Tutte le domande del quiz : Brani lunghitratto da:Esercito Italiano Quiz - Concorso per l'ammissione al 197° corso dell'Accademia Militare dell'Esercito - Anno accademico 2015/2016  Esercitati su questo Quiz  |
RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. Gambe e braccia d'acciaio nella danza siderale di Wayne McGregor Un uomo e una donna danzano nella penombra della scena illuminata dalle fiaccole tenute in mano da quattro performer che delimitano il perimetro di azione. Simili a primigeni guardiani della notte di un avamposto da difendere, ma anche a guardie di un fantascientifico mondo siderale, uno dopo l'altro usciranno silenziosamente lasciando la coppia nel buio.A rischiararli ulteriormente c'é, per fondale, un pannello bianco puntellato da filiformi lampade al neon che, con effetti cangianti di luci bianche, diventerà universo stellare, monitor digitale di numeri che segnano un tempo sempre più veloce, panorama lunare, display di interferenze tecnologiche. Alzandosi e abbassandosi segnerà, insieme alla musica elettroacustica aggressiva e lirica, violenta e astrale, tellurica e rugiadosa di Ben Frost, l'atmosfera dello spettacolo. “Far” è una prolungata, complessa, imprevedibile sequenza coreografica, che segna un nuovo impulso creativo nella sperimentazione di Wayne McGregor.Rivelatosi al pubblico italiano nel 2008 con “Entità” (spettacolo che ritorna al Ravenna Festival l'11 giugno), il quarantenne coreografo britannico, che vanta collaborazioni internazionali e commissioni dalle più prestigiose istituzioni, appassionato di scienze neurologiche, continua a esplorare il corpo nella sua relazione con la musica, indagandone le molteplici possibilità meccaniche e cerebrali dettate dal movimento interno. Se l'incipit è molto intellettualistico - il titolo “Far”, infatti, è l'acronimo del volume di Roy Porter “Flash in the age of reason", un trattato filosofico su corpo e anima all'epoca dei Lumi - il risultato è un'affascinante composizione ad alto tasso emozionale, che non richiede affatto la conoscenza del libro in questione.McGregor parte da questo studio per avventurarsi in un processo coreografico di percezione e movimento che genera un vocabolario di precisione matematica e, nello stesso tempo, di imprevedibile destrutturazione. Su una solidissima base classica i dieci giovani danzatori della Random Dance Company creano assoli mozzafiato fuoriuscendo dal buio e isolati in quadrati di luce; si stagliano a gruppo scolpiti in controluce; formano coppie, terzetti, quartetti con interscambi che sfumano l'uno dentro l'altro; intrecciano trame gestuali astratte che sbalordiscono per la continua tensione.Braccia e gambe come d'acciaio tirate all'estremo disegnano linee pure continuamente spezzate, che rimandano alla grammatica di William Forsythe; e poi torsioni di busti e squilibri di peso; velocità e rilassamento: materiale gestuale esasperato, fluido, dinamicissimo, che detta nuove configurazioni anatomiche e traiettorie spaziali inedite.Di conseguenza si modellano nuove forme fisiche, dinamiche, armoniche. È come se vista, udito e olfatto, sollecitati internamente, trovassero nuove espressioni e azioni esterne per comunicare. E la comunicazione fra le coppie diventa scontro, irrigidimento, seduzione, fuga, avviluppamento, passione. McGregor ci racconta anche questo, ma liberando gesto e mente da qualsiasi idea di narrazione. Perché la sua danza è astratta evocazione di un mondo interiore dirompente. Che necessita del corpo, e della sua imprevedibile forza, viscerale e istintiva."Far", regia e coreografia Wayne McGregor, musica Ben Frost, costumi Moritz Junge, set design Random International, luci Lucy Carter. All'Auditorium Conciliazione di Roma per la rassegna Tersicore. (di Giuseppe di Stefano, Il Sole 24 Ore) Le coreografie di McGregor si basano: |
