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Tutte le domande del quiz : Ragionamento critico verbale

tratto da:
Comune di Napoli
Quiz - Concorsi-corso pubblici per titoli ed esami, per il reclutamento complessivo di 534 unita' di personale di ruolo con diversi profili professionali delle categorie C e D - Selezioni per LAUREATI



 Esercitati su questo Quiz 

RISPOSTA   Domanda difficile Bipedi dalle sofisticate abilità intellettive. Questa definizione potrebbe in futuro non venire di necessità riferitaall'uomo, ma anche, fatte salve le dovute proporzioni, alla gallina e agli uccelli in generale. In passato, infatti, lecapacità intellettive degli uccelli sarebbero state grossolanamente sottostimate. Basti considerare solo alcunetra le sorprendenti imprese che un pulcino può compiere non appena uscito dall'uovo. Esso è in grado diemettere per lo meno 15 diversi tipi di richiamo e costantemente impara e memorizza informazioni riguardanti ilmondo circostante, per potersene avvalere come guida al proprio comportamento. Il pulcino è in grado dimemorizzare gli eventi esterni mentre si trova ancora all'interno dell'uovo. Non appena uscito dall'uovo,apprende con sorprendente rapidità anche le caratteristiche visive della chioccia. Il fenomeno, noto comeimprinting filiale, determina lo sviluppo di un attaccamento affettivo al primo oggetto cospicuo presente nelcampo visivo dopo la schiusa. Grazie all'imprinting, il pulcino impara anche a riconoscere i propri fratelli.Nell'italiano corrente, cervello di gallina è un insulto, eppure gli studiosi di psicologia comparata hannoosservato che gli uccelli esibiscono comportamenti complessi. Nei laboratori hanno condotto esperimenti chedimostrerebbero che pulcini di pochi giorni di vita sono in grado di svolgere attività più complesse di unneonato. Il neonato umano è, da questo punto di vista, molto meno abile del pulcino, perché il pulcino ha adisposizione, immediatamente dopo la schiusa, un repertorio comportamentale che lo mette in grado disopravvivere, nutrirsi e spostarsi nel suo mondo in modo quasi completamente autonomo. Il neonato umano,invece, non trarrebbe alcun vantaggio dalla maturazione troppo precoce di abilità quali il riconoscimento dioggetti parzialmente occultati. Il pulcino è in grado di guidare il proprio comportamento:
RISPOSTA    Bipedi dalle sofisticate abilità intellettive. Questa definizione potrebbe in futuro non venire di necessità riferitaall'uomo, ma anche, fatte salve le dovute proporzioni, alla gallina e agli uccelli in generale. In passato, infatti, lecapacità intellettive degli uccelli sarebbero state grossolanamente sottostimate. Basti considerare solo alcunetra le sorprendenti imprese che un pulcino può compiere non appena uscito dall'uovo. Esso è in grado diemettere per lo meno 15 diversi tipi di richiamo e costantemente impara e memorizza informazioni riguardanti ilmondo circostante, per potersene avvalere come guida al proprio comportamento. Il pulcino è in grado dimemorizzare gli eventi esterni mentre si trova ancora all'interno dell'uovo. Non appena uscito dall'uovo,apprende con sorprendente rapidità anche le caratteristiche visive della chioccia. Il fenomeno, noto comeimprinting filiale, determina lo sviluppo di un attaccamento affettivo al primo oggetto cospicuo presente nelcampo visivo dopo la schiusa. Grazie all'imprinting, il pulcino impara anche a riconoscere i propri fratelli.Nell'italiano corrente, cervello di gallina è un insulto, eppure gli studiosi di psicologia comparata hannoosservato che gli uccelli esibiscono comportamenti complessi. Nei laboratori hanno condotto esperimenti chedimostrerebbero che pulcini di pochi giorni di vita sono in grado di svolgere attività più complesse di unneonato. Il neonato umano è, da questo punto di vista, molto meno abile del pulcino, perché il pulcino ha adisposizione, immediatamente dopo la schiusa, un repertorio comportamentale che lo mette in grado disopravvivere, nutrirsi e spostarsi nel suo mondo in modo quasi completamente autonomo. Il neonato umano,invece, non trarrebbe alcun vantaggio dalla maturazione troppo precoce di abilità quali il riconoscimento dioggetti parzialmente occultati. Un pulcino appena nato:
