Tutte le domande del quiz : Ragionamento critico verbaletratto da:Comune di Napoli Quiz - Concorsi-corso pubblici per titoli ed esami, per il reclutamento complessivo di 534 unita' di personale di ruolo con diversi profili professionali delle categorie C e D - Selezioni per LAUREATI  Esercitati su questo Quiz  |
RISPOSTA   La fine del secolo è stata caratterizzata da una contraddizione esplosiva: da un lato il pianeta si vaglobalizzando grazie alle comunicazioni e alla tecnologia, e omologando progressivamente nei modelli diconsumo e di produzione; dall'altro si va frammentando, a seguito dell'erosione dei confini nazionali edell'emergere di strutture e istituzioni micro. L'indebolimento delle strutture intermedie, a tutti i livelli, sociali epolitici, costituisce, a detta di alcuni studiosi, un grave rischio di conflitti. Sia a livello europeo, sia a livelloitaliano, si assiste al fenomeno che viene definito con la parola "glocal", vale a dire alla coesistenza dinamicatra globale e locale, negli ambiti politico, sociale ed economico. E' questa, secondo gli studiosi, la svoltaepocale nel corso della quale si passerà dal vecchio assetto del mondo a quello nuovo. L'impatto sarà tale damettere in discussione anche gli scenari più probabili ricavati dai trend economici. La contraddizione emersa alla fine del secolo: |
| RISPOSTA   La fine del secolo è stata caratterizzata da una contraddizione esplosiva: da un lato il pianeta si vaglobalizzando grazie alle comunicazioni e alla tecnologia, e omologando progressivamente nei modelli diconsumo e di produzione; dall'altro si va frammentando, a seguito dell'erosione dei confini nazionali edell'emergere di strutture e istituzioni micro. L'indebolimento delle strutture intermedie, a tutti i livelli, sociali epolitici, costituisce, a detta di alcuni studiosi, un grave rischio di conflitti. Sia a livello europeo, sia a livelloitaliano, si assiste al fenomeno che viene definito con la parola "glocal", vale a dire alla coesistenza dinamicatra globale e locale, negli ambiti politico, sociale ed economico. E' questa, secondo gli studiosi, la svoltaepocale nel corso della quale si passerà dal vecchio assetto del mondo a quello nuovo. L'impatto sarà tale damettere in discussione anche gli scenari più probabili ricavati dai trend economici. Tra globale e locale: |
| RISPOSTA   La liberalizzazione del mercato energetico tedesco e la decisione del governo di abbandonare gradualmentel'energia nucleare, hanno spinto negli ultimi mesi sempre più aziende elettriche ad importare dall'estero grandiquantitativi di energia. I Paesi dell'Europa dell'est hanno dimostrato di essere fornitori energeticiparticolarmente convenienti e competitivi. Questi non solo sono in grado di produrre energia elettrica a costiassai inferiori a quelli delle centrali tedesche, ma in molti casi possono reagire in modo molto flessibile alfabbisogno tedesco. I vantaggi della crescente importazione di corrente elettrica straniera sono significativianche per i consumatori, che negli ultimi mesi hanno potuto constatare una riduzione del 10-20 per cento dellebollette. Il Ministro dell'Ambiente e dell'Energia lamenta, però, il fatto che gran parte della corrente importata daiPaesi dell'est sarebbe energia sporca, ovvero elettricità prodotta in impianti nucleari o a carbone i cui standardtecnici e ambientali sono del tutto inaccettabili. Proprio per questo il governo tedesco sembra intenzionato avietare per legge l'importazione di energia proveniente dai Paesi dell'ex blocco sovietico. Per le societàelettriche tedesche, tuttavia, una simile legge infrangerebbe non solo le regole del libero mercato impostedall'Unione europea, ma anche le stesse direttive dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Le societàtedesche, inoltre, sottolineano un'ulteriore contraddizione del disegno di legge: basterebbe che le societàenergetiche dell'Europa dell'est deviassero i loro flussi energetici destinati al mercato tedesco prima nelle reti diPaesi intermediari considerati sicuri, come i Paesi Scandinavi o l'Austria. Da qui l'energia verrebbe poi esportatain Germania e non sarebbe più considerata sporca. Uno dei fattori che ha spinto molte aziende elettriche tedesche ad incrementare le importazioni di energia elettrica è: |
RISPOSTA   La liberalizzazione del mercato energetico tedesco e la decisione del governo di abbandonare gradualmentel'energia nucleare, hanno spinto negli ultimi mesi sempre più aziende elettriche ad importare dall'estero grandiquantitativi di energia. I Paesi dell'Europa dell'est hanno dimostrato di essere fornitori energeticiparticolarmente convenienti e competitivi. Questi non solo sono in grado di produrre energia elettrica a costiassai inferiori a quelli delle centrali tedesche, ma in molti casi possono reagire in modo molto flessibile alfabbisogno tedesco. I vantaggi della crescente importazione di corrente elettrica straniera sono significativianche per i consumatori, che negli ultimi mesi hanno potuto constatare una riduzione del 10-20 per cento dellebollette. Il Ministro dell'Ambiente e dell'Energia lamenta, però, il fatto che gran parte della corrente importata daiPaesi dell'est sarebbe energia sporca, ovvero elettricità prodotta in impianti nucleari o a carbone i cui standardtecnici e ambientali sono del tutto inaccettabili. Proprio per questo il governo tedesco sembra intenzionato avietare per legge l'importazione di energia proveniente dai Paesi dell'ex blocco sovietico. Per le societàelettriche tedesche, tuttavia, una simile legge infrangerebbe non solo le regole del libero mercato impostedall'Unione europea, ma anche le stesse direttive dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Le societàtedesche, inoltre, sottolineano un'ulteriore contraddizione del disegno di legge: basterebbe che le societàenergetiche dell'Europa dell'est deviassero i loro flussi energetici destinati al mercato tedesco prima nelle reti diPaesi intermediari considerati sicuri, come i Paesi Scandinavi o l'Austria. Da qui l'energia verrebbe poi esportatain Germania e non sarebbe più considerata sporca. I Paesi dell'Europa dell'est, per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, hanno dimostrato di essere: |
| RISPOSTA   La liberalizzazione del mercato energetico tedesco e la decisione del governo di abbandonare gradualmentel'energia nucleare, hanno spinto negli ultimi mesi sempre più aziende elettriche ad importare dall'estero grandiquantitativi di energia. I Paesi dell'Europa dell'est hanno dimostrato di essere fornitori energeticiparticolarmente convenienti e competitivi. Questi non solo sono in grado di produrre energia elettrica a costiassai inferiori a quelli delle centrali tedesche, ma in molti casi possono reagire in modo molto flessibile alfabbisogno tedesco. I vantaggi della crescente importazione di corrente elettrica straniera sono significativianche per i consumatori, che negli ultimi mesi hanno potuto constatare una riduzione del 10-20 per cento dellebollette. Il Ministro dell'Ambiente e dell'Energia lamenta, però, il fatto che gran parte della corrente importata daiPaesi dell'est sarebbe energia sporca, ovvero elettricità prodotta in impianti nucleari o a carbone i cui standardtecnici e ambientali sono del tutto inaccettabili. Proprio per questo il governo tedesco sembra intenzionato avietare per legge l'importazione di energia proveniente dai Paesi dell'ex blocco sovietico. Per le societàelettriche tedesche, tuttavia, una simile legge infrangerebbe non solo le regole del libero mercato impostedall'Unione europea, ma anche le stesse direttive dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Le societàtedesche, inoltre, sottolineano un'ulteriore contraddizione del disegno di legge: basterebbe che le societàenergetiche dell'Europa dell'est deviassero i loro flussi energetici destinati al mercato tedesco prima nelle reti diPaesi intermediari considerati sicuri, come i Paesi Scandinavi o l'Austria. Da qui l'energia verrebbe poi esportatain Germania e non sarebbe più considerata sporca. La crescente importazione di energia elettrica: |
RISPOSTA   La liberalizzazione del mercato energetico tedesco e la decisione del governo di abbandonare gradualmentel'energia nucleare, hanno spinto negli ultimi mesi sempre più aziende elettriche ad importare dall'estero grandiquantitativi di energia. I Paesi dell'Europa dell'est hanno dimostrato di essere fornitori energeticiparticolarmente convenienti e competitivi. Questi non solo sono in grado di produrre energia elettrica a costiassai inferiori a quelli delle centrali tedesche, ma in molti casi possono reagire in modo molto flessibile alfabbisogno tedesco. I vantaggi della crescente importazione di corrente elettrica straniera sono significativianche per i consumatori, che negli ultimi mesi hanno potuto constatare una riduzione del 10-20 per cento dellebollette. Il Ministro dell'Ambiente e dell'Energia lamenta, però, il fatto che gran parte della corrente importata daiPaesi dell'est sarebbe energia sporca, ovvero elettricità prodotta in impianti nucleari o a carbone i cui standardtecnici e ambientali sono del tutto inaccettabili. Proprio per questo il governo tedesco sembra intenzionato avietare per legge l'importazione di energia proveniente dai Paesi dell'ex blocco sovietico. Per le societàelettriche tedesche, tuttavia, una simile legge infrangerebbe non solo le regole del libero mercato impostedall'Unione europea, ma anche le stesse direttive dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Le societàtedesche, inoltre, sottolineano un'ulteriore contraddizione del disegno di legge: basterebbe che le societàenergetiche dell'Europa dell'est deviassero i loro flussi energetici destinati al mercato tedesco prima nelle reti diPaesi intermediari considerati sicuri, come i Paesi Scandinavi o l'Austria. Da qui l'energia verrebbe poi esportatain Germania e non sarebbe più considerata sporca. Nei confronti dell'importazione di energia elettrica dai Paesi dell'est, ci sono state lamentele da parte: |
| RISPOSTA   La liberalizzazione del mercato energetico tedesco e la decisione del governo di abbandonare gradualmentel'energia nucleare, hanno spinto negli ultimi mesi sempre più aziende elettriche ad importare dall'estero grandiquantitativi di energia. I Paesi dell'Europa dell'est hanno dimostrato di essere fornitori energeticiparticolarmente convenienti e competitivi. Questi non solo sono in grado di produrre energia elettrica a costiassai inferiori a quelli delle centrali tedesche, ma in molti casi possono reagire in modo molto flessibile alfabbisogno tedesco. I vantaggi della crescente importazione di corrente elettrica straniera sono significativianche per i consumatori, che negli ultimi mesi hanno potuto constatare una riduzione del 10-20 per cento dellebollette. Il Ministro dell'Ambiente e dell'Energia lamenta, però, il fatto che gran parte della corrente importata daiPaesi dell'est sarebbe energia sporca, ovvero elettricità prodotta in impianti nucleari o a carbone i cui standardtecnici e ambientali sono del tutto inaccettabili. Proprio per questo il governo tedesco sembra intenzionato avietare per legge l'importazione di energia proveniente dai Paesi dell'ex blocco sovietico. Per le societàelettriche tedesche, tuttavia, una simile legge infrangerebbe non solo le regole del libero mercato impostedall'Unione europea, ma anche le stesse direttive dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Le societàtedesche, inoltre, sottolineano un'ulteriore contraddizione del disegno di legge: basterebbe che le societàenergetiche dell'Europa dell'est deviassero i loro flussi energetici destinati al mercato tedesco prima nelle reti diPaesi intermediari considerati sicuri, come i Paesi Scandinavi o l'Austria. Da qui l'energia verrebbe poi esportatain Germania e non sarebbe più considerata sporca. Perché non tutti sono d'accordo sull'importare energia dai Paesi dell'ex blocco sovietico? |
| RISPOSTA   La liberalizzazione del mercato energetico tedesco e la decisione del governo di abbandonare gradualmentel'energia nucleare, hanno spinto negli ultimi mesi sempre più aziende elettriche ad importare dall'estero grandiquantitativi di energia. I Paesi dell'Europa dell'est hanno dimostrato di essere fornitori energeticiparticolarmente convenienti e competitivi. Questi non solo sono in grado di produrre energia elettrica a costiassai inferiori a quelli delle centrali tedesche, ma in molti casi possono reagire in modo molto flessibile alfabbisogno tedesco. I vantaggi della crescente importazione di corrente elettrica straniera sono significativianche per i consumatori, che negli ultimi mesi hanno potuto constatare una riduzione del 10-20 per cento dellebollette. Il Ministro dell'Ambiente e dell'Energia lamenta, però, il fatto che gran parte della corrente importata daiPaesi dell'est sarebbe energia sporca, ovvero elettricità prodotta in impianti nucleari o a carbone i cui standardtecnici e ambientali sono del tutto inaccettabili. Proprio per questo il governo tedesco sembra intenzionato avietare per legge l'importazione di energia proveniente dai Paesi dell'ex blocco sovietico. Per le societàelettriche tedesche, tuttavia, una simile legge infrangerebbe non solo le regole del libero mercato impostedall'Unione europea, ma anche le stesse direttive dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Le societàtedesche, inoltre, sottolineano un'ulteriore contraddizione del disegno di legge: basterebbe che le societàenergetiche dell'Europa dell'est deviassero i loro flussi energetici destinati al mercato tedesco prima nelle reti diPaesi intermediari considerati sicuri, come i Paesi Scandinavi o l'Austria. Da qui l'energia verrebbe poi esportatain Germania e non sarebbe più considerata sporca. Le società elettriche tedesche ritengono che proibire l'importazione dai Paesi dell'est significherebbe: |
RISPOSTA   La liberalizzazione del mercato energetico tedesco e la decisione del governo di abbandonare gradualmentel'energia nucleare, hanno spinto negli ultimi mesi sempre più aziende elettriche ad importare dall'estero grandiquantitativi di energia. I Paesi dell'Europa dell'est hanno dimostrato di essere fornitori energeticiparticolarmente convenienti e competitivi. Questi non solo sono in grado di produrre energia elettrica a costiassai inferiori a quelli delle centrali tedesche, ma in molti casi possono reagire in modo molto flessibile alfabbisogno tedesco. I vantaggi della crescente importazione di corrente elettrica straniera sono significativianche per i consumatori, che negli ultimi mesi hanno potuto constatare una riduzione del 10-20 per cento dellebollette. Il Ministro dell'Ambiente e dell'Energia lamenta, però, il fatto che gran parte della corrente importata daiPaesi dell'est sarebbe energia sporca, ovvero elettricità prodotta in impianti nucleari o a carbone i cui standardtecnici e ambientali sono del tutto inaccettabili. Proprio per questo il governo tedesco sembra intenzionato avietare per legge l'importazione di energia proveniente dai Paesi dell'ex blocco sovietico. Per le societàelettriche tedesche, tuttavia, una simile legge infrangerebbe non solo le regole del libero mercato impostedall'Unione europea, ma anche le stesse direttive dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Le societàtedesche, inoltre, sottolineano un'ulteriore contraddizione del disegno di legge: basterebbe che le societàenergetiche dell'Europa dell'est deviassero i loro flussi energetici destinati al mercato tedesco prima nelle reti diPaesi intermediari considerati sicuri, come i Paesi Scandinavi o l'Austria. Da qui l'energia verrebbe poi esportatain Germania e non sarebbe più considerata sporca. Le società elettriche tedesche ritengono che, nel caso in cui il governo tedesco decidesse di vietare l'importazione di energia elettrica dai Paesi dell'est, questi ultimi potrebbero: |
| RISPOSTA   La liberalizzazione del mercato energetico tedesco e la decisione del governo di abbandonare gradualmentel'energia nucleare, hanno spinto negli ultimi mesi sempre più aziende elettriche ad importare dall'estero grandiquantitativi di energia. I Paesi dell'Europa dell'est hanno dimostrato di essere fornitori energeticiparticolarmente convenienti e competitivi. Questi non solo sono in grado di produrre energia elettrica a costiassai inferiori a quelli delle centrali tedesche, ma in molti casi possono reagire in modo molto flessibile alfabbisogno tedesco. I vantaggi della crescente importazione di corrente elettrica straniera sono significativianche per i consumatori, che negli ultimi mesi hanno potuto constatare una riduzione del 10-20 per cento dellebollette. Il Ministro dell'Ambiente e dell'Energia lamenta, però, il fatto che gran parte della corrente importata daiPaesi dell'est sarebbe energia sporca, ovvero elettricità prodotta in impianti nucleari o a carbone i cui standardtecnici e ambientali sono del tutto inaccettabili. Proprio per questo il governo tedesco sembra intenzionato avietare per legge l'importazione di energia proveniente dai Paesi dell'ex blocco sovietico. Per le societàelettriche tedesche, tuttavia, una simile legge infrangerebbe non solo le regole del libero mercato impostedall'Unione europea, ma anche le stesse direttive dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Le societàtedesche, inoltre, sottolineano un'ulteriore contraddizione del disegno di legge: basterebbe che le societàenergetiche dell'Europa dell'est deviassero i loro flussi energetici destinati al mercato tedesco prima nelle reti diPaesi intermediari considerati sicuri, come i Paesi Scandinavi o l'Austria. Da qui l'energia verrebbe poi esportatain Germania e non sarebbe più considerata sporca. Quale decisione ha preso il governo tedesco nei confronti del nucleare? |
| RISPOSTA   La maggior parte delle campagne di pubblicità on-line sono di tipo "brand", hanno cioè come obiettivoprincipale lo sviluppo della notorietà del nome e del logo dell'azienda o di un suo prodotto. Solo una parte dellacomunicazione è invece orientata a presentare motivazioni tali da indurre l'utente a visitare il sito e quindi acliccare sul messaggio pubblicitario. Andrebbe meglio riconsiderata la caratteristica unica della comunicazionesulla Rete e cioè l'interattività con l'utente; in particolare la possibilità che sia possibile cliccare su unmessaggio commerciale per poi approfondire e sviluppare il suo contatto con l'azienda ed i suoi prodotti permezzo del sito che si è andati a visitare. Succede invece di vedere strategie di comunicazione basateesclusivamente sull'esposizione del logo dell'azienda, come se bastasse questo a stimolare gli interessidell'utente. Innanzitutto gli utenti di Internet sono meno fedeli nel tempo. Inoltre il brand on-line non puòlimitarsi a proporre valori legati ad emozioni, come avviene nella comunicazione off-line, ma deve presentarecontenuti di servizio ed informativi che gli consentano di essere individuato come il brand migliore. E se lapubblicità tradizionale porta gli utenti dalla comunicazione verso l'azienda, la pubblicità on-line deve spingerel'utente verso il sito, al quale è poi demandato il compito di portare l'utente verso l'azienda. L'obiettivo specificodi sviluppare visite attraverso le campagne on-line, è inoltre alla base del crescente interesse da parte di chiinveste in pubblicità di trovare nuovi modelli di prezzo correlati ai risultati generati dall'attività di comunicazione.Si stanno quindi diffondendo con una certa rapidità le pianificazioni on-line sul modello CPC (cost per click),legate cioè al numero di visite generate, oppure basate sui risultati in termini di iscrizioni generate o addiritturadi vendite effettuate. Le campagne pubblicitarie on-line dovrebbero: |
| RISPOSTA   La maggior parte delle campagne di pubblicità on-line sono di tipo "brand", hanno cioè come obiettivoprincipale lo sviluppo della notorietà del nome e del logo dell'azienda o di un suo prodotto. Solo una parte dellacomunicazione è invece orientata a presentare motivazioni tali da indurre l'utente a visitare il sito e quindi acliccare sul messaggio pubblicitario. Andrebbe meglio riconsiderata la caratteristica unica della comunicazionesulla Rete e cioè l'interattività con l'utente; in particolare la possibilità che sia possibile cliccare su unmessaggio commerciale per poi approfondire e sviluppare il suo contatto con l'azienda ed i suoi prodotti permezzo del sito che si è andati a visitare. Succede invece di vedere strategie di comunicazione basateesclusivamente sull'esposizione del logo dell'azienda, come se bastasse questo a stimolare gli interessidell'utente. Innanzitutto gli utenti di Internet sono meno fedeli nel tempo. Inoltre il brand on-line non puòlimitarsi a proporre valori legati ad emozioni, come avviene nella comunicazione