della competitività delle produzioni italiane è derivato in passato da incrementi di produttivitàottenuti mediante il risparmio dei fattori produttivi utilizzati, meno frequentemente da rilevanti innovazioni deibeni e servizi offerti. Con il procedere della globalizzazione, da più parti viene segnalato il ritardo con il quale lacompetitività della nostra economia progredisce nei confronti dei Paesi con i quali ci si trova a concorrere per laconquista di quote di mercato. Rischiamo così di subire un costante, sebbene lento, spiazzamento delle nostreproduzioni, data la minore capacità di contrastare con incrementi di produttività gli aggravamenti dei costi, perora non consistenti, ma presenti e continui. Lo spiazzamento avviene soprattutto a favore di Paesi capaci dioffrire beni sostanzialmente fungibili con i nostri, ma ottenuti sopportando costi molto più bassi. L'innovazione di beni e servizi: |
RISPOSTA   Il miglioramento della competitività delle produzioni italiane è derivato in passato da incrementi di produttivitàottenuti mediante il risparmio dei fattori produttivi utilizzati, meno frequentemente da rilevanti innovazioni deibeni e servizi offerti. Con il procedere della globalizzazione, da più parti viene segnalato il ritardo con il quale lacompetitività della nostra economia progredisce nei confronti dei Paesi con i quali ci si trova a concorrere per laconquista di quote di mercato. Rischiamo così di subire un costante, sebbene lento, spiazzamento delle nostreproduzioni, data la minore capacità di contrastare con incrementi di produttività gli aggravamenti dei costi, perora non consistenti, ma presenti e continui. Lo spiazzamento avviene soprattutto a favore di Paesi capaci dioffrire beni sostanzialmente fungibili con i nostri, ma ottenuti sopportando costi molto più bassi. Lo spiazzamento delle nostre produzioni, rispetto a quelle dei Paesi concorrenti: |
RISPOSTA   Il Ministero dell'Ambiente ha destinato 8 mila milioni per supportare il programma "domeniche ecologiche2001". I fondi sono diretti a cofinanziare, fino a una percentuale del 60% della spesa occorrente, le iniziativefinalizzate alla sensibilizzazione e informazione dei cittadini sulla mobilità sostenibile predisposte dai comuniaderenti al progetto, al fine di garantirne un efficace svolgimento. Il cofinanziamento può essere richiesto dacomuni con più di 40 mila abitanti nonché dai capoluoghi di provincia, e può riguardare la realizzazione dicampagne di sensibilizzazione attraverso i mass media, sportelli informativi e numeri verdi, attivazione di sitiinternet e pagine web, sondaggi di opinione ed altre iniziative dirette a informare i cittadini sul concetto dimobilità sostenibile. I progetti dovranno essere attuati nelle domeniche fissate, ma, in casi straordinari, anche indate diverse, purché dai comuni interessati sia garantita l'organizzazione del blocco del traffico almeno per unadomenica al mese fino al giugno 2001. Sono in attesa della registrazione alla Corte dei Conti altri quattro decreti,nei quali sono impegnate ulteriori risorse per 148 miliardi di lire per i programmi per la mobilità sostenibile. Ilprimo mira ad incentivare la conversione a metano e gpl di autoveicoli non catalizzati; dieci miliardi sarannodestinati a far decollare progetti di car sharing nelle città che vorranno introdurre questa forma innovativa dimobilità urbana. Il Ministero dell'Ambiente: |
| RISPOSTA   Il Ministero dell'Ambiente ha destinato 8 mila milioni per supportare il programma "domeniche ecologiche2001". I fondi sono diretti a cofinanziare, fino a una percentuale del 60% della spesa occorrente, le iniziativefinalizzate alla sensibilizzazione e informazione dei cittadini sulla mobilità sostenibile predisposte dai comuniaderenti al progetto, al fine di garantirne un efficace svolgimento. Il cofinanziamento può essere richiesto dacomuni con più di 40 mila abitanti nonché dai capoluoghi di provincia, e può riguardare la realizzazione dicampagne di sensibilizzazione attraverso i mass media, sportelli informativi e numeri verdi, attivazione di sitiinternet e pagine web, sondaggi di opinione ed altre iniziative dirette a informare i cittadini sul concetto dimobilità sostenibile. I progetti dovranno essere attuati nelle domeniche fissate, ma, in casi straordinari, anche indate diverse, purché dai comuni interessati sia garantita l'organizzazione del blocco del traffico almeno per unadomenica al mese fino al giugno 2001. Sono in attesa della registrazione alla Corte dei Conti altri quattro decreti,nei quali sono impegnate ulteriori risorse per 148 miliardi di lire per i programmi per la mobilità sostenibile. Ilprimo mira ad incentivare la conversione a metano e gpl di autoveicoli non catalizzati; dieci miliardi sarannodestinati a far decollare progetti di car sharing nelle città che vorranno introdurre questa forma innovativa dimobilità urbana. Otto mila milioni di lire è l'ammontare dei fondi che il Ministero dell'Ambiente ha erogato per: |
