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Esercito Italiano
Quiz - Concorso per l'ammissione al 197° corso dell'Accademia Militare dell'Esercito - Anno accademico 2015/2016
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Esercito Italiano
Quiz - Concorso per l'ammissione al 197° corso dell'Accademia Militare dell'Esercito - Anno accademico 2015/2016
Brani lunghi
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Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente oimplicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull'argomento.
Nell'ottobre 1918 Wilson, in occasione delle elezioni per il Congresso, si rivolse agli elettori statunitensi chiedendo loro un voto massiccio per il partito democratico; fu clamorosamente sconfessato e i repubblicani conquistarono la maggioranza sia al Senato sia alla Camera dei rappresentanti. La sconfitta del presidente, che era stato eletto anche in base alla convinzione che egli avrebbe tenuto il Paese fuori del conflitto, fu probabilmente dovuta al modo in cui la politica interna era stata condotta durante i due anni di guerra e al suo atteggiamento che mostrava di voler monopolizzare la vittoria imminente e la pace futura a vantaggio della propria parte politica.
Per tutta la durata dell'impegno bellico americano la "nuova libertà" teorizzata da Wilson era stata messa da parte e una pesante legislazione repressiva aveva intaccato alcuni capisaldi della tradizione politica statunitense, colpendo vessatoriamente cittadini classificati bravamente come responsabili di reati "antipatriottici" e che al massimo potevano essere accusati di avere opinioni non conformiste. Quando il presidente partì per l'Europa per partecipare alla conferenza della pace, fu accompagnato dall'avvertimento di Teodoro Roosevelt che le sue enunciazioni e i suoi ormai famosi "quattordici punti" non rappresentavano affatto l'espressione della volontà dei cittadini degli Stati Uniti. Quando tornò con il trattato di Versailles e con il "covenant" della Società delle Nazioni le sue speranze di vederli ratificati dalla nuova maggioranza repubblicana erano puramente illusorie: il minimo che si potesse dire era che, a parte un ristretto numero di suoi fedelissimi seguaci, entrambi i rami del Congresso non intendevano approvare il trattato nella forma che esso aveva. Il clima di crociata democratica era mutato, sia per la fine dell'artificioso entusiasmo che aveva contraddistinto l'intervento, sia per i risultati delle trattative di pace, sia per il diffuso timore di un possibile coinvolgimento in futuri conflitti che non mettevano in gioco interessi americani. Le argomentazioni repubblicane contro la Società delle Nazioni erano in parte speciose, ma destinate a far breccia nell'opinione pubblica: "... quando avrete impegnato questa repubblica a un piano di controllo mondiale fondato sulla forza, sulla forza militare unita delle quattro grandi nazioni del mondo - argomentava il senatore W. E. Borah, il principale oppositore di Wilson in questa materia, - voi avrete per ciò stesso distrutto l'atmosfera di libertà, di fiducia nella capacità di autogoverno delle masse in cui soltanto la democrazia può allignare. Quando questa coalizione sarà formata, quattro grandi potenze, che rappresenteranno i dominatori, governeranno metà degli abitanti della Terra: sarà un governo fondato sulla forza e noi ne faremo parte".
Per i repubblicani non si trattava soltanto di questioni di principio (per esempio il diritto del popolo di decidere della guerra e della pace), ma anche di una valutazione strettamente politica del trattato che "con inaudita spietatezza" violava almeno in una dozzina di casi "la divina legge della nazionalità" e precostituiva così i fomiti di un nuovo conflitto: quantunque enfaticamente espressa, la loro convinzione che la Società delle Nazioni rappresentasse la garanzia dell'ordine ("ingiusto") di Versailles non era fondamentalmente sbagliata; dove essi si sbagliavano era nel ritenere che gli Stati Uniti potessero effettivamente condurre una politica isolazionistica, ma probabilmente non era questo il senso da attribuire alla loro volontà di non compromettersi in alleanze.
(Archivio Selexi)
Quale dei seguenti temi è dominante nel brano?
Nell'ottobre 1918 Wilson, in occasione delle elezioni per il Congresso, si rivolse agli elettori statunitensi chiedendo loro un voto massiccio per il partito democratico; fu clamorosamente sconfessato e i repubblicani conquistarono la maggioranza sia al Senato sia alla Camera dei rappresentanti. La sconfitta del presidente, che era stato eletto anche in base alla convinzione che egli avrebbe tenuto il Paese fuori del conflitto, fu probabilmente dovuta al modo in cui la politica interna era stata condotta durante i due anni di guerra e al suo atteggiamento che mostrava di voler monopolizzare la vittoria imminente e la pace futura a vantaggio della propria parte politica.
Per tutta la durata dell'impegno bellico americano la "nuova libertà" teorizzata da Wilson era stata messa da parte e una pesante legislazione repressiva aveva intaccato alcuni capisaldi della tradizione politica statunitense, colpendo vessatoriamente cittadini classificati bravamente come responsabili di reati "antipatriottici" e che al massimo potevano essere accusati di avere opinioni non conformiste. Quando il presidente partì per l'Europa per partecipare alla conferenza della pace, fu accompagnato dall'avvertimento di Teodoro Roosevelt che le sue enunciazioni e i suoi ormai famosi "quattordici punti" non rappresentavano affatto l'espressione della volontà dei cittadini degli Stati Uniti. Quando tornò con il trattato di Versailles e con il "covenant" della Società delle Nazioni le sue speranze di vederli ratificati dalla nuova maggioranza repubblicana erano puramente illusorie: il minimo che si potesse dire era che, a parte un ristretto numero di suoi fedelissimi seguaci, entrambi i rami del Congresso non intendevano approvare il trattato nella forma che esso aveva. Il clima di crociata democratica era mutato, sia per la fine dell'artificioso entusiasmo che aveva contraddistinto l'intervento, sia per i risultati delle trattative di pace, sia per il diffuso timore di un possibile coinvolgimento in futuri conflitti che non mettevano in gioco interessi americani. Le argomentazioni repubblicane contro la Società delle Nazioni erano in parte speciose, ma destinate a far breccia nell'opinione pubblica: "... quando avrete impegnato questa repubblica a un piano di controllo mondiale fondato sulla forza, sulla forza militare unita delle quattro grandi nazioni del mondo - argomentava il senatore W. E. Borah, il principale oppositore di Wilson in questa materia, - voi avrete per ciò stesso distrutto l'atmosfera di libertà, di fiducia nella capacità di autogoverno delle masse in cui soltanto la democrazia può allignare. Quando questa coalizione sarà formata, quattro grandi potenze, che rappresenteranno i dominatori, governeranno metà degli abitanti della Terra: sarà un governo fondato sulla forza e noi ne faremo parte".
Per i repubblicani non si trattava soltanto di questioni di principio (per esempio il diritto del popolo di decidere della guerra e della pace), ma anche di una valutazione strettamente politica del trattato che "con inaudita spietatezza" violava almeno in una dozzina di casi "la divina legge della nazionalità" e precostituiva così i fomiti di un nuovo conflitto: quantunque enfaticamente espressa, la loro convinzione che la Società delle Nazioni rappresentasse la garanzia dell'ordine ("ingiusto") di Versailles non era fondamentalmente sbagliata; dove essi si sbagliavano era nel ritenere che gli Stati Uniti potessero effettivamente condurre una politica isolazionistica, ma probabilmente non era questo il senso da attribuire alla loro volontà di non compromettersi in alleanze.
(Archivio Selexi)
Quale dei seguenti temi è dominante nel brano?
A | Le linee guida della politica di Roosevelt |
B | Il declino del successo e della popolarità di Wilson |
C | Le capacità politiche dei rappresentanti repubblicani |
D | Le alleanze degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale |
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