RISPOSTA    Bipedi dalle sofisticate abilità intellettive. Questa definizione potrebbe in futuro non venire di necessità riferitaall'uomo, ma anche, fatte salve le dovute proporzioni, alla gallina e agli uccelli in generale. In passato, infatti, lecapacità intellettive degli uccelli sarebbero state grossolanamente sottostimate. Basti considerare solo alcunetra le sorprendenti imprese che un pulcino può compiere non appena uscito dall'uovo. Esso è in grado diemettere per lo meno 15 diversi tipi di richiamo e costantemente impara e memorizza informazioni riguardanti ilmondo circostante, per potersene avvalere come guida al proprio comportamento. Il pulcino è in grado dimemorizzare gli eventi esterni mentre si trova ancora all'interno dell'uovo. Non appena uscito dall'uovo,apprende con sorprendente rapidità anche le caratteristiche visive della chioccia. Il fenomeno, noto comeimprinting filiale, determina lo sviluppo di un attaccamento affettivo al primo oggetto cospicuo presente nelcampo visivo dopo la schiusa. Grazie all'imprinting, il pulcino impara anche a riconoscere i propri fratelli.Nell'italiano corrente, cervello di gallina è un insulto, eppure gli studiosi di psicologia comparata hannoosservato che gli uccelli esibiscono comportamenti complessi. Nei laboratori hanno condotto esperimenti chedimostrerebbero che pulcini di pochi giorni di vita sono in grado di svolgere attività più complesse di unneonato. Il neonato umano è, da questo punto di vista, molto meno abile del pulcino, perché il pulcino ha adisposizione, immediatamente dopo la schiusa, un repertorio comportamentale che lo mette in grado disopravvivere, nutrirsi e spostarsi nel suo mondo in modo quasi completamente autonomo. Il neonato umano,invece, non trarrebbe alcun vantaggio dalla maturazione troppo precoce di abilità quali il riconoscimento dioggetti parzialmente occultati. Una delle caratteristiche del pulcino:
RISPOSTA   Domanda difficile Bipedi dalle sofisticate abilità intellettive. Questa definizione potrebbe in futuro non venire di necessità riferitaall'uomo, ma anche, fatte salve le dovute proporzioni, alla gallina e agli uccelli in generale. In passato, infatti, lecapacità intellettive degli uccelli sarebbero state grossolanamente sottostimate. Basti considerare solo alcunetra le sorprendenti imprese che un pulcino può compiere non appena uscito dall'uovo. Esso è in grado diemettere per lo meno 15 diversi tipi di richiamo e costantemente impara e memorizza informazioni riguardanti ilmondo circostante, per potersene avvalere come guida al proprio comportamento. Il pulcino è in grado dimemorizzare gli eventi esterni mentre si trova ancora all'interno dell'uovo. Non appena uscito dall'uovo,apprende con sorprendente rapidità anche le caratteristiche visive della chioccia. Il fenomeno, noto comeimprinting filiale, determina lo sviluppo di un attaccamento affettivo al primo oggetto cospicuo presente nelcampo visivo dopo la schiusa. Grazie all'imprinting, il pulcino impara anche a riconoscere i propri fratelli.Nell'italiano corrente, cervello di gallina è un insulto, eppure gli studiosi di psicologia comparata hannoosservato che gli uccelli esibiscono comportamenti complessi. Nei laboratori hanno condotto esperimenti chedimostrerebbero che pulcini di pochi giorni di vita sono in grado di svolgere attività più complesse di unneonato. Il neonato umano è, da questo punto di vista, molto meno abile del pulcino, perché il pulcino ha adisposizione, immediatamente dopo la schiusa, un repertorio comportamentale che lo mette in grado disopravvivere, nutrirsi e spostarsi nel suo mondo in modo quasi completamente autonomo. Il neonato umano,invece, non trarrebbe alcun vantaggio dalla maturazione troppo precoce di abilità quali il riconoscimento dioggetti parzialmente occultati. Un bambino appena nato:
RISPOSTA    Boom economico e fiasco terapeutico. E' il paradosso della nuova moda alimentare importata dagli Stati Uniti: il"cibo funzionale". Si tratta di alimenti che, arricchiti di alcune sostanze ritenute benefiche oppure privati dicomposti potenzialmente tossici, migliorerebbero, secondo le case produttrici, le funzioni dell'organismo e inparticolare il tono dell'umore e i sintomi ansioso-depressivi. E' la logica del fast food applicata alla medicina e,anche in questo caso, gli effetti suscitano preoccupazione per la salute. Le associazioni dei consumatori, sullascorta delle ricerche scientifiche sui prodotti già in vendita, esprimono grande timore. Anche la British DieteticSociety invita alla prudenza: "Non abbiamo prove dell'efficacia di tali prodotti". Intanto il mercato, grazieall'assenza in Europa di leggi specifiche, dilaga sempre più, vendendo illusioni, per altro, molto costose. Ilmercato dei cibi funzionali è in piena espansione: l'anno scorso nel mondo sono stati venduti "alimenti per lasalute" (esclusi integratori alimentari, prodotti biologici e fitoterapici) per 24 miliardi di dollari. Il Giappone è intesta, seguito da USA, Francia, Gran Bretagna e Italia. E i sondaggi incoraggiano ancora di più le vendite: il 77%dei francesi è disposto a pagare, e anche parecchio, per un cibo che fornisca un beneficio aggiuntivo. All'apicedel progresso, il cibo "normale" sembra non bastare più. Allarmante! Il "cibo funzionale":
RISPOSTA    Boom economico e fiasco terapeutico. E' il paradosso della nuova moda alimentare importata dagli Stati Uniti: il"cibo funzionale". Si tratta di alimenti che, arricchiti di alcune sostanze ritenute benefiche oppure privati dicomposti potenzialmente tossici, migliorerebbero, secondo le case produttrici, le funzioni dell'organismo e inparticolare il tono dell'umore e i sintomi ansioso-depressivi. E' la logica del fast food applicata alla medicina e,anche in questo caso, gli effetti suscitano preoccupazione per la salute. Le associazioni dei consumatori, sullascorta delle ricerche scientifiche sui prodotti già in vendita, esprimono grande timore. Anche la British DieteticSociety invita alla prudenza: "Non abbiamo prove dell'efficacia di tali prodotti". Intanto il mercato, grazieall'assenza in Europa di leggi specifiche, dilaga sempre più, vendendo illusioni, per altro, molto costose. Ilmercato dei cibi funzionali è in piena espansione: l'anno scorso nel mondo sono stati venduti "alimenti per lasalute" (esclusi integratori alimentari, prodotti biologici e fitoterapici) per 24 miliardi di dollari. Il Giappone è intesta, seguito da USA, Francia, Gran Bretagna e Italia. E i sondaggi incoraggiano ancora di più le vendite: il 77%dei francesi è disposto a pagare, e anche parecchio, per un cibo che fornisca un beneficio aggiuntivo. All'apicedel progresso, il cibo "normale" sembra non bastare più. Allarmante! Le associazioni dei consumatori:
RISPOSTA    Boom economico e fiasco terapeutico. E' il paradosso della nuova moda alimentare importata dagli Stati Uniti: il"cibo funzionale". Si tratta di alimenti che, arricchiti di alcune sostanze ritenute benefiche oppure privati dicomposti potenzialmente tossici, migliorerebbero, secondo le case produttrici, le funzioni dell'organismo e inparticolare il tono dell'umore e i sintomi ansioso-depressivi. E' la logica del fast food applicata alla medicina e,anche in questo caso, gli effetti suscitano preoccupazione per la salute. Le associazioni dei consumatori, sullascorta delle ricerche scientifiche sui prodotti già in vendita, esprimono grande timore. Anche la British DieteticSociety invita alla prudenza: "Non abbiamo prove dell'efficacia di tali prodotti". Intanto il mercato, grazieall'assenza in Europa di leggi specifiche, dilaga sempre più, vendendo illusioni, per altro, molto costose. Ilmercato dei cibi funzionali è in piena espansione: l'anno scorso nel mondo sono stati venduti "alimenti per lasalute" (esclusi integratori alimentari, prodotti biologici e fitoterapici) per 24 miliardi di dollari. Il Giappone è intesta, seguito da USA, Francia, Gran Bretagna e Italia. E i sondaggi incoraggiano ancora di più le vendite: il 77%dei francesi è disposto a pagare, e anche parecchio, per un cibo che fornisca un beneficio aggiuntivo. All'apicedel progresso, il cibo "normale" sembra non bastare più. Allarmante! Il mercato degli "alimenti per la salute":
RISPOSTA   Domanda difficile Boom economico e fiasco terapeutico. E' il paradosso della nuova moda alimentare importata dagli Stati Uniti: il"cibo funzionale". Si tratta di alimenti che, arricchiti di alcune sostanze ritenute benefiche oppure privati dicomposti potenzialmente tossici, migliorerebbero, secondo le case produttrici, le funzioni dell'organismo e inparticolare il tono dell'umore e i sintomi ansioso-depressivi. E' la logica del fast food applicata alla medicina e,anche in questo caso, gli effetti suscitano preoccupazione per la salute. Le associazioni dei consumatori, sullascorta delle ricerche scientifiche sui prodotti già in vendita, esprimono grande timore. Anche la British DieteticSociety invita alla prudenza: "Non abbiamo prove dell'efficacia di tali prodotti". Intanto il mercato, grazieall'assenza in Europa di leggi specifiche, dilaga sempre più, vendendo illusioni, per altro, molto costose. Ilmercato dei cibi funzionali è in piena espansione: l'anno scorso nel mondo sono stati venduti "alimenti per lasalute" (esclusi integratori alimentari, prodotti biologici e fitoterapici) per 24 miliardi di dollari. Il Giappone è intesta, seguito da USA, Francia, Gran Bretagna e Italia. E i sondaggi incoraggiano ancora di più le vendite: il 77%dei francesi è disposto a pagare, e anche parecchio, per un cibo che fornisca un beneficio aggiuntivo. All'apicedel progresso, il cibo "normale" sembra non bastare più. Allarmante! Secondo le case produttrici:
RISPOSTA    Boom economico e fiasco terapeutico. E' il paradosso della nuova moda alimentare importata dagli Stati Uniti: il"cibo funzionale". Si tratta di alimenti che, arricchiti di alcune sostanze ritenute benefiche oppure privati dicomposti potenzialmente tossici, migliorerebbero, secondo le case produttrici, le funzioni dell'organismo e inparticolare il tono dell'umore e i sintomi ansioso-depressivi. E' la logica del fast food applicata alla medicina e,anche in questo caso, gli effetti suscitano preoccupazione per la salute. Le associazioni dei consumatori, sullascorta delle ricerche scientifiche sui prodotti già in vendita, esprimono grande timore. Anche la British DieteticSociety invita alla prudenza: "Non abbiamo prove dell'efficacia di tali prodotti". Intanto il mercato, grazieall'assenza in Europa di leggi specifiche, dilaga sempre più, vendendo illusioni, per altro, molto costose. Ilmercato dei cibi funzionali è in piena espansione: l'anno scorso nel mondo sono stati venduti "alimenti per lasalute" (esclusi integratori alimentari, prodotti biologici e fitoterapici) per 24 miliardi di dollari. Il Giappone è intesta, seguito da USA, Francia, Gran Bretagna e Italia. E i sondaggi incoraggiano ancora di più le vendite: il 77%dei francesi è disposto a pagare, e anche parecchio, per un cibo che fornisca un beneficio aggiuntivo. All'apicedel progresso, il cibo "normale" sembra non bastare più. Allarmante! Il "cibo funzionale" migliorerebbe le funzioni dell'organismo:
RISPOSTA    Boom economico e fiasco terapeutico. E' il paradosso della nuova moda alimentare importata dagli Stati Uniti: il"cibo funzionale". Si tratta di alimenti che, arricchiti di alcune sostanze ritenute benefiche oppure privati dicomposti potenzialmente tossici, migliorerebbero, secondo le case produttrici, le funzioni dell'organismo e inparticolare il tono dell'umore e i sintomi ansioso-depressivi. E' la logica del fast food applicata alla medicina e,anche in questo caso, gli effetti suscitano preoccupazione per la salute. Le associazioni dei consumatori, sullascorta delle ricerche scientifiche sui prodotti già in vendita, esprimono grande timore. Anche la British DieteticSociety invita alla prudenza: "Non abbiamo prove dell'efficacia di tali prodotti". Intanto il mercato, grazieall'assenza in Europa di leggi specifiche, dilaga sempre più, vendendo illusioni, per altro, molto costose. Ilmercato dei cibi funzionali è in piena espansione: l'anno scorso nel mondo sono stati venduti "alimenti per lasalute" (esclusi integratori alimentari, prodotti biologici e fitoterapici) per 24 miliardi di dollari. Il Giappone è intesta, seguito da USA, Francia, Gran Bretagna e Italia. E i sondaggi incoraggiano ancora di più le vendite: il 77%dei francesi è disposto a pagare, e anche parecchio, per un cibo che fornisca un beneficio aggiuntivo. All'apicedel progresso, il cibo "normale" sembra non bastare più. Allarmante! I sondaggi:
RISPOSTA    Boom economico e fiasco terapeutico. E' il paradosso della nuova moda alimentare importata dagli Stati Uniti: il"cibo funzionale". Si tratta di alimenti che, arricchiti di alcune sostanze ritenute benefiche oppure privati dicomposti potenzialmente tossici, migliorerebbero, secondo le case produttrici, le funzioni dell'organismo e inparticolare il tono dell'umore e i sintomi ansioso-depressivi. E' la logica del fast food applicata alla medicina e,anche in questo caso, gli effetti suscitano preoccupazione per la salute. Le associazioni dei consumatori, sullascorta delle ricerche scientifiche sui prodotti già in vendita, esprimono grande timore. Anche la British DieteticSociety invita alla prudenza: "Non abbiamo prove dell'efficacia di tali prodotti". Intanto il mercato, grazieall'assenza in Europa di leggi specifiche, dilaga sempre più, vendendo illusioni, per altro, molto costose. Ilmercato dei cibi funzionali è in piena espansione: l'anno scorso nel mondo sono stati venduti "alimenti per lasalute" (esclusi integratori alimentari, prodotti biologici e fitoterapici) per 24 miliardi di dollari. Il Giappone è intesta, seguito da USA, Francia, Gran Bretagna e Italia. E i sondaggi incoraggiano ancora di più le vendite: il 77%dei francesi è disposto a pagare, e anche parecchio, per un cibo che fornisca un beneficio aggiuntivo. All'apicedel progresso, il cibo "normale" sembra non bastare più. Allarmante! Secondo il parere della British Dietetic Society:
RISPOSTA   Domanda difficile Boom economico e fiasco terapeutico. E' il paradosso della nuova moda alimentare importata dagli Stati Uniti: il"cibo funzionale". Si tratta di alimenti che, arricchiti di alcune sostanze ritenute benefiche oppure privati dicomposti potenzialmente tossici, migliorerebbero, secondo le case produttrici, le funzioni dell'organismo e inparticolare il tono dell'umore e i sintomi ansioso-depressivi. E' la logica del fast food applicata alla medicina e,anche in questo caso, gli effetti suscitano preoccupazione per la salute. Le associazioni dei consumatori, sullascorta delle ricerche scientifiche sui prodotti già in vendita, esprimono grande timore. Anche la British DieteticSociety invita alla prudenza: "Non abbiamo prove dell'efficacia di tali prodotti". Intanto il mercato, grazieall'assenza in Europa di leggi specifiche, dilaga sempre più, vendendo illusioni, per altro, molto costose. Ilmercato dei cibi funzionali è in piena espansione: l'anno scorso nel mondo sono stati venduti "alimenti per lasalute" (esclusi integratori alimentari, prodotti biologici e fitoterapici) per 24 miliardi di dollari. Il Giappone è intesta, seguito da USA, Francia, Gran Bretagna e Italia. E i sondaggi incoraggiano ancora di più le vendite: il 77%dei francesi è disposto a pagare, e anche parecchio, per un cibo che fornisca un beneficio aggiuntivo. All'apicedel progresso, il cibo "normale" sembra non bastare più. Allarmante! Le vendite del "cibo funzionale":
RISPOSTA   Domanda difficile C'è un solo vertice sul clima che conta: il summit della gente... Bruciate le speranze politiche sulla quindicesimaClimate Change Conference delle Nazioni Unite, l'avanguardia verde che si è data appuntamento a Copenhagenper l'incontro parallelo Klimaforum09, sceglie di non accantonare l'entusiasmo e di tirare dritto per la suastrada. Del resto, Kristine Holten-Anderson, l'architetto neppure trentenne che è riuscita a mettere insiemeattivisti, scienziati, artisti, 6 mila persone inclusi Naomi Klein e Vandana Shiva, lo ripete da giorni: "Sarebbemolto imbarazzante per i leader uscire dalla Cop 15 senza impegni specifici, mentre la gente comune, nellastessa città, ha escogitato soluzioni concrete".Insomma, con le temperature sotto lo zero i danesi hanno confidenza e non sarà il raggelante annuncio diridimensionare la Cop 15 a rovinare la festa. Anzi, se per gli altri il vertice sarà l'ennesimo punto di partenza, lacittà è decisa a dimostrare dove, nel frattempo e con le sue forze, è arrivata e che la città del futuro esiste già:qui, sin d'ora. Non sarà la città più felice del mondo, come l'Ocse e l'Università di Leicester si ostinano a ripeterema di certo scoppia di salute e di orgoglio: il sogno d'imporsi come la capitale ambientale d'Europa è a un soffioe per raggiungerlo, la città alza la posta: negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni inquinanti del 25 percento, oggi le taglia di un altro 20 rispetto al 2005. E fissa un traguardo che lascia indietro il resto del mondo:diventerà "carbon neutral" entro il 2025. Sarà, cioè, a emissioni zero. Lo promette "The city of Copenhagen", lacittà e i suoi abitanti - 500 mila nel comune, un milione e 200 mila includendo l'area metropolitana - cheemblematicamente firmano "Eco-Metropolis", ambizioso progetto lanciato nel 2007: nessuno a reclamarne lapaternità, perché se risultati ci sono è merito di tutti. Nemico numero uno: le emissioni di anidride carbonica. Copenaghen:
RISPOSTA    C'è un solo vertice sul clima che conta: il summit della gente... Bruciate le speranze politiche sulla quindicesimaClimate Change Conference delle Nazioni Unite, l'avanguardia verde che si è data appuntamento a Copenhagenper l'incontro parallelo Klimaforum09, sceglie di non accantonare l'entusiasmo e di tirare dritto per la suastrada. Del resto, Kristine Holten-Anderson, l'architetto neppure trentenne che è riuscita a mettere insiemeattivisti, scienziati, artisti, 6 mila persone inclusi Naomi Klein e Vandana Shiva, lo ripete da giorni: "Sarebbemolto imbarazzante per i leader uscire dalla Cop 15 senza impegni specifici, mentre la gente comune, nellastessa città, ha escogitato soluzioni concrete".Insomma, con le temperature sotto lo zero i danesi hanno confidenza e non sarà il raggelante annuncio diridimensionare la Cop 15 a rovinare la festa. Anzi, se per gli altri il vertice sarà l'ennesimo punto di partenza, lacittà è decisa a dimostrare dove, nel frattempo e con le sue forze, è arrivata e che la città del futuro esiste già:qui, sin d'ora. Non sarà la città più felice del mondo, come l'Ocse e l'Università di Leicester si ostinano a ripeterema di certo scoppia di salute e di orgoglio: il sogno d'imporsi come la capitale ambientale d'Europa è a un soffioe per raggiungerlo, la città alza la posta: negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni inquinanti del 25 percento, oggi le taglia di un altro 20 rispetto al 2005. E fissa un traguardo che lascia indietro il resto del mondo:diventerà "carbon neutral" entro il 2025. Sarà, cioè, a emissioni zero. Lo promette "The city of Copenhagen", lacittà e i suoi abitanti - 500 mila nel comune, un milione e 200 mila includendo l'area metropolitana - cheemblematicamente firmano "Eco-Metropolis", ambizioso progetto lanciato nel 2007: nessuno a reclamarne lapaternità, perché se risultati ci sono è merito di tutti. Nemico numero uno: le emissioni di anidride carbonica. La popolazione di Copenaghen:
RISPOSTA    C'è un solo vertice sul clima che conta: il summit della gente... Bruciate le speranze politiche sulla quindicesimaClimate Change Conference delle Nazioni Unite, l'avanguardia verde che si è data appuntamento a Copenhagenper l'incontro parallelo Klimaforum09, sceglie di non accantonare l'entusiasmo e di tirare dritto per la suastrada. Del resto, Kristine Holten-Anderson, l'architetto neppure trentenne che è riuscita a mettere insiemeattivisti, scienziati, artisti, 6 mila persone inclusi Naomi Klein e Vandana Shiva, lo ripete da giorni: "Sarebbemolto imbarazzante per i leader uscire dalla Cop 15 senza impegni specifici, mentre la gente comune, nellastessa città, ha escogitato soluzioni concrete".Insomma, con le temperature sotto lo zero i danesi hanno confidenza e non sarà il raggelante annuncio diridimensionare la Cop 15 a rovinare la festa. Anzi, se per gli altri il vertice sarà l'ennesimo punto di partenza, lacittà è decisa a dimostrare dove, nel frattempo e con le sue forze, è arrivata e che la città del futuro esiste già:qui, sin d'ora. Non sarà la città più felice del mondo, come l'Ocse e l'Università di Leicester si ostinano a ripeterema di certo scoppia di salute e di orgoglio: il sogno d'imporsi come la capitale ambientale d'Europa è a un soffioe per raggiungerlo, la città alza la posta: negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni inquinanti del 25 percento, oggi le taglia di un altro 20 rispetto al 2005. E fissa un traguardo che lascia indietro il resto del mondo:diventerà "carbon neutral" entro il 2025. Sarà, cioè, a emissioni zero. Lo promette "The city of Copenhagen", lacittà e i suoi abitanti - 500 mila nel comune, un milione e 200 mila includendo l'area metropolitana - cheemblematicamente firmano "Eco-Metropolis", ambizioso progetto lanciato nel 2007: nessuno a reclamarne lapaternità, perché se risultati ci sono è merito di tutti. Nemico numero uno: le emissioni di anidride carbonica. Le emissioni di anidride carbonica:
RISPOSTA    C'è un solo vertice sul clima che conta: il summit della gente... Bruciate le speranze politiche sulla quindicesimaClimate Change Conference delle Nazioni Unite, l'avanguardia verde che si è data appuntamento a Copenhagenper l'incontro parallelo Klimaforum09, sceglie di non accantonare l'entusiasmo e di tirare dritto per la suastrada. Del resto, Kristine Holten-Anderson, l'architetto neppure trentenne che è riuscita a mettere insiemeattivisti, scienziati, artisti, 6 mila persone inclusi Naomi Klein e Vandana Shiva, lo ripete da giorni: "Sarebbemolto imbarazzante per i leader uscire dalla Cop 15 senza impegni specifici, mentre la gente comune, nellastessa città, ha escogitato soluzioni concrete".Insomma, con le temperature sotto lo zero i danesi hanno confidenza e non sarà il raggelante annuncio diridimensionare la Cop 15 a rovinare la festa. Anzi, se per gli altri il vertice sarà l'ennesimo punto di partenza, lacittà è decisa a dimostrare dove, nel frattempo e con le sue forze, è arrivata e che la città del futuro esiste già:qui, sin d'ora. Non sarà la città più felice del mondo, come l'Ocse e l'Università di Leicester si ostinano a ripeterema di certo scoppia di salute e di orgoglio: il sogno d'imporsi come la capitale ambientale d'Europa è a un soffioe per raggiungerlo, la città alza la posta: negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni inquinanti del 25 percento, oggi le taglia di un altro 20 rispetto al 2005. E fissa un traguardo che lascia indietro il resto del mondo:diventerà "carbon neutral" entro il 2025. Sarà, cioè, a emissioni zero. Lo promette "The city of Copenhagen", lacittà e i suoi abitanti - 500 mila nel comune, un milione e 200 mila includendo l'area metropolitana - cheemblematicamente firmano "Eco-Metropolis", ambizioso progetto lanciato nel 2007: nessuno a reclamarne lapaternità, perché se risultati ci sono è merito di tutti. Nemico numero uno: le emissioni di anidride carbonica. "Eco-Metropolis":
RISPOSTA    C'è un solo vertice sul clima che conta: il summit della gente... Bruciate le speranze politiche sulla quindicesimaClimate Change Conference delle Nazioni Unite, l'avanguardia verde che si è data appuntamento a Copenhagenper l'incontro parallelo Klimaforum09, sceglie di non accantonare l'entusiasmo e di tirare dritto per la suastrada. Del resto, Kristine Holten-Anderson, l'architetto neppure trentenne che è riuscita a mettere insiemeattivisti, scienziati, artisti, 6 mila persone inclusi Naomi Klein e Vandana Shiva, lo ripete da giorni: "Sarebbemolto imbarazzante per i leader uscire dalla Cop 15 senza impegni specifici, mentre la gente comune, nellastessa città, ha escogitato soluzioni concrete".Insomma, con le temperature sotto lo zero i danesi hanno confidenza e non sarà il raggelante annuncio diridimensionare la Cop 15 a rovinare la festa. Anzi, se per gli altri il vertice sarà l'ennesimo punto di partenza, lacittà è decisa a dimostrare dove, nel frattempo e con le sue forze, è arrivata e che la città del futuro esiste già:qui, sin d'ora. Non sarà la città più felice del mondo, come l'Ocse e l'Università di Leicester si ostinano a ripeterema di certo scoppia di salute e di orgoglio: il sogno d'imporsi come la capitale ambientale d'Europa è a un soffioe per raggiungerlo, la città alza la posta: negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni inquinanti del 25 percento, oggi le taglia di un altro 20 rispetto al 2005. E fissa un traguardo che lascia indietro il resto del mondo:diventerà "carbon neutral" entro il 2025. Sarà, cioè, a emissioni zero. Lo promette "The city of Copenhagen", lacittà e i suoi abitanti - 500 mila nel comune, un milione e 200 mila includendo l'area metropolitana - cheemblematicamente firmano "Eco-Metropolis", ambizioso progetto lanciato nel 2007: nessuno a reclamarne lapaternità, perché se risultati ci sono è merito di tutti. Nemico numero uno: le emissioni di anidride carbonica. Kristine Holten-Anderson:
RISPOSTA    C'è un solo vertice sul clima che conta: il summit della gente... Bruciate le speranze politiche sulla quindicesimaClimate Change Conference delle Nazioni Unite, l'avanguardia verde che si è data appuntamento a Copenhagenper l'incontro parallelo Klimaforum09, sceglie di non accantonare l'entusiasmo e di tirare dritto per la suastrada. Del resto, Kristine Holten-Anderson, l'architetto neppure trentenne che è riuscita a mettere insiemeattivisti, scienziati, artisti, 6 mila persone inclusi Naomi Klein e Vandana Shiva, lo ripete da giorni: "Sarebbemolto imbarazzante per i leader uscire dalla Cop 15 senza impegni specifici, mentre la gente comune, nellastessa città, ha escogitato soluzioni concrete".Insomma, con le temperature sotto lo zero i danesi hanno confidenza e non sarà il raggelante annuncio diridimensionare la Cop 15 a rovinare la festa. Anzi, se per gli altri il vertice sarà l'ennesimo punto di partenza, lacittà è decisa a dimostrare dove, nel frattempo e con le sue forze, è arrivata e che la città del futuro esiste già:qui, sin d'ora. Non sarà la città più felice del mondo, come l'Ocse e l'Università di Leicester si ostinano a ripeterema di certo scoppia di salute e di orgoglio: il sogno d'imporsi come la capitale ambientale d'Europa è a un soffioe per raggiungerlo, la città alza la posta: negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni inquinanti del 25 percento, oggi le taglia di un altro 20 rispetto al 2005. E fissa un traguardo che lascia indietro il resto del mondo:diventerà "carbon neutral" entro il 2025. Sarà, cioè, a emissioni zero. Lo promette "The city of Copenhagen", lacittà e i suoi abitanti - 500 mila nel comune, un milione e 200 mila includendo l'area metropolitana - cheemblematicamente firmano "Eco-Metropolis", ambizioso progetto lanciato nel 2007: nessuno a reclamarne lapaternità, perché se risultati ci sono è merito di tutti. Nemico numero uno: le emissioni di anidride carbonica. I danesi:
RISPOSTA    C'è un solo vertice sul clima che conta: il summit della gente... Bruciate le speranze politiche sulla quindicesimaClimate Change Conference delle Nazioni Unite, l'avanguardia verde che si è data appuntamento a Copenhagenper l'incontro parallelo Klimaforum09, sceglie di non accantonare l'entusiasmo e di tirare dritto per la suastrada. Del resto, Kristine Holten-Anderson, l'architetto neppure trentenne che è riuscita a mettere insiemeattivisti, scienziati, artisti, 6 mila persone inclusi Naomi Klein e Vandana Shiva, lo ripete da giorni: "Sarebbemolto imbarazzante per i leader uscire dalla Cop 15 senza impegni specifici, mentre la gente comune, nellastessa città, ha escogitato soluzioni concrete".Insomma, con le temperature sotto lo zero i danesi hanno confidenza e non sarà il raggelante annuncio diridimensionare la Cop 15 a rovinare la festa. Anzi, se per gli altri il vertice sarà l'ennesimo punto di partenza, lacittà è decisa a dimostrare dove, nel frattempo e con le sue forze, è arrivata e che la città del futuro esiste già:qui, sin d'ora. Non sarà la città più felice del mondo, come l'Ocse e l'Università di Leicester si ostinano a ripeterema di certo scoppia di salute e di orgoglio: il sogno d'imporsi come la capitale ambientale d'Europa è a un soffioe per raggiungerlo, la città alza la posta: negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni inquinanti del 25 percento, oggi le taglia di un altro 20 rispetto al 2005. E fissa un traguardo che lascia indietro il resto del mondo:diventerà "carbon neutral" entro il 2025. Sarà, cioè, a emissioni zero. Lo promette "The city of Copenhagen", lacittà e i suoi abitanti - 500 mila nel comune, un milione e 200 mila includendo l'area metropolitana - cheemblematicamente firmano "Eco-Metropolis", ambizioso progetto lanciato nel 2007: nessuno a reclamarne lapaternità, perché se risultati ci sono è merito di tutti. Nemico numero uno: le emissioni di anidride carbonica. Klimaforum09:
RISPOSTA    C'è un solo vertice sul clima che conta: il summit della gente... Bruciate le speranze politiche sulla quindicesimaClimate Change Conference delle Nazioni Unite, l'avanguardia verde che si è data appuntamento a Copenhagenper l'incontro parallelo Klimaforum09, sceglie di non accantonare l'entusiasmo e di tirare dritto per la suastrada. Del resto, Kristine Holten-Anderson, l'architetto neppure trentenne che è riuscita a mettere insiemeattivisti, scienziati, artisti, 6 mila persone inclusi Naomi Klein e Vandana Shiva, lo ripete da giorni: "Sarebbemolto imbarazzante per i leader uscire dalla Cop 15 senza impegni specifici, mentre la gente comune, nellastessa città, ha escogitato soluzioni concrete".Insomma, con le temperature sotto lo zero i danesi hanno confidenza e non sarà il raggelante annuncio diridimensionare la Cop 15 a rovinare la festa. Anzi, se per gli altri il vertice sarà l'ennesimo punto di partenza, lacittà è decisa a dimostrare dove, nel frattempo e con le sue forze, è arrivata e che la città del futuro esiste già:qui, sin d'ora. Non sarà la città più felice del mondo, come l'Ocse e l'Università di Leicester si ostinano a ripeterema di certo scoppia di salute e di orgoglio: il sogno d'imporsi come la capitale ambientale d'Europa è a un soffioe per raggiungerlo, la città alza la posta: negli ultimi dieci anni ha ridotto le emissioni inquinanti del 25 percento, oggi le taglia di un altro 20 rispetto al 2005. E fissa un traguardo che lascia indietro il resto del mondo:diventerà "carbon neutral" entro il 2025. Sarà, cioè, a emissioni zero. Lo promette "The city of Copenhagen", lacittà e i suoi abitanti - 500 mila nel comune, un milione e 200 mila includendo l'area metropolitana - cheemblematicamente firmano "Eco-Metropolis", ambizioso progetto lanciato nel 2007: nessuno a reclamarne lapaternità, perché se risultati ci sono è merito di tutti. Nemico numero uno: le emissioni di anidride carbonica. La città di Copenaghen:

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