| RISPOSTA   Il Ministero dell'Ambiente ha destinato 8 mila milioni per supportare il programma "domeniche ecologiche2001". I fondi sono diretti a cofinanziare, fino a una percentuale del 60% della spesa occorrente, le iniziativefinalizzate alla sensibilizzazione e informazione dei cittadini sulla mobilità sostenibile predisposte dai comuniaderenti al progetto, al fine di garantirne un efficace svolgimento. Il cofinanziamento può essere richiesto dacomuni con più di 40 mila abitanti nonché dai capoluoghi di provincia, e può riguardare la realizzazione dicampagne di sensibilizzazione attraverso i mass media, sportelli informativi e numeri verdi, attivazione di sitiinternet e pagine web, sondaggi di opinione ed altre iniziative dirette a informare i cittadini sul concetto dimobilità sostenibile. I progetti dovranno essere attuati nelle domeniche fissate, ma, in casi straordinari, anche indate diverse, purché dai comuni interessati sia garantita l'organizzazione del blocco del traffico almeno per unadomenica al mese fino al giugno 2001. Sono in attesa della registrazione alla Corte dei Conti altri quattro decreti,nei quali sono impegnate ulteriori risorse per 148 miliardi di lire per i programmi per la mobilità sostenibile. Ilprimo mira ad incentivare la conversione a metano e gpl di autoveicoli non catalizzati; dieci miliardi sarannodestinati a far decollare progetti di car sharing nelle città che vorranno introdurre questa forma innovativa dimobilità urbana. I fondi possono essere concessi: |
RISPOSTA   Il Ministero dell'Ambiente ha destinato 8 mila milioni per supportare il programma "domeniche ecologiche2001". I fondi sono diretti a cofinanziare, fino a una percentuale del 60% della spesa occorrente, le iniziativefinalizzate alla sensibilizzazione e informazione dei cittadini sulla mobilità sostenibile predisposte dai comuniaderenti al progetto, al fine di garantirne un efficace svolgimento. Il cofinanziamento può essere richiesto dacomuni con più di 40 mila abitanti nonché dai capoluoghi di provincia, e può riguardare la realizzazione dicampagne di sensibilizzazione attraverso i mass media, sportelli informativi e numeri verdi, attivazione di sitiinternet e pagine web, sondaggi di opinione ed altre iniziative dirette a informare i cittadini sul concetto dimobilità sostenibile. I progetti dovranno essere attuati nelle domeniche fissate, ma, in casi straordinari, anche indate diverse, purché dai comuni interessati sia garantita l'organizzazione del blocco del traffico almeno per unadomenica al mese fino al giugno 2001. Sono in attesa della registrazione alla Corte dei Conti altri quattro decreti,nei quali sono impegnate ulteriori risorse per 148 miliardi di lire per i programmi per la mobilità sostenibile. Ilprimo mira ad incentivare la conversione a metano e gpl di autoveicoli non catalizzati; dieci miliardi sarannodestinati a far decollare progetti di car sharing nelle città che vorranno introdurre questa forma innovativa dimobilità urbana. I quattro decreti che sono in attesa della registrazione alla Corte dei Conti, prevedono lo stanziamento di 148 miliardi di lire: |
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Il gatto non dovrebbe avere più segreti perché in laboratorio hanno ricostruito in modo artificiale il suo cervellosimulandone il funzionamento. Lo scopo, però, non è conoscere meglio il domestico felino ma decifrare imeccanismi cerebrali dei mammiferi per arrivare, in futuro, a riprodurre, quelli umani. Meta ambiziosa ma nonimpossibile, a detta dei ricercatori. Il passo è stato compiuto dagli scienziati del centro di ricerca dell'Ibm diAlmaden (Usa) con i colleghi della Stanford University e del Lawrence Livermore National Laboratory. In pratica,utilizzando il supercomputer «Blue Gene» del Livermore hanno riprodotto e messo in azione la cortecciacerebrale di un gatto con un miliardo di neuroni e diecimila miliardi di connessioni sinaptiche. Il supercomputercoinvolto è il quarto più potente del mondo ed ha impegnato tutte le 147.456 unità di elaborazione (Cpu) di cuidispone assieme alla prodigiosa memoria di 144 mila miliardi di byte, centomila volte superiore a quella di unnostro computer. La simulazione ha permesso di «vedere » come lavorano i neuroni del gatto senza tuttaviariprodurre la loro velocità d'azione, in tal caso non necessaria. Il simulatore costruito incorpora innovazioninell'elaborazione, nella memorizzazione, nella comunicazione includendo, ovviamente, aspetti biologici eneurofisiologici. Finora si era riusciti a simulare il 40 per cento del cervello del topo nel 2006, un cervellino diratto nel 2007 e solo l'uno per cento del cervello umano nei mesi scorsi. Gli esperimenti del passato: