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Tutte le domande del quiz : Ragionamento critico verbale

tratto da:
Comune di Napoli
Quiz - Concorsi-corso pubblici per titoli ed esami, per il reclutamento complessivo di 534 unita' di personale di ruolo con diversi profili professionali delle categorie C e D - Selezioni per LAUREATI



 Esercitati su questo Quiz 

RISPOSTA   Domanda difficile La Borsa di New York (Nyse) è nata nel 1792 e nel corso dei decenni è diventata il più grande mercato mobiliaredel mondo, dove oggi sono quotate sia le grandi, medie e piccole aziende americane, sia i principali gruppiindustriali e finanziari europei e asiatici. La presenza delle imprese non americane ha fatto registrare unanotevole impennata. Uno dei criteri fondamentali che le imprese devono rispettare per operare nella Borsa diNew York è quello della trasparenza. Le possibilità e la facilità di investimento all'interno del mercato dellaBorsa di New York sono abbastanza agevoli anche per chi opera dall'Europa. La negoziazione dei titoli vienecondotta attraverso un meccanismo d'asta tra i membri della borsa (broker), che operano sul mercato sucommissione da parte di investitori privati o istituzionali, e alcuni operatori specialisti che hanno laresponsabilità di gestire i titoli di una società quotata e che si fanno garanti della transazione (devono cioècoprire eventuali ordini inevasi per evitare forti destabilizzazioni e oscillazioni dei prezzi delle azioni). Questatipologia di mercato garantisce, in linea di massima, una maggiore stabilità e sicurezza per gli investitori ed uncorretto equilibrio tra domanda e offerta. Per aprirsi ulteriormente all'internazionalizzazione il Nyse haannunciato il graduale passaggio dal sistema dei sedicesimi a quello dei decimali per la quotazione dei titoli. Ilsistema dei decimali è adottato da tutte le altre piazze borsistiche mondiali, ma è osteggiato dai brokerstatunitensi che ritengono di avere maggior potere contrattuale (che si traduce in maggiori margini di guadagno)con il sistema dei sedicesimi. Le società che intendono operare nella Borsa di New York devono rispettare alcuni criteri fondamentali, tra i quali:
RISPOSTA   Domanda difficile La Borsa di New York (Nyse) è nata nel 1792 e nel corso dei decenni è diventata il più grande mercato mobiliaredel mondo, dove oggi sono quotate sia le grandi, medie e piccole aziende americane, sia i principali gruppiindustriali e finanziari europei e asiatici. La presenza delle imprese non americane ha fatto registrare unanotevole impennata. Uno dei criteri fondamentali che le imprese devono rispettare per operare nella Borsa diNew York è quello della trasparenza. Le possibilità e la facilità di investimento all'interno del mercato dellaBorsa di New York sono abbastanza agevoli anche per chi opera dall'Europa. La negoziazione dei titoli vienecondotta attraverso un meccanismo d'asta tra i membri della borsa (broker), che operano sul mercato sucommissione da parte di investitori privati o istituzionali, e alcuni operatori specialisti che hanno laresponsabilità di gestire i titoli di una società quotata e che si fanno garanti della transazione (devono cioècoprire eventuali ordini inevasi per evitare forti destabilizzazioni e oscillazioni dei prezzi delle azioni). Questatipologia di mercato garantisce, in linea di massima, una maggiore stabilità e sicurezza per gli investitori ed uncorretto equilibrio tra domanda e offerta. Per aprirsi ulteriormente all'internazionalizzazione il Nyse haannunciato il graduale passaggio dal sistema dei sedicesimi a quello dei decimali per la quotazione dei titoli. Ilsistema dei decimali è adottato da tutte le altre piazze borsistiche mondiali, ma è osteggiato dai brokerstatunitensi che ritengono di avere maggior potere contrattuale (che si traduce in maggiori margini di guadagno)con il sistema dei sedicesimi. Le scelte annunciate dal Nyse per aprirsi ulteriormente all'internazionalizzazione sono:
RISPOSTA   Domanda difficile La bottega dell'orafo, così come la conosciamo oggi, nasce nel corso del XII secolo con l'abbandono deilaboratori di oreficeria all'interno dei monasteri da parte di molti maestri che decidono di trasferirsi nei centriurbani allora in formazione. Si organizzano così le prime corporazioni dell'Arte, inizialmente inscritte in quelledei fabbri, le quali, oltre a tutelare gli interessi della categoria, garantiscono il committente sui titoli, ovvero laquantità di metallo nobile contenuto nella lega. La quantità di tecniche impiegate dagli orefici medievalidimostra il grado di raffinatezza che era possibile raggiungere. Parte di tali numerosi procedimenti era retaggiodella civiltà greco-romana, altri derivavano dalla cosiddetta arte barbarica, altri ancora appartenevano allatradizione bizantina e araba. Una delle tecniche più diffuse era la fusione: il modello che poteva essere inbronzo, in legno o in cera, veniva immerso in uno strato di sabbia nella quale lasciava la sua impronta vuota, lostampo, all'interno del quale si faceva colare il metallo fuso; questo una volta raffreddato, veniva tolto dallostampo per essere ripulito dal getto di fusione e rifinito con le varie tecniche di decorazione. Con questosistema si ottenevano pochi esemplari dell'oggetto, perché lo stampo si deteriorava presto; quando invece sene dovevano realizzare molte repliche, come per esempio nel caso delle fibule, si usava uno stampo in pietra.Gli oggetti unici venivano invece creati col metodo della cera persa: al modello in cera veniva collegato unelemento a forma di imbuto, quindi si ricopriva la cera con creta e materiale refrattario impastato con acqua e silasciava asciugare il tutto. Infine l'impasto veniva scaldato in modo che la cera sciogliesse e al suo posto sicolava attraverso l'imbuto il metallo fuso. Le corporazioni dell'Arte:
RISPOSTA    La bottega dell'orafo, così come la conosciamo oggi, nasce nel corso del XII secolo con l'abbandono deilaboratori di oreficeria all'interno dei monasteri da parte di molti maestri che decidono di trasferirsi nei centriurbani allora in formazione. Si organizzano così le prime corporazioni dell'Arte, inizialmente inscritte in quelledei fabbri, le quali, oltre a tutelare gli interessi della categoria, garantiscono il committente sui titoli, ovvero laquantità di metallo nobile contenuto nella lega. La quantità di tecniche impiegate dagli orefici medievalidimostra il grado di raffinatezza che era possibile raggiungere. Parte di tali numerosi procedimenti era retaggiodella civiltà greco-romana, altri derivavano dalla cosiddetta arte barbarica, altri ancora appartenevano allatradizione bizantina e araba. Una delle tecniche più diffuse era la fusione: il modello che poteva essere inbronzo, in legno o in cera, veniva immerso in uno strato di sabbia nella quale lasciava la sua impronta vuota, lostampo, all'interno del quale si faceva colare il metallo fuso; questo una volta raffreddato, veniva tolto dallostampo per essere ripulito dal getto di fusione e rifinito con le varie tecniche di decorazione. Con questosistema si ottenevano pochi esemplari dell'oggetto, perché lo stampo si deteriorava presto; quando invece sene dovevano realizzare molte repliche, come per esempio nel caso delle fibule, si usava uno stampo in pietra.Gli oggetti unici venivano invece creati col metodo della cera persa: al modello in cera veniva collegato unelemento a forma di imbuto, quindi si ricopriva la cera con creta e materiale refrattario impastato con acqua e silasciava asciugare il tutto. Infine l'impasto veniva scaldato in modo che la cera sciogliesse e al suo posto sicolava attraverso l'imbuto il metallo fuso. La tecnica della fusione:
RISPOSTA   Domanda difficile La bottega dell'orafo, così come la conosciamo oggi, nasce nel corso del XII secolo con l'abbandono deilaboratori di oreficeria all'interno dei monasteri da parte di molti maestri che decidono di trasferirsi nei centriurbani allora in formazione. Si organizzano così le prime corporazioni dell'Arte, inizialmente inscritte in quelledei fabbri, le quali, oltre a tutelare gli interessi della categoria, garantiscono il committente sui titoli, ovvero laquantità di metallo nobile contenuto nella lega. La quantità di tecniche impiegate dagli orefici medievalidimostra il grado di raffinatezza che era possibile raggiungere. Parte di tali numerosi procedimenti era retaggiodella civiltà greco-romana, altri derivavano dalla cosiddetta arte barbarica, altri ancora appartenevano allatradizione bizantina e araba. Una delle tecniche più diffuse era la fusione: il modello che poteva essere inbronzo, in legno o in cera, veniva immerso in uno strato di sabbia nella quale lasciava la sua impronta vuota, lostampo, all'interno del quale si faceva colare il metallo fuso; questo una volta raffreddato, veniva tolto dallostampo per essere ripulito dal getto di fusione e rifinito con le varie tecniche di decorazione. Con questosistema si ottenevano pochi esemplari dell'oggetto, perché lo stampo si deteriorava presto; quando invece sene dovevano realizzare molte repliche, come per esempio nel caso delle fibule, si usava uno stampo in pietra.Gli oggetti unici venivano invece creati col metodo della cera persa: al modello in cera veniva collegato unelemento a forma di imbuto, quindi si ricopriva la cera con creta e materiale refrattario impastato con acqua e silasciava asciugare il tutto. Infine l'impasto veniva scaldato in modo che la cera sciogliesse e al suo posto sicolava attraverso l'imbuto il metallo fuso. Per creare un oggetto unico:
RISPOSTA   Domanda difficile La bottega dell'orafo, così come la conosciamo oggi, nasce nel corso del XII secolo con l'abbandono deilaboratori di oreficeria all'interno dei monasteri da parte di molti maestri che decidono di trasferirsi nei centriurbani allora in formazione. Si organizzano così le prime corporazioni dell'Arte, inizialmente inscritte in quelledei fabbri, le quali, oltre a tutelare gli interessi della categoria, garantiscono il committente sui titoli, ovvero laquantità di metallo nobile contenuto nella lega. La quantità di tecniche impiegate dagli orefici medievalidimostra il grado di raffinatezza che era possibile raggiungere. Parte di tali numerosi procedimenti era retaggiodella civiltà greco-romana, altri derivavano dalla cosiddetta arte barbarica, altri ancora appartenevano allatradizione bizantina e araba. Una delle tecniche più diffuse era la fusione: il modello che poteva essere inbronzo, in legno o in cera, veniva immerso in uno strato di sabbia nella quale lasciava la sua impronta vuota, lostampo, all'interno del quale si faceva colare il metallo fuso; questo una volta raffreddato, veniva tolto dallostampo per essere ripulito dal getto di fusione e rifinito con le varie tecniche di decorazione. Con questosistema si ottenevano pochi esemplari dell'oggetto, perché lo stampo si deteriorava presto; quando invece sene dovevano realizzare molte repliche, come per esempio nel caso delle fibule, si usava uno stampo in pietra.Gli oggetti unici venivano invece creati col metodo della cera persa: al modello in cera veniva collegato unelemento a forma di imbuto, quindi si ricopriva la cera con creta e materiale refrattario impastato con acqua e silasciava asciugare il tutto. Infine l'impasto veniva scaldato in modo che la cera sciogliesse e al suo posto sicolava attraverso l'imbuto il metallo fuso. La cera:
RISPOSTA    La bottega dell'orafo, così come la conosciamo oggi, nasce nel corso del XII secolo con l'abbandono deilaboratori di oreficeria all'interno dei monasteri da parte di molti maestri che decidono di trasferirsi nei centriurbani allora in formazione. Si organizzano così le prime corporazioni dell'Arte, inizialmente inscritte in quelledei fabbri, le quali, oltre a tutelare gli interessi della categoria, garantiscono il committente sui titoli, ovvero laquantità di metallo nobile contenuto nella lega. La quantità di tecniche impiegate dagli orefici medievalidimostra il grado di raffinatezza che era possibile raggiungere. Parte di tali numerosi procedimenti era retaggiodella civiltà greco-romana, altri derivavano dalla cosiddetta arte barbarica, altri ancora appartenevano allatradizione bizantina e araba. Una delle tecniche più diffuse era la fusione: il modello che poteva essere inbronzo, in legno o in cera, veniva immerso in uno strato di sabbia nella quale lasciava la sua impronta vuota, lostampo, all'interno del quale si faceva colare il metallo fuso; questo una volta raffreddato, veniva tolto dallostampo per essere ripulito dal getto di fusione e rifinito con le varie tecniche di decorazione. Con questosistema si ottenevano pochi esemplari dell'oggetto, perché lo stampo si deteriorava presto; quando invece sene dovevano realizzare molte repliche, come per esempio nel caso delle fibule, si usava uno stampo in pietra.Gli oggetti unici venivano invece creati col metodo della cera persa: al modello in cera veniva collegato unelemento a forma di imbuto, quindi si ricopriva la cera con creta e materiale refrattario impastato con acqua e silasciava asciugare il tutto. Infine l'impasto veniva scaldato in modo che la cera sciogliesse e al suo posto sicolava attraverso l'imbuto il metallo fuso. Prima del XII secolo, nei monasteri:
RISPOSTA   Domanda difficile La bottega dell'orafo, così come la conosciamo oggi, nasce nel corso del XII secolo con l'abbandono deilaboratori di oreficeria all'interno dei monasteri da parte di molti maestri che decidono di trasferirsi nei centriurbani allora in formazione. Si organizzano così le prime corporazioni dell'Arte, inizialmente inscritte in quelledei fabbri, le quali, oltre a tutelare gli interessi della categoria, garantiscono il committente sui titoli, ovvero laquantità di metallo nobile contenuto nella lega. La quantità di tecniche impiegate dagli orefici medievalidimostra il grado di raffinatezza che era possibile raggiungere. Parte di tali numerosi procedimenti era retaggiodella civiltà greco-romana, altri derivavano dalla cosiddetta arte barbarica, altri ancora appartenevano allatradizione bizantina e araba. Una delle tecniche più diffuse era la fusione: il modello che poteva essere inbronzo, in legno o in cera, veniva immerso in uno strato di sabbia nella quale lasciava la sua impronta vuota, lostampo, all'interno del quale si faceva colare il metallo fuso; questo una volta raffreddato, veniva tolto dallostampo per essere ripulito dal getto di fusione e rifinito con le varie tecniche di decorazione. Con questosistema si ottenevano pochi esemplari dell'oggetto, perché lo stampo si deteriorava presto; quando invece sene dovevano realizzare molte repliche, come per esempio nel caso delle fibule, si usava uno stampo in pietra.Gli oggetti unici venivano invece creati col metodo della cera persa: al modello in cera veniva collegato unelemento a forma di imbuto, quindi si ricopriva la cera con creta e materiale refrattario impastato con acqua e silasciava asciugare il tutto. Infine l'impasto veniva scaldato in modo che la cera sciogliesse e al suo posto sicolava attraverso l'imbuto il metallo fuso. Le tecniche impiegate dagli orefici medievali:
RISPOSTA    La bottega dell'orafo, così come la conosciamo oggi, nasce nel corso del XII secolo con l'abbandono deilaboratori di oreficeria all'interno dei monasteri da parte di molti maestri che decidono di trasferirsi nei centriurbani allora in formazione. Si organizzano così le prime corporazioni dell'Arte, inizialmente inscritte in quelledei fabbri, le quali, oltre a tutelare gli interessi della categoria, garantiscono il committente sui titoli, ovvero laquantità di metallo nobile contenuto nella lega. La quantità di tecniche impiegate dagli orefici medievalidimostra il grado di raffinatezza che era possibile raggiungere. Parte di tali numerosi procedimenti era retaggiodella civiltà greco-romana, altri derivavano dalla cosiddetta arte barbarica, altri ancora appartenevano allatradizione bizantina e araba. Una delle tecniche più diffuse era la fusione: il modello che poteva essere inbronzo, in legno o in cera, veniva immerso in uno strato di sabbia nella quale lasciava la sua impronta vuota, lostampo, all'interno del quale si faceva colare il metallo fuso; questo una volta raffreddato, veniva tolto dallostampo per essere ripulito dal getto di fusione e rifinito con le varie tecniche di decorazione. Con questosistema si ottenevano pochi esemplari dell'oggetto, perché lo stampo si deteriorava presto; quando invece sene dovevano realizzare molte repliche, come per esempio nel caso delle fibule, si usava uno stampo in pietra.Gli oggetti unici venivano invece creati col metodo della cera persa: al modello in cera veniva collegato unelemento a forma di imbuto, quindi si ricopriva la cera con creta e materiale refrattario impastato con acqua e silasciava asciugare il tutto. Infine l'impasto veniva scaldato in modo che la cera sciogliesse e al suo posto sicolava attraverso l'imbuto il metallo fuso. Un elemento a forma di imbuto:
RISPOSTA    La bottega dell'orafo, così come la conosciamo oggi, nasce nel corso del XII secolo con l'abbandono deilaboratori di oreficeria all'interno dei monasteri da parte di molti maestri che decidono di trasferirsi nei centriurbani allora in formazione. Si organizzano così le prime corporazioni dell'Arte, inizialmente inscritte in quelledei fabbri, le quali, oltre a tutelare gli interessi della categoria, garantiscono il committente sui titoli, ovvero laquantità di metallo nobile contenuto nella lega. La quantità di tecniche impiegate dagli orefici medievalidimostra il grado di raffinatezza che era possibile raggiungere. Parte di tali numerosi procedimenti era retaggiodella civiltà greco-romana, altri derivavano dalla cosiddetta arte barbarica, altri ancora appartenevano allatradizione bizantina e araba. Una delle tecniche più diffuse era la fusione: il modello che poteva essere inbronzo, in legno o in cera, veniva immerso in uno strato di sabbia nella quale lasciava la sua impronta vuota, lostampo, all'interno del quale si faceva colare il metallo fuso; questo una volta raffreddato, veniva tolto dallostampo per essere ripulito dal getto di fusione e rifinito con le varie tecniche di decorazione. Con questosistema si ottenevano pochi esemplari dell'oggetto, perché lo stampo si deteriorava presto; quando invece sene dovevano realizzare molte repliche, come per esempio nel caso delle fibule, si usava uno stampo in pietra.Gli oggetti unici venivano invece creati col metodo della cera persa: al modello in cera veniva collegato unelemento a forma di imbuto, quindi si ricopriva la cera con creta e materiale refrattario impastato con acqua e silasciava asciugare il tutto. Infine l'impasto veniva scaldato in modo che la cera sciogliesse e al suo posto sicolava attraverso l'imbuto il metallo fuso. Una volta raffreddato, il metallo fuso:
RISPOSTA    La capacità di memorizzare è precoce, anche se in rapporto a diversi tipi di memoria. La memoria del lattante èinizialmente di tipo procedurale, vale a dire associa sensazioni e movimenti che gli sono utili per organizzaresemplici atti motori. La memoria procedurale è molto duratura e alcuni ricordi di questo tipo non si disintegranomai (come andare in bicicletta). Le memorie "semantiche", associate ai significati, si sviluppano invece piùtardivamente e sono legate al linguaggio: queste memorie sono meno stabili. La memoria a breve termine, dettaanche "memoria di lavoro", è una sorta di lista della spesa che viene dimenticata non appena ne abbiamo fattouso. Questo tipo di memoria ha una capacità di circa sei-sette elementi di informazione che possono riguardarele cose più diverse. La memoria dichiarativa, a lungo termine, è quella alla quale affidiamo episodi della nostravita o l'apprendimento di concetti e si basa su modifiche delle trame nervose: ad esempio, sulla produzione dinuovi contatti (sinapsi) tra neuroni o sulla ristrutturazione di una rete nervosa che assume una nuovaconformazione. I ricordi sono distribuiti nei circuiti nervosi della corteccia: non esiste un'unica sede dellamemoria anche se alcuni aspetti della memoria visiva dipendono dalla corteccia visiva e alcuni aspetti dellamemoria uditiva dalla corteccia uditiva. La memoria dichiarativa:
RISPOSTA   Domanda difficile La capacità di memorizzare è precoce, anche se in rapporto a diversi tipi di memoria. La memoria del lattante èinizialmente di tipo procedurale, vale a dire associa sensazioni e movimenti che gli sono utili per organizzaresemplici atti motori. La memoria procedurale è molto duratura e alcuni ricordi di questo tipo non si disintegranomai (come andare in bicicletta). Le memorie "semantiche", associate ai significati, si sviluppano invece piùtardivamente e sono legate al linguaggio: queste memorie sono meno stabili. La memoria a breve termine, dettaanche "memoria di lavoro", è una sorta di lista della spesa che viene dimenticata non appena ne abbiamo fattouso. Questo tipo di memoria ha una capacità di circa sei-sette elementi di informazione che possono riguardarele cose più diverse. La memoria dichiarativa, a lungo termine, è quella alla quale affidiamo episodi della nostravita o l'apprendimento di concetti e si basa su modifiche delle trame nervose: ad esempio, sulla produzione dinuovi contatti (sinapsi) tra neuroni o sulla ristrutturazione di una rete nervosa che assume una nuovaconformazione. I ricordi sono distribuiti nei circuiti nervosi della corteccia: non esiste un'unica sede dellamemoria anche se alcuni aspetti della memoria visiva dipendono dalla corteccia visiva e alcuni aspetti dellamemoria uditiva dalla corteccia uditiva. Le memorie legate al linguaggio e ai significati:
RISPOSTA    La capacità di memorizzare è precoce, anche se in rapporto a diversi tipi di memoria. La memoria del lattante èinizialmente di tipo procedurale, vale a dire associa sensazioni e movimenti che gli sono utili per organizzaresemplici atti motori. La memoria procedurale è molto duratura e alcuni ricordi di questo tipo non si disintegranomai (come andare in bicicletta). Le memorie "semantiche", associate ai significati, si sviluppano invece piùtardivamente e sono legate al linguaggio: queste memorie sono meno stabili. La memoria a breve termine, dettaanche "memoria di lavoro", è una sorta di lista della spesa che viene dimenticata non appena ne abbiamo fattouso. Questo tipo di memoria ha una capacità di circa sei-sette elementi di informazione che possono riguardarele cose più diverse. La memoria dichiarativa, a lungo termine, è quella alla quale affidiamo episodi della nostravita o l'apprendimento di concetti e si basa su modifiche delle trame nervose: ad esempio, sulla produzione dinuovi contatti (sinapsi) tra neuroni o sulla ristrutturazione di una rete nervosa che assume una nuovaconformazione. I ricordi sono distribuiti nei circuiti nervosi della corteccia: non esiste un'unica sede dellamemoria anche se alcuni aspetti della memoria visiva dipendono dalla corteccia visiva e alcuni aspetti dellamemoria uditiva dalla corteccia uditiva. Ci si dimentica presto:
RISPOSTA   Domanda difficile La capacità di memorizzare è precoce, anche se in rapporto a diversi tipi di memoria. La memoria del lattante èinizialmente di tipo procedurale, vale a dire associa sensazioni e movimenti che gli sono utili per organizzaresemplici atti motori. La memoria procedurale è molto duratura e alcuni ricordi di questo tipo non si disintegranomai (come andare in bicicletta). Le memorie "semantiche", associate ai significati, si sviluppano invece piùtardivamente e sono legate al linguaggio: queste memorie sono meno stabili. La memoria a breve termine, dettaanche "memoria di lavoro", è una sorta di lista della spesa che viene dimenticata non appena ne abbiamo fattouso. Questo tipo di memoria ha una capacità di circa sei-sette elementi di informazione che possono riguardarele cose più diverse. La memoria dichiarativa, a lungo termine, è quella alla quale affidiamo episodi della nostravita o l'apprendimento di concetti e si basa su modifiche delle trame nervose: ad esempio, sulla produzione dinuovi contatti (sinapsi) tra neuroni o sulla ristrutturazione di una rete nervosa che assume una nuovaconformazione. I ricordi sono distribuiti nei circuiti nervosi della corteccia: non esiste un'unica sede dellamemoria anche se alcuni aspetti della memoria visiva dipendono dalla corteccia visiva e alcuni aspetti dellamemoria uditiva dalla corteccia uditiva. La memoria che immagazzina episodi della nostra vita:
RISPOSTA   Domanda difficile La capacità di memorizzare è precoce, anche se in rapporto a diversi tipi di memoria. La memoria del lattante èinizialmente di tipo procedurale, vale a dire associa sensazioni e movimenti che gli sono utili per organizzaresemplici atti motori. La memoria procedurale è molto duratura e alcuni ricordi di questo tipo non si disintegranomai (come andare in bicicletta). Le memorie "semantiche", associate ai significati, si sviluppano invece piùtardivamente e sono legate al linguaggio: queste memorie sono meno stabili. La memoria a breve termine, dettaanche "memoria di lavoro", è una sorta di lista della spesa che viene dimenticata non appena ne abbiamo fattouso. Questo tipo di memoria ha una capacità di circa sei-sette elementi di informazione che possono riguardarele cose più diverse. La memoria dichiarativa, a lungo termine, è quella alla quale affidiamo episodi della nostravita o l'apprendimento di concetti e si basa su modifiche delle trame nervose: ad esempio, sulla produzione dinuovi contatti (sinapsi) tra neuroni o sulla ristrutturazione di una rete nervosa che assume una nuovaconformazione. I ricordi sono distribuiti nei circuiti nervosi della corteccia: non esiste un'unica sede dellamemoria anche se alcuni aspetti della memoria visiva dipendono dalla corteccia visiva e alcuni aspetti dellamemoria uditiva dalla corteccia uditiva. La memoria di lavoro:
RISPOSTA    La capacità di memorizzare è precoce, anche se in rapporto a diversi tipi di memoria. La memoria del lattante èinizialmente di tipo procedurale, vale a dire associa sensazioni e movimenti che gli sono utili per organizzaresemplici atti motori. La memoria procedurale è molto duratura e alcuni ricordi di questo tipo non si disintegranomai (come andare in bicicletta). Le memorie "semantiche", associate ai significati, si sviluppano invece piùtardivamente e sono legate al linguaggio: queste memorie sono meno stabili. La memoria a breve termine, dettaanche "memoria di lavoro", è una sorta di lista della spesa che viene dimenticata non appena ne abbiamo fattouso. Questo tipo di memoria ha una capacità di circa sei-sette elementi di informazione che possono riguardarele cose più diverse. La memoria dichiarativa, a lungo termine, è quella alla quale affidiamo episodi della nostravita o l'apprendimento di concetti e si basa su modifiche delle trame nervose: ad esempio, sulla produzione dinuovi contatti (sinapsi) tra neuroni o sulla ristrutturazione di una rete nervosa che assume una nuovaconformazione. I ricordi sono distribuiti nei circuiti nervosi della corteccia: non esiste un'unica sede dellamemoria anche se alcuni aspetti della memoria visiva dipendono dalla corteccia visiva e alcuni aspetti dellamemoria uditiva dalla corteccia uditiva. La memoria del lattante:
RISPOSTA   Domanda difficile La capacità di memorizzare è precoce, anche se in rapporto a diversi tipi di memoria. La memoria del lattante èinizialmente di tipo procedurale, vale a dire associa sensazioni e movimenti che gli sono utili per organizzaresemplici atti motori. La memoria procedurale è molto duratura e alcuni ricordi di questo tipo non si disintegranomai (come andare in bicicletta). Le memorie "semantiche", associate ai significati, si sviluppano invece piùtardivamente e sono legate al linguaggio: queste memorie sono meno stabili. La memoria a breve termine, dettaanche "memoria di lavoro", è una sorta di lista della spesa che viene dimenticata non appena ne abbiamo fattouso. Questo tipo di memoria ha una capacità di circa sei-sette elementi di informazione che possono riguardarele cose più diverse. La memoria dichiarativa, a lungo termine, è quella alla quale affidiamo episodi della nostravita o l'apprendimento di concetti e si basa su modifiche delle trame nervose: ad esempio, sulla produzione dinuovi contatti (sinapsi) tra neuroni o sulla ristrutturazione di una rete nervosa che assume una nuovaconformazione. I ricordi sono distribuiti nei circuiti nervosi della corteccia: non esiste un'unica sede dellamemoria anche se alcuni aspetti della memoria visiva dipendono dalla corteccia visiva e alcuni aspetti dellamemoria uditiva dalla corteccia uditiva. La rete nervosa assume una nuova conformazione:
RISPOSTA    La capacità di memorizzare è precoce, anche se in rapporto a diversi tipi di memoria. La memoria del lattante èinizialmente di tipo procedurale, vale a dire associa sensazioni e movimenti che gli sono utili per organizzaresemplici atti motori. La memoria procedurale è molto duratura e alcuni ricordi di questo tipo non si disintegranomai (come andare in bicicletta). Le memorie "semantiche", associate ai significati, si sviluppano invece piùtardivamente e sono legate al linguaggio: queste memorie sono meno stabili. La memoria a breve termine, dettaanche "memoria di lavoro", è una sorta di lista della spesa che viene dimenticata non appena ne abbiamo fattouso. Questo tipo di memoria ha una capacità di circa sei-sette elementi di informazione che possono riguardarele cose più diverse. La memoria dichiarativa, a lungo termine, è quella alla quale affidiamo episodi della nostravita o l'apprendimento di concetti e si basa su modifiche delle trame nervose: ad esempio, sulla produzione dinuovi contatti (sinapsi) tra neuroni o sulla ristrutturazione di una rete nervosa che assume una nuovaconformazione. I ricordi sono distribuiti nei circuiti nervosi della corteccia: non esiste un'unica sede dellamemoria anche se alcuni aspetti della memoria visiva dipendono dalla corteccia visiva e alcuni aspetti dellamemoria uditiva dalla corteccia uditiva. I ricordi:
