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Tutte le domande del quiz : Ragionamento critico verbale

tratto da:
Comune di Napoli
Quiz - Concorsi-corso pubblici per titoli ed esami, per il reclutamento complessivo di 534 unita' di personale di ruolo con diversi profili professionali delle categorie C e D - Selezioni per LAUREATI



 Esercitati su questo Quiz 

RISPOSTA   Domanda difficile C'è un solo vertice sul clima che conta: il summit della gente... Bruciate le speranze politiche sulla quindicesimaClimate Change Conference delle Nazioni Unite, l'avanguardia verde che si è data appuntamento a Copenhagenper l'incontro parallelo Klimaforum09, sceglie di non accantonare l'entusiasmo e di tirare dritto per la suastrada. Del resto, Kristine Holten-Anderson, l'architetto neppure trentenne che è riuscita a mettere insiemeattivisti, scienziati, artisti, 6 mila persone inclusi Naomi Klein e Vandana Shiva, lo ripete da giorni: "Sarebbemolto imbarazzante per i leader uscire dalla Cop 15 senza impegni specifici, mentre la gente comune, nellastessa città, ha escogitato soluzioni concrete".Insomma, con le temperature sotto lo zero i danesi hanno confidenza e non sarà il raggelante annuncio diridimensionare la Cop 15 a rovinare la festa. Anzi, se per gli altri il vertice sarà l'ennesimo punto di partenza, lacittà è decisa a dimostrare dove, nel frattempo e con le sue forze, è arrivata e che la città del futuro esiste già:qui, sin d'ora. Non sarà la città più felice del mondo, come l'Ocse e l'Università di Leicester si ostinano a ripeterema di certo scoppia di salute e di orgoglio: il sogno d'imporsi come la capitale ambientale d'Europa è a un soffioe per raggiungerlo, la città alza la posta: negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni inquinanti del 25 percento, oggi le taglia di un altro 20 rispetto al 2005. E fissa un traguardo che lascia indietro il resto del mondo:diventerà "carbon neutral" entro il 2025. Sarà, cioè, a emissioni zero. Lo promette "The city of Copenhagen", lacittà e i suoi abitanti - 500 mila nel comune, un milione e 200 mila includendo l'area metropolitana - cheemblematicamente firmano "Eco-Metropolis", ambizioso progetto lanciato nel 2007: nessuno a reclamarne lapaternità, perché se risultati ci sono è merito di tutti. Nemico numero uno: le emissioni di anidride carbonica. Rispetto al resto del mondo:
RISPOSTA   Domanda difficile C'è un solo vertice sul clima che conta: il summit della gente... Bruciate le speranze politiche sulla quindicesimaClimate Change Conference delle Nazioni Unite, l'avanguardia verde che si è data appuntamento a Copenhagenper l'incontro parallelo Klimaforum09, sceglie di non accantonare l'entusiasmo e di tirare dritto per la suastrada. Del resto, Kristine Holten-Anderson, l'architetto neppure trentenne che è riuscita a mettere insiemeattivisti, scienziati, artisti, 6 mila persone inclusi Naomi Klein e Vandana Shiva, lo ripete da giorni: "Sarebbemolto imbarazzante per i leader uscire dalla Cop 15 senza impegni specifici, mentre la gente comune, nellastessa città, ha escogitato soluzioni concrete".Insomma, con le temperature sotto lo zero i danesi hanno confidenza e non sarà il raggelante annuncio diridimensionare la Cop 15 a rovinare la festa. Anzi, se per gli altri il vertice sarà l'ennesimo punto di partenza, lacittà è decisa a dimostrare dove, nel frattempo e con le sue forze, è arrivata e che la città del futuro esiste già:qui, sin d'ora. Non sarà la città più felice del mondo, come l'Ocse e l'Università di Leicester si ostinano a ripeterema di certo scoppia di salute e di orgoglio: il sogno d'imporsi come la capitale ambientale d'Europa è a un soffioe per raggiungerlo, la città alza la posta: negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni inquinanti del 25 percento, oggi le taglia di un altro 20 rispetto al 2005. E fissa un traguardo che lascia indietro il resto del mondo:diventerà "carbon neutral" entro il 2025. Sarà, cioè, a emissioni zero. Lo promette "The city of Copenhagen", lacittà e i suoi abitanti - 500 mila nel comune, un milione e 200 mila includendo l'area metropolitana - cheemblematicamente firmano "Eco-Metropolis", ambizioso progetto lanciato nel 2007: nessuno a reclamarne lapaternità, perché se risultati ci sono è merito di tutti. Nemico numero uno: le emissioni di anidride carbonica. La Climate Change Conference:
RISPOSTA    C'è' acqua sulla Luna. O meglio, sotto. Lo ha rivelato oggi la Nasa rendendo note le prime risultanze dell'impattodel razzo Centaur sulla superficie lunare lo scorso 9 ottobre. "La storia che la Luna sia un posto arido edesolato non regge più", dichiara l'agenzia in un comunicato. "Stiamo svelando segreti che sono rimastinascosti per miliardi di anni". L'entusiasmo della Nasa si fonda sui dati trasmessi dal Lunar Crater Observationand Sensing Satellite (Lcross). Il mese scorso, il satellite ha lanciato Centaur come un proiettile contro il cratereCabeus, nella zona perennemente in ombra della Luna. Il team di Lcross ha poi osservato i getti prodotti dallacollisione. I dati degli spettrometri, strumenti che esaminano la luce emessa o assorbita da un materiale percapirne la composizione, non lasciano dubbi: "Numerose prove ci dicono che l'acqua è presente nei getti creatidall'impatto", spiega Anthony Colaprete, scienziato coinvolto nel progetto Lcross. "Ci vorranno ulteriori analisi,ma possiamo dire con sicurezza che Cabeus contiene acqua". La comunità scientifica si è interrogata a lungosulla presenza di acqua sulla Luna. Si riteneva che le grandi quantità di idrogeno osservate ai poli del nostrosatellite potessero esserne un indizio. Ora, le osservazioni di Lcross, secondo la Nasa, indicano che l'acquapotrebbe essere diffusa in quantità molto maggiore rispetto a quanto si sospettasse finora. L'acqua sulla Lunasarebbe una risorsa di valore inestimabile per il futuro dell'esplorazione spaziale. Inoltre, proprio come icampioni prelevati dai ghiacciai artici contengono indizi sul passato remoto della Terra, l'analisi dei materialinascosti nelle zone perennemente in ombra della Luna possono raccontare i segreti dell'evoluzione dell'interosistema solare. Lcross:
RISPOSTA    C'è' acqua sulla Luna. O meglio, sotto. Lo ha rivelato oggi la Nasa rendendo note le prime risultanze dell'impattodel razzo Centaur sulla superficie lunare lo scorso 9 ottobre. "La storia che la Luna sia un posto arido edesolato non regge più", dichiara l'agenzia in un comunicato. "Stiamo svelando segreti che sono rimastinascosti per miliardi di anni". L'entusiasmo della Nasa si fonda sui dati trasmessi dal Lunar Crater Observationand Sensing Satellite (Lcross). Il mese scorso, il satellite ha lanciato Centaur come un proiettile contro il cratereCabeus, nella zona perennemente in ombra della Luna. Il team di Lcross ha poi osservato i getti prodotti dallacollisione. I dati degli spettrometri, strumenti che esaminano la luce emessa o assorbita da un materiale percapirne la composizione, non lasciano dubbi: "Numerose prove ci dicono che l'acqua è presente nei getti creatidall'impatto", spiega Anthony Colaprete, scienziato coinvolto nel progetto Lcross. "Ci vorranno ulteriori analisi,ma possiamo dire con sicurezza che Cabeus contiene acqua". La comunità scientifica si è interrogata a lungosulla presenza di acqua sulla Luna. Si riteneva che le grandi quantità di idrogeno osservate ai poli del nostrosatellite potessero esserne un indizio. Ora, le osservazioni di Lcross, secondo la Nasa, indicano che l'acquapotrebbe essere diffusa in quantità molto maggiore rispetto a quanto si sospettasse finora. L'acqua sulla Lunasarebbe una risorsa di valore inestimabile per il futuro dell'esplorazione spaziale. Inoltre, proprio come icampioni prelevati dai ghiacciai artici contengono indizi sul passato remoto della Terra, l'analisi dei materialinascosti nelle zone perennemente in ombra della Luna possono raccontare i segreti dell'evoluzione dell'interosistema solare. La presenza di acqua sulla luna:
RISPOSTA   Domanda difficile C'è' acqua sulla Luna. O meglio, sotto. Lo ha rivelato oggi la Nasa rendendo note le prime risultanze dell'impattodel razzo Centaur sulla superficie lunare lo scorso 9 ottobre. "La storia che la Luna sia un posto arido edesolato non regge più", dichiara l'agenzia in un comunicato. "Stiamo svelando segreti che sono rimastinascosti per miliardi di anni". L'entusiasmo della Nasa si fonda sui dati trasmessi dal Lunar Crater Observationand Sensing Satellite (Lcross). Il mese scorso, il satellite ha lanciato Centaur come un proiettile contro il cratereCabeus, nella zona perennemente in ombra della Luna. Il team di Lcross ha poi osservato i getti prodotti dallacollisione. I dati degli spettrometri, strumenti che esaminano la luce emessa o assorbita da un materiale percapirne la composizione, non lasciano dubbi: "Numerose prove ci dicono che l'acqua è presente nei getti creatidall'impatto", spiega Anthony Colaprete, scienziato coinvolto nel progetto Lcross. "Ci vorranno ulteriori analisi,ma possiamo dire con sicurezza che Cabeus contiene acqua". La comunità scientifica si è interrogata a lungosulla presenza di acqua sulla Luna. Si riteneva che le grandi quantità di idrogeno osservate ai poli del nostrosatellite potessero esserne un indizio. Ora, le osservazioni di Lcross, secondo la Nasa, indicano che l'acquapotrebbe essere diffusa in quantità molto maggiore rispetto a quanto si sospettasse finora. L'acqua sulla Lunasarebbe una risorsa di valore inestimabile per il futuro dell'esplorazione spaziale. Inoltre, proprio come icampioni prelevati dai ghiacciai artici contengono indizi sul passato remoto della Terra, l'analisi dei materialinascosti nelle zone perennemente in ombra della Luna possono raccontare i segreti dell'evoluzione dell'interosistema solare. L'impatto di Centaur sulla superficie lunare:
RISPOSTA    C'è' acqua sulla Luna. O meglio, sotto. Lo ha rivelato oggi la Nasa rendendo note le prime risultanze dell'impattodel razzo Centaur sulla superficie lunare lo scorso 9 ottobre. "La storia che la Luna sia un posto arido edesolato non regge più", dichiara l'agenzia in un comunicato. "Stiamo svelando segreti che sono rimastinascosti per miliardi di anni". L'entusiasmo della Nasa si fonda sui dati trasmessi dal Lunar Crater Observationand Sensing Satellite (Lcross). Il mese scorso, il satellite ha lanciato Centaur come un proiettile contro il cratereCabeus, nella zona perennemente in ombra della Luna. Il team di Lcross ha poi osservato i getti prodotti dallacollisione. I dati degli spettrometri, strumenti che esaminano la luce emessa o assorbita da un materiale percapirne la composizione, non lasciano dubbi: "Numerose prove ci dicono che l'acqua è presente nei getti creatidall'impatto", spiega Anthony Colaprete, scienziato coinvolto nel progetto Lcross. "Ci vorranno ulteriori analisi,ma possiamo dire con sicurezza che Cabeus contiene acqua". La comunità scientifica si è interrogata a lungosulla presenza di acqua sulla Luna. Si riteneva che le grandi quantità di idrogeno osservate ai poli del nostrosatellite potessero esserne un indizio. Ora, le osservazioni di Lcross, secondo la Nasa, indicano che l'acquapotrebbe essere diffusa in quantità molto maggiore rispetto a quanto si sospettasse finora. L'acqua sulla Lunasarebbe una risorsa di valore inestimabile per il futuro dell'esplorazione spaziale. Inoltre, proprio come icampioni prelevati dai ghiacciai artici contengono indizi sul passato remoto della Terra, l'analisi dei materialinascosti nelle zone perennemente in ombra della Luna possono raccontare i segreti dell'evoluzione dell'interosistema solare. Anthony Colaprete:
RISPOSTA    C'è' acqua sulla Luna. O meglio, sotto. Lo ha rivelato oggi la Nasa rendendo note le prime risultanze dell'impattodel razzo Centaur sulla superficie lunare lo scorso 9 ottobre. "La storia che la Luna sia un posto arido edesolato non regge più", dichiara l'agenzia in un comunicato. "Stiamo svelando segreti che sono rimastinascosti per miliardi di anni". L'entusiasmo della Nasa si fonda sui dati trasmessi dal Lunar Crater Observationand Sensing Satellite (Lcross). Il mese scorso, il satellite ha lanciato Centaur come un proiettile contro il cratereCabeus, nella zona perennemente in ombra della Luna. Il team di Lcross ha poi osservato i getti prodotti dallacollisione. I dati degli spettrometri, strumenti che esaminano la luce emessa o assorbita da un materiale percapirne la composizione, non lasciano dubbi: "Numerose prove ci dicono che l'acqua è presente nei getti creatidall'impatto", spiega Anthony Colaprete, scienziato coinvolto nel progetto Lcross. "Ci vorranno ulteriori analisi,ma possiamo dire con sicurezza che Cabeus contiene acqua". La comunità scientifica si è interrogata a lungosulla presenza di acqua sulla Luna. Si riteneva che le grandi quantità di idrogeno osservate ai poli del nostrosatellite potessero esserne un indizio. Ora, le osservazioni di Lcross, secondo la Nasa, indicano che l'acquapotrebbe essere diffusa in quantità molto maggiore rispetto a quanto si sospettasse finora. L'acqua sulla Lunasarebbe una risorsa di valore inestimabile per il futuro dell'esplorazione spaziale. Inoltre, proprio come icampioni prelevati dai ghiacciai artici contengono indizi sul passato remoto della Terra, l'analisi dei materialinascosti nelle zone perennemente in ombra della Luna possono raccontare i segreti dell'evoluzione dell'interosistema solare. La Nasa:
RISPOSTA   Domanda difficile C'è' acqua sulla Luna. O meglio, sotto. Lo ha rivelato oggi la Nasa rendendo note le prime risultanze dell'impattodel razzo Centaur sulla superficie lunare lo scorso 9 ottobre. "La storia che la Luna sia un posto arido edesolato non regge più", dichiara l'agenzia in un comunicato. "Stiamo svelando segreti che sono rimastinascosti per miliardi di anni". L'entusiasmo della Nasa si fonda sui dati trasmessi dal Lunar Crater Observationand Sensing Satellite (Lcross). Il mese scorso, il satellite ha lanciato Centaur come un proiettile contro il cratereCabeus, nella zona perennemente in ombra della Luna. Il team di Lcross ha poi osservato i getti prodotti dallacollisione. I dati degli spettrometri, strumenti che esaminano la luce emessa o assorbita da un materiale percapirne la composizione, non lasciano dubbi: "Numerose prove ci dicono che l'acqua è presente nei getti creatidall'impatto", spiega Anthony Colaprete, scienziato coinvolto nel progetto Lcross. "Ci vorranno ulteriori analisi,ma possiamo dire con sicurezza che Cabeus contiene acqua". La comunità scientifica si è interrogata a lungosulla presenza di acqua sulla Luna. Si riteneva che le grandi quantità di idrogeno osservate ai poli del nostrosatellite potessero esserne un indizio. Ora, le osservazioni di Lcross, secondo la Nasa, indicano che l'acquapotrebbe essere diffusa in quantità molto maggiore rispetto a quanto si sospettasse finora. L'acqua sulla Lunasarebbe una risorsa di valore inestimabile per il futuro dell'esplorazione spaziale. Inoltre, proprio come icampioni prelevati dai ghiacciai artici contengono indizi sul passato remoto della Terra, l'analisi dei materialinascosti nelle zone perennemente in ombra della Luna possono raccontare i segreti dell'evoluzione dell'interosistema solare. La comunità scientifica:
RISPOSTA    C'è' acqua sulla Luna. O meglio, sotto. Lo ha rivelato oggi la Nasa rendendo note le prime risultanze dell'impattodel razzo Centaur sulla superficie lunare lo scorso 9 ottobre. "La storia che la Luna sia un posto arido edesolato non regge più", dichiara l'agenzia in un comunicato. "Stiamo svelando segreti che sono rimastinascosti per miliardi di anni". L'entusiasmo della Nasa si fonda sui dati trasmessi dal Lunar Crater Observationand Sensing Satellite (Lcross). Il mese scorso, il satellite ha lanciato Centaur come un proiettile contro il cratereCabeus, nella zona perennemente in ombra della Luna. Il team di Lcross ha poi osservato i getti prodotti dallacollisione. I dati degli spettrometri, strumenti che esaminano la luce emessa o assorbita da un materiale percapirne la composizione, non lasciano dubbi: "Numerose prove ci dicono che l'acqua è presente nei getti creatidall'impatto", spiega Anthony Colaprete, scienziato coinvolto nel progetto Lcross. "Ci vorranno ulteriori analisi,ma possiamo dire con sicurezza che Cabeus contiene acqua". La comunità scientifica si è interrogata a lungosulla presenza di acqua sulla Luna. Si riteneva che le grandi quantità di idrogeno osservate ai poli del nostrosatellite potessero esserne un indizio. Ora, le osservazioni di Lcross, secondo la Nasa, indicano che l'acquapotrebbe essere diffusa in quantità molto maggiore rispetto a quanto si sospettasse finora. L'acqua sulla Lunasarebbe una risorsa di valore inestimabile per il futuro dell'esplorazione spaziale. Inoltre, proprio come icampioni prelevati dai ghiacciai artici contengono indizi sul passato remoto della Terra, l'analisi dei materialinascosti nelle zone perennemente in ombra della Luna possono raccontare i segreti dell'evoluzione dell'interosistema solare. Il lancio di Centaur:
RISPOSTA   Domanda difficile C'è' acqua sulla Luna. O meglio, sotto. Lo ha rivelato oggi la Nasa rendendo note le prime risultanze dell'impattodel razzo Centaur sulla superficie lunare lo scorso 9 ottobre. "La storia che la Luna sia un posto arido edesolato non regge più", dichiara l'agenzia in un comunicato. "Stiamo svelando segreti che sono rimastinascosti per miliardi di anni". L'entusiasmo della Nasa si fonda sui dati trasmessi dal Lunar Crater Observationand Sensing Satellite (Lcross). Il mese scorso, il satellite ha lanciato Centaur come un proiettile contro il cratereCabeus, nella zona perennemente in ombra della Luna. Il team di Lcross ha poi osservato i getti prodotti dallacollisione. I dati degli spettrometri, strumenti che esaminano la luce emessa o assorbita da un materiale percapirne la composizione, non lasciano dubbi: "Numerose prove ci dicono che l'acqua è presente nei getti creatidall'impatto", spiega Anthony Colaprete, scienziato coinvolto nel progetto Lcross. "Ci vorranno ulteriori analisi,ma possiamo dire con sicurezza che Cabeus contiene acqua". La comunità scientifica si è interrogata a lungosulla presenza di acqua sulla Luna. Si riteneva che le grandi quantità di idrogeno osservate ai poli del nostrosatellite potessero esserne un indizio. Ora, le osservazioni di Lcross, secondo la Nasa, indicano che l'acquapotrebbe essere diffusa in quantità molto maggiore rispetto a quanto si sospettasse finora. L'acqua sulla Lunasarebbe una risorsa di valore inestimabile per il futuro dell'esplorazione spaziale. Inoltre, proprio come icampioni prelevati dai ghiacciai artici contengono indizi sul passato remoto della Terra, l'analisi dei materialinascosti nelle zone perennemente in ombra della Luna possono raccontare i segreti dell'evoluzione dell'interosistema solare. Le zone perennemente in ombra della Luna:
RISPOSTA   Domanda difficile C'è' acqua sulla Luna. O meglio, sotto. Lo ha rivelato oggi la Nasa rendendo note le prime risultanze dell'impattodel razzo Centaur sulla superficie lunare lo scorso 9 ottobre. "La storia che la Luna sia un posto arido edesolato non regge più", dichiara l'agenzia in un comunicato. "Stiamo svelando segreti che sono rimastinascosti per miliardi di anni". L'entusiasmo della Nasa si fonda sui dati trasmessi dal Lunar Crater Observationand Sensing Satellite (Lcross). Il mese scorso, il satellite ha lanciato Centaur come un proiettile contro il cratereCabeus, nella zona perennemente in ombra della Luna. Il team di Lcross ha poi osservato i getti prodotti dallacollisione. I dati degli spettrometri, strumenti che esaminano la luce emessa o assorbita da un materiale percapirne la composizione, non lasciano dubbi: "Numerose prove ci dicono che l'acqua è presente nei getti creatidall'impatto", spiega Anthony Colaprete, scienziato coinvolto nel progetto Lcross. "Ci vorranno ulteriori analisi,ma possiamo dire con sicurezza che Cabeus contiene acqua". La comunità scientifica si è interrogata a lungosulla presenza di acqua sulla Luna. Si riteneva che le grandi quantità di idrogeno osservate ai poli del nostrosatellite potessero esserne un indizio. Ora, le osservazioni di Lcross, secondo la Nasa, indicano che l'acquapotrebbe essere diffusa in quantità molto maggiore rispetto a quanto si sospettasse finora. L'acqua sulla Lunasarebbe una risorsa di valore inestimabile per il futuro dell'esplorazione spaziale. Inoltre, proprio come icampioni prelevati dai ghiacciai artici contengono indizi sul passato remoto della Terra, l'analisi dei materialinascosti nelle zone perennemente in ombra della Luna possono raccontare i segreti dell'evoluzione dell'interosistema solare. Gli spettrometri:
RISPOSTA    C'è' acqua sulla Luna. O meglio, sotto. Lo ha rivelato oggi la Nasa rendendo note le prime risultanze dell'impattodel razzo Centaur sulla superficie lunare lo scorso 9 ottobre. "La storia che la Luna sia un posto arido edesolato non regge più", dichiara l'agenzia in un comunicato. "Stiamo svelando segreti che sono rimastinascosti per miliardi di anni". L'entusiasmo della Nasa si fonda sui dati trasmessi dal Lunar Crater Observationand Sensing Satellite (Lcross). Il mese scorso, il satellite ha lanciato Centaur come un proiettile contro il cratereCabeus, nella zona perennemente in ombra della Luna. Il team di Lcross ha poi osservato i getti prodotti dallacollisione. I dati degli spettrometri, strumenti che esaminano la luce emessa o assorbita da un materiale percapirne la composizione, non lasciano dubbi: "Numerose prove ci dicono che l'acqua è presente nei getti creatidall'impatto", spiega Anthony Colaprete, scienziato coinvolto nel progetto Lcross. "Ci vorranno ulteriori analisi,ma possiamo dire con sicurezza che Cabeus contiene acqua". La comunità scientifica si è interrogata a lungosulla presenza di acqua sulla Luna. Si riteneva che le grandi quantità di idrogeno osservate ai poli del nostrosatellite potessero esserne un indizio. Ora, le osservazioni di Lcross, secondo la Nasa, indicano che l'acquapotrebbe essere diffusa in quantità molto maggiore rispetto a quanto si sospettasse finora. L'acqua sulla Lunasarebbe una risorsa di valore inestimabile per il futuro dell'esplorazione spaziale. Inoltre, proprio come icampioni prelevati dai ghiacciai artici contengono indizi sul passato remoto della Terra, l'analisi dei materialinascosti nelle zone perennemente in ombra della Luna possono raccontare i segreti dell'evoluzione dell'interosistema solare. La quantità di acqua sulla Luna:
RISPOSTA   Domanda difficile Che il mestiere del dj sia stato completamente stravolto nel corso degli anni lo dimostra il fatto che persino illoro appellativo sia cambiato. Già, perché chi siede davanti al microfono di una radio oggi si chiama"conduttore". E non si tratta di una banale pignoleria linguistica; la differenza è sostanziale. L'immagine del disc-jockey che decide autonomamente quali brani trasmettere in base ai propri gusti musicali appartiene ormai alpassato. Nei principali network radiofonici e nella maggior parte delle emittenti minori il conduttore si limita adannunciare canzoni la cui presenza nelle playlist è stata decisa dall'alto delle direzioni artistiche. Un tale quadrodella situazione è solo una visione parziale del mutato assetto di equilibri tra le radio e le major, che sarà il filoconduttore della seconda parte dell'inchiesta presentata nella trasmissione "Fendinebbia" - dedicata al mondodella musica. E' lungo l'elenco delle differenze che intercorrono tra le cosiddette "radio libere" della metà deglianni '70 e i moderni network, partendo dal tipo di conduzione delle trasmissioni e passando per la scelta dimandare in rotazione per 24 ore un numero limitato di pezzi che si ripetono anche diverse volte nell'arco dellagiornata. Non si può poi ignorare il complicato meccanismo del Music Control, che, con la diffusione dellaclassifica dei brani più trasmessi dalle radio, ha contribuito a cambiare il senso di "canzone di successo"rendendo pressoché inutile la consultazione della classifica delle vendite. Resterà da chiarire nella terza puntatadella trasmissione il particolare rapporto tra la musica e Internet e la spinosa questione dei diritti d'autore. I moderni network:
RISPOSTA    Che il mestiere del dj sia stato completamente stravolto nel corso degli anni lo dimostra il fatto che persino illoro appellativo sia cambiato. Già, perché chi siede davanti al microfono di una radio oggi si chiama"conduttore". E non si tratta di una banale pignoleria linguistica; la differenza è sostanziale. L'immagine del disc-jockey che decide autonomamente quali brani trasmettere in base ai propri gusti musicali appartiene ormai alpassato. Nei principali network radiofonici e nella maggior parte delle emittenti minori il conduttore si limita adannunciare canzoni la cui presenza nelle playlist è stata decisa dall'alto delle direzioni artistiche. Un tale quadrodella situazione è solo una visione parziale del mutato assetto di equilibri tra le radio e le major, che sarà il filoconduttore della seconda parte dell'inchiesta presentata nella trasmissione "Fendinebbia" - dedicata al mondodella musica. E' lungo l'elenco delle differenze che intercorrono tra le cosiddette "radio libere" della metà deglianni '70 e i moderni network, partendo dal tipo di conduzione delle trasmissioni e passando per la scelta dimandare in rotazione per 24 ore un numero limitato di pezzi che si ripetono anche diverse volte nell'arco dellagiornata. Non si può poi ignorare il complicato meccanismo del Music Control, che, con la diffusione dellaclassifica dei brani più trasmessi dalle radio, ha contribuito a cambiare il senso di "canzone di successo"rendendo pressoché inutile la consultazione della classifica delle vendite. Resterà da chiarire nella terza puntatadella trasmissione il particolare rapporto tra la musica e Internet e la spinosa questione dei diritti d'autore. Il successo di una canzone:
RISPOSTA    Che il mestiere del dj sia stato completamente stravolto nel corso degli anni lo dimostra il fatto che persino illoro appellativo sia cambiato. Già, perché chi siede davanti al microfono di una radio oggi si chiama"conduttore". E non si tratta di una banale pignoleria linguistica; la differenza è sostanziale. L'immagine del disc-jockey che decide autonomamente quali brani trasmettere in base ai propri gusti musicali appartiene ormai alpassato. Nei principali network radiofonici e nella maggior parte delle emittenti minori il conduttore si limita adannunciare canzoni la cui presenza nelle playlist è stata decisa dall'alto delle direzioni artistiche. Un tale quadrodella situazione è solo una visione parziale del mutato assetto di equilibri tra le radio e le major, che sarà il filoconduttore della seconda parte dell'inchiesta presentata nella trasmissione "Fendinebbia" - dedicata al mondodella musica. E' lungo l'elenco delle differenze che intercorrono tra le cosiddette "radio libere" della metà deglianni '70 e i moderni network, partendo dal tipo di conduzione delle trasmissioni e passando per la scelta dimandare in rotazione per 24 ore un numero limitato di pezzi che si ripetono anche diverse volte nell'arco dellagiornata. Non si può poi ignorare il complicato meccanismo del Music Control, che, con la diffusione dellaclassifica dei brani più trasmessi dalle radio, ha contribuito a cambiare il senso di "canzone di successo"rendendo pressoché inutile la consultazione della classifica delle vendite. Resterà da chiarire nella terza puntatadella trasmissione il particolare rapporto tra la musica e Internet e la spinosa questione dei diritti d'autore. La figura del disc-jockey:
RISPOSTA    Che il mestiere del dj sia stato completamente stravolto nel corso degli anni lo dimostra il fatto che persino illoro appellativo sia cambiato. Già, perché chi siede davanti al microfono di una radio oggi si chiama"conduttore". E non si tratta di una banale pignoleria linguistica; la differenza è sostanziale. L'immagine del disc-jockey che decide autonomamente quali brani trasmettere in base ai propri gusti musicali appartiene ormai alpassato. Nei principali network radiofonici e nella maggior parte delle emittenti minori il conduttore si limita adannunciare canzoni la cui presenza nelle playlist è stata decisa dall'alto delle direzioni artistiche. Un tale quadrodella situazione è solo una visione parziale del mutato assetto di equilibri tra le radio e le major, che sarà il filoconduttore della seconda parte dell'inchiesta presentata nella trasmissione "Fendinebbia" - dedicata al mondodella musica. E' lungo l'elenco delle differenze che intercorrono tra le cosiddette "radio libere" della metà deglianni '70 e i moderni network, partendo dal tipo di conduzione delle trasmissioni e passando per la scelta dimandare in rotazione per 24 ore un numero limitato di pezzi che si ripetono anche diverse volte nell'arco dellagiornata. Non si può poi ignorare il complicato meccanismo del Music Control, che, con la diffusione dellaclassifica dei brani più trasmessi dalle radio, ha contribuito a cambiare il senso di "canzone di successo"rendendo pressoché inutile la consultazione della classifica delle vendite. Resterà da chiarire nella terza puntatadella trasmissione il particolare rapporto tra la musica e Internet e la spinosa questione dei diritti d'autore. Le direzioni artistiche delle radio:
RISPOSTA    Che il mestiere del dj sia stato completamente stravolto nel corso degli anni lo dimostra il fatto che persino illoro appellativo sia cambiato. Già, perché chi siede davanti al microfono di una radio oggi si chiama"conduttore". E non si tratta di una banale pignoleria linguistica; la differenza è sostanziale. L'immagine del disc-jockey che decide autonomamente quali brani trasmettere in base ai propri gusti musicali appartiene ormai alpassato. Nei principali network radiofonici e nella maggior parte delle emittenti minori il conduttore si limita adannunciare canzoni la cui presenza nelle playlist è stata decisa dall'alto delle direzioni artistiche. Un tale quadrodella situazione è solo una visione parziale del mutato assetto di equilibri tra le radio e le major, che sarà il filoconduttore della seconda parte dell'inchiesta presentata nella trasmissione "Fendinebbia" - dedicata al mondodella musica. E' lungo l'elenco delle differenze che intercorrono tra le cosiddette "radio libere" della metà deglianni '70 e i moderni network, partendo dal tipo di conduzione delle trasmissioni e passando per la scelta dimandare in rotazione per 24 ore un numero limitato di pezzi che si ripetono anche diverse volte nell'arco dellagiornata. Non si può poi ignorare il complicato meccanismo del Music Control, che, con la diffusione dellaclassifica dei brani più trasmessi dalle radio, ha contribuito a cambiare il senso di "canzone di successo"rendendo pressoché inutile la consultazione della classifica delle vendite. Resterà da chiarire nella terza puntatadella trasmissione il particolare rapporto tra la musica e Internet e la spinosa questione dei diritti d'autore. In passato:
RISPOSTA   Domanda difficile Che il mestiere del dj sia stato completamente stravolto nel corso degli anni lo dimostra il fatto che persino illoro appellativo sia cambiato. Già, perché chi siede davanti al microfono di una radio oggi si chiama"conduttore". E non si tratta di una banale pignoleria linguistica; la differenza è sostanziale. L'immagine del disc-jockey che decide autonomamente quali brani trasmettere in base ai propri gusti musicali appartiene ormai alpassato. Nei principali network radiofonici e nella maggior parte delle emittenti minori il conduttore si limita adannunciare canzoni la cui presenza nelle playlist è stata decisa dall'alto delle direzioni artistiche. Un tale quadrodella situazione è solo una visione parziale del mutato assetto di equilibri tra le radio e le major, che sarà il filoconduttore della seconda parte dell'inchiesta presentata nella trasmissione "Fendinebbia" - dedicata al mondodella musica. E' lungo l'elenco delle differenze che intercorrono tra le cosiddette "radio libere" della metà deglianni '70 e i moderni network, partendo dal tipo di conduzione delle trasmissioni e passando per la scelta dimandare in rotazione per 24 ore un numero limitato di pezzi che si ripetono anche diverse volte nell'arco dellagiornata. Non si può poi ignorare il complicato meccanismo del Music Control, che, con la diffusione dellaclassifica dei brani più trasmessi dalle radio, ha contribuito a cambiare il senso di "canzone di successo"rendendo pressoché inutile la consultazione della classifica delle vendite. Resterà da chiarire nella terza puntatadella trasmissione il particolare rapporto tra la musica e Internet e la spinosa questione dei diritti d'autore. L`equilibrio tra radio e major:
RISPOSTA    Che il mestiere del dj sia stato completamente stravolto nel corso degli anni lo dimostra il fatto che persino illoro appellativo sia cambiato. Già, perché chi siede davanti al microfono di una radio oggi si chiama"conduttore". E non si tratta di una banale pignoleria linguistica; la differenza è sostanziale. L'immagine del disc-jockey che decide autonomamente quali brani trasmettere in base ai propri gusti musicali appartiene ormai alpassato. Nei principali network radiofonici e nella maggior parte delle emittenti minori il conduttore si limita adannunciare canzoni la cui presenza nelle playlist è stata decisa dall'alto delle direzioni artistiche. Un tale quadrodella situazione è solo una visione parziale del mutato assetto di equilibri tra le radio e le major, che sarà il filoconduttore della seconda parte dell'inchiesta presentata nella trasmissione "Fendinebbia" - dedicata al mondodella musica. E' lungo l'elenco delle differenze che intercorrono tra le cosiddette "radio libere" della metà deglianni '70 e i moderni network, partendo dal tipo di conduzione delle trasmissioni e passando per la scelta dimandare in rotazione per 24 ore un numero limitato di pezzi che si ripetono anche diverse volte nell'arco dellagiornata. Non si può poi ignorare il complicato meccanismo del Music Control, che, con la diffusione dellaclassifica dei brani più trasmessi dalle radio, ha contribuito a cambiare il senso di "canzone di successo"rendendo pressoché inutile la consultazione della classifica delle vendite. Resterà da chiarire nella terza puntatadella trasmissione il particolare rapporto tra la musica e Internet e la spinosa questione dei diritti d'autore. Una playlist:
RISPOSTA    Che il mestiere del dj sia stato completamente stravolto nel corso degli anni lo dimostra il fatto che persino illoro appellativo sia cambiato. Già, perché chi siede davanti al microfono di una radio oggi si chiama"conduttore". E non si tratta di una banale pignoleria linguistica; la differenza è sostanziale. L'immagine del disc-jockey che decide autonomamente quali brani trasmettere in base ai propri gusti musicali appartiene ormai alpassato. Nei principali network radiofonici e nella maggior parte delle emittenti minori il conduttore si limita adannunciare canzoni la cui presenza nelle playlist è stata decisa dall'alto delle direzioni artistiche. Un tale quadrodella situazione è solo una visione parziale del mutato assetto di equilibri tra le radio e le major, che sarà il filoconduttore della seconda parte dell'inchiesta presentata nella trasmissione "Fendinebbia" - dedicata al mondodella musica. E' lungo l'elenco delle differenze che intercorrono tra le cosiddette "radio libere" della metà deglianni '70 e i moderni network, partendo dal tipo di conduzione delle trasmissioni e passando per la scelta dimandare in rotazione per 24 ore un numero limitato di pezzi che si ripetono anche diverse volte nell'arco dellagiornata. Non si può poi ignorare il complicato meccanismo del Music Control, che, con la diffusione dellaclassifica dei brani più trasmessi dalle radio, ha contribuito a cambiare il senso di "canzone di successo"rendendo pressoché inutile la consultazione della classifica delle vendite. Resterà da chiarire nella terza puntatadella trasmissione il particolare rapporto tra la musica e Internet e la spinosa questione dei diritti d'autore. Il conduttore di un network radiofonico:

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