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RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. Il presidente R. Reagan e alcuni dei suoi ministri o consiglieri usano il linguaggio della guerra fredda; denunciano l'espansionismo sovietico, vedono la presenza sovietica in tutti i tumulti che agitano l'umanità attraverso il mondo. Ma la retorica antisovietica non permette di trinciar giudizi sulle diverse scuole di pensiero negli Stati Uniti. In realtà, la classe politica, i commentatori delle relazioni internazionali, restano profondamente divisi su certi dati (ad esempio, il rapporto di forze), sulla politica e i progetti del Cremlino.Cominciamo con i fatti e le discussioni che essi suscitano. L'Unione Sovietica si è assicurata una superiorità militare sugli Stati Uniti? A una domanda del genere non può essere data nessuna risposta semplice e categorica, visto che noi conosciamo in anticipo le quantità ma non le qualità; il valore delle armi e degli eserciti si rivela solo in combattimento. Detto questo, le quantità note, le qualità valutate alla luce dell'esperienza autorizzano un giudizio almeno probabile.A meno di rifiutare le cifre pubblicate nel fascicolo "Soviet Military Power" dal ministero americano della Difesa, mi pare incontestabile che l'Unione Sovietica possieda uno stock di armi molto superiore a quello degli Stati Uniti e una capacità di produzione industriale di armi ugualmente superiore. Bisogna dare una grande importanza ai cinquantamila carri armati, ai ventimila cannoni, ai cinquemila elicotteri? Si potrebbe obiettare che queste cifre globali non significano un granché, che la logistica non permetterebbe lo spiegamento di tutte queste armi in campo di battaglia, che comunque le forze armate sovietiche sono distribuite su molti fronti e che le grandi battaglie, paragonabili a quelle della seconda guerra mondiale, sono ormai inconcepibili, perlomeno tra le grandi potenze che dispongono di armi nucleari.Lasciamo da parte le cifre globali e diamo uno sguardo alla bilancia centrale. Il SALT 2, non ratificato dal Senato americano, verrebbe di fatto rispettato dalle due parti (supponendo che la verifica via satellite sia veramente attendibile). Secondo il trattato, gli Stati Uniti possiedono 1054 missili intercontinentali di cui 550 con MIRV, 656 missili sui sottomarini (SLBM) di cui 469 con MIRV e 573 bombardieri pesanti, alcuni dei quali dotati di missili da crociera; da parte sua, l'Unione Sovietica possiede 1398 ICBM di cui 608 con MIRV e 950 SLBM dei quali 144 dotati di MIRV e 156 bombardieri pesanti.Esiste un equilibrio? La triade americana comporta una parte relativamente ridotta di ICBM, probabilmente perché i dirigenti americani pensano che non colpiranno mai per primi, e contano di più sui missili dei sottomarini, meno vulnerabili al primo colpo. L'equilibrio è stabilito, se a definirlo è la capacità di ciascuna delle due Superpotenze di infliggere all'altra, come reazione a un primo colpo, "distruzioni inaccettabili". Ma, ribattono i pessimisti, reagire a un primo colpo contro le basi americane con il bombardamento delle città significa attirare sulle città americane bombardamenti della stessa potenza. (Archivio Selexi) Secondo quanto affermato dall'autore, il rispetto del trattato SALT 2: |
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RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. Il signor Utterson, avvocato, era un uomo dall'aspetto scontroso, che non sorrideva mai; di poche parole, freddo e impacciato nella conversazione, non si lasciava facilmente andare ai sentimenti. Era magro, alto, trascurato e tetro, ma c'era in lui qualcosa che lo rendeva amabile, nonostante tutto. Quando si ritrovava con gli amici, davanti a un buon vino, gli brillava negli occhi una luce profondamente umana, una sensibilità che i suoi discorsi non tradivano mai, e che tuttavia non si manifestava soltanto dopo un pranzo conviviale, in quel suo sguardo silenzioso e appagato, ma in generale, e in modo più evidente, in tutte le sue azioni. Con se stesso era rigido: da solo beveva gin, per mortificare la sua propensione ai vini di pregio, e nonostante amasse il teatro non ci metteva piede da vent'anni. [1] Con gli altri, invece, si dimostrava sempre tollerante, e gli capitava di considerare con meraviglia, quasi con invidia, quella passione sfrenata, vitale, che li spingeva al crimine, sicché anche in casi estremi era più incline a soccorrere che a condannare.«Io sono dalla parte di Caino», era un suo stravagante modo di dire, «lascio che mio fratello se ne vada per la sua strada al diavolo.» Per via di questa disposizione di carattere, si trovava spesso a essere l'ultima conoscenza rispettabile, l'estrema influenza benefica, nell'esistenza di individui destinati alla perdizione, e in nessun caso, finché questi frequentavano il suo studio, dava mai il minimo segno di cambiamento nel suo modo di trattare con loro. (Da: "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Robert Louis Stevenson, La biblioteca di Repubblica, Roma, 2011) Quale dei seguenti termini può essere sostituito a "incline" (passaggio 1)? |
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RISPOSTA   Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento. Il tema dell'equità e dell'efficienza è tornato in questi anni a occupare l'attenzione degli economisti. Era dagli anni Cinquanta, quando il dibattito fu introdotto nel contesto di una precisa rassegna critica delle diverse dottrine economiche da Kaldor e successivamente nel contesto empirico da Kutznets, che non si assisteva a una simile mole di lavori teorici ed empirici.Scopo di questo saggio è riesaminare criticamente questi nuovi lavori, cercando di evidenziarne i limiti e gli elementi in comune, per poi proporre una teoria più generale che permetta di inquadrare con precisione la problematica tra equità ed efficienza.Il legame tra equità (intesa come redistribuzione volta a ridurre le disuguaglianze di reddito o ricchezza) ed efficienza (intesa come massima produzione ottenibile date le risorse a disposizione) è un tema di grande rilevanza nella teoria economica che viene oggi ad assumere un ancor più forte significato. Il capitalismo e l'economia di mercato hanno forse vinto la sfida storica nei confronti dell'economia pianificata e del socialismo reale, ma ciò non significa affatto l'azzeramento del problema equità- efficienza. Al contrario, questo diventa il tema cruciale di tutte le moderne società industriali. Infatti, la domanda vera posta da molte parti è: quale capitalismo? Al di là delle varie formule, modelli, radici storiche, si tratta ancora una volta di combinare e coniugare la difficile equazione efficienza economica / giustizia sociale.Questo è ovviamente il tema portante che deve essere fronteggiato nelle politiche di privatizzazione e di rifondazione dei sistemi di welfare state introdotti nei vari Paesi industriali.Va infatti subito rilevato che l'approccio tradizionale pone l'obiettivo dell'equità in netta contrapposizione con quello dell'efficienza. Scopo di questo saggio è invece quello di investigare le condizioni storico-istituzionali interagenti con quelle tecnologiche, nelle quali si determina invece una relazione sinergica che, attraverso una più equa distribuzione del reddito, determina migliori condizioni di sviluppo. È evidente che, laddove un sistema economico si ritrovi in una situazione sinergica tra equità e sviluppo, il problema si esprime semplicemente in un obiettivo di efficienza interna del welfare state che, una volta conseguito, interagisce positivamente con le condizioni di crescita dell'economia.Il saggio va inteso quindi come un approccio iniziale di un filone di ricerca futura sui legami tra crescita, ricchezza e uguaglianza economica. Peraltro questo approccio è stato già utilizzato in alcuni importanti contributi. Esistono ampi spazi per dimostrare che equità ed efficienza possono assumere caratteri sinergici: esiste cioè una fase di miglioramento delle condizioni di equità che provoca una maggiore accumulazione e quindi una maggiore crescita dell'economia. (Archivio Selexi) Il brano è di natura: |
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