RISPOSTA    La Coppa di Licurgo è un vaso di vetro del quarto secolo d.C., di fattura romana, conservato al British Museumdi Londra. Ha una proprietà particolare: esposto in piena luce è verde, ma in trasparenza, quando la luce loattraversa, è di un colore rosso rubino intenso. Per fabbricare oggetti di questo tipo, gli artigiani romaniaggiungevano al vetro fuso la «porpora di Cassio», un composto a base di polvere d'oro. Modellavano il vaso elo lasciavano raffreddare. Poi lo riscaldavano di nuovo fino a 500-700 gradi e rapidamente lo immergevanonell'acqua fredda. Nella struttura amorfa del vetro si formavano minuscoli agglomerati d'oro che riflettevano laluce in modo tale da produrre la stupefacente colorazione rossa. La tecnica fu riscoperta in Europa nel XVIIsecolo e viene usata ancora oggi dai maestri vetrai di tutto il mondo che, al posto della «porpora di Cassio»,mescolano al vetro fuso una soluzione di acido tetracloroaurico. Ora, alcuni ricercatori dell'Università di Veneziahanno analizzato la composizione del vetro cangiante e hanno descritto il processo chimico responsabile delfenomeno. Gli autori della ricerca hanno esaminato il vetro con una tecnica nota come spettroscopiaMossbauer, che permette di determinare a livello atomico la struttura di alcuni materiali. Hanno scoperto chenella prima fase della lavorazione, quando il vaso prende forma, l'oro si diffonde nella matrice di vetro sottoforma di atomi ossidati che non influiscono sulle proprietà ottiche del materiale. Per questo l'oggetto, appenasolidificato, è incolore. Quando viene riscaldato per la seconda volta e poi repentinamente raffreddato, gli atomid'oro si liberano dal legame con l'ossigeno e si riuniscono a formare particelle di metallo di dimensioni variabilida 5 a 20 nanometri. Una delle particolarità della Coppa di Licurgo:
RISPOSTA   Domanda difficile La Coppa di Licurgo è un vaso di vetro del quarto secolo d.C., di fattura romana, conservato al British Museumdi Londra. Ha una proprietà particolare: esposto in piena luce è verde, ma in trasparenza, quando la luce loattraversa, è di un colore rosso rubino intenso. Per fabbricare oggetti di questo tipo, gli artigiani romaniaggiungevano al vetro fuso la «porpora di Cassio», un composto a base di polvere d'oro. Modellavano il vaso elo lasciavano raffreddare. Poi lo riscaldavano di nuovo fino a 500-700 gradi e rapidamente lo immergevanonell'acqua fredda. Nella struttura amorfa del vetro si formavano minuscoli agglomerati d'oro che riflettevano laluce in modo tale da produrre la stupefacente colorazione rossa. La tecnica fu riscoperta in Europa nel XVIIsecolo e viene usata ancora oggi dai maestri vetrai di tutto il mondo che, al posto della «porpora di Cassio»,mescolano al vetro fuso una soluzione di acido tetracloroaurico. Ora, alcuni ricercatori dell'Università di Veneziahanno analizzato la composizione del vetro cangiante e hanno descritto il processo chimico responsabile delfenomeno. Gli autori della ricerca hanno esaminato il vetro con una tecnica nota come spettroscopiaMossbauer, che permette di determinare a livello atomico la struttura di alcuni materiali. Hanno scoperto chenella prima fase della lavorazione, quando il vaso prende forma, l'oro si diffonde nella matrice di vetro sottoforma di atomi ossidati che non influiscono sulle proprietà ottiche del materiale. Per questo l'oggetto, appenasolidificato, è incolore. Quando viene riscaldato per la seconda volta e poi repentinamente raffreddato, gli atomid'oro si liberano dal legame con l'ossigeno e si riuniscono a formare particelle di metallo di dimensioni variabilida 5 a 20 nanometri. La tecnica utilizzata per la fabbricazione di vasi di questo genere:

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