off-line, ma deve presentarecontenuti di servizio ed informativi che gli consentano di essere individuato come il brand migliore. E se lapubblicità tradizionale porta gli utenti dalla comunicazione verso l'azienda, la pubblicità on-line deve spingerel'utente verso il sito, al quale è poi demandato il compito di portare l'utente verso l'azienda. L'obiettivo specificodi sviluppare visite attraverso le campagne on-line, è inoltre alla base del crescente interesse da parte di chiinveste in pubblicità di trovare nuovi modelli di prezzo correlati ai risultati generati dall'attività di comunicazione.Si stanno quindi diffondendo con una certa rapidità le pianificazioni on-line sul modello CPC (cost per click),legate cioè al numero di visite generate, oppure basate sui risultati in termini di iscrizioni generate o addiritturadi vendite effettuate. La pubblicità on-line: |
| RISPOSTA   La maggior parte delle campagne di pubblicità on-line sono di tipo "brand", hanno cioè come obiettivoprincipale lo sviluppo della notorietà del nome e del logo dell'azienda o di un suo prodotto. Solo una parte dellacomunicazione è invece orientata a presentare motivazioni tali da indurre l'utente a visitare il sito e quindi acliccare sul messaggio pubblicitario. Andrebbe meglio riconsiderata la caratteristica unica della comunicazionesulla Rete e cioè l'interattività con l'utente; in particolare la possibilità che sia possibile cliccare su unmessaggio commerciale per poi approfondire e sviluppare il suo contatto con l'azienda ed i suoi prodotti permezzo del sito che si è andati a visitare. Succede invece di vedere strategie di comunicazione basateesclusivamente sull'esposizione del logo dell'azienda, come se bastasse questo a stimolare gli interessidell'utente. Innanzitutto gli utenti di Internet sono meno fedeli nel tempo. Inoltre il brand on-line non puòlimitarsi a proporre valori legati ad emozioni, come avviene nella comunicazione off-line, ma deve presentarecontenuti di servizio ed informativi che gli consentano di essere individuato come il brand migliore. E se lapubblicità tradizionale porta gli utenti dalla comunicazione verso l'azienda, la pubblicità on-line deve spingerel'utente verso il sito, al quale è poi demandato il compito di portare l'utente verso l'azienda. L'obiettivo specificodi sviluppare visite attraverso le campagne on-line, è inoltre alla base del crescente interesse da parte di chiinveste in pubblicità di trovare nuovi modelli di prezzo correlati ai risultati generati dall'attività di comunicazione.Si stanno quindi diffondendo con una certa rapidità le pianificazioni on-line sul modello CPC (cost per click),legate cioè al numero di visite generate, oppure basate sui risultati in termini di iscrizioni generate o addiritturadi vendite effettuate. I modelli di prezzo della pubblicità on-line sono orientati a cambiare: |
| RISPOSTA   La maggior parte delle campagne di pubblicità on-line sono di tipo "brand", hanno cioè come obiettivoprincipale lo sviluppo della notorietà del nome e del logo dell'azienda o di un suo prodotto. Solo una parte dellacomunicazione è invece orientata a presentare motivazioni tali da indurre l'utente a visitare il sito e quindi acliccare sul messaggio pubblicitario. Andrebbe meglio riconsiderata la caratteristica unica della comunicazionesulla Rete e cioè l'interattività con l'utente; in particolare la possibilità che sia possibile cliccare su unmessaggio commerciale per poi approfondire e sviluppare il suo contatto con l'azienda ed i suoi prodotti permezzo del sito che si è andati a visitare. Succede invece di vedere strategie di comunicazione basateesclusivamente sull'esposizione del logo dell'azienda, come se bastasse questo a stimolare gli interessidell'utente. Innanzitutto gli utenti di Internet sono meno fedeli nel tempo. Inoltre il brand on-line non puòlimitarsi a proporre valori legati ad emozioni, come avviene nella comunicazione off-line, ma deve presentarecontenuti di servizio ed informativi che gli consentano di essere individuato come il brand migliore. E se lapubblicità tradizionale porta gli utenti dalla comunicazione verso l'azienda, la pubblicità on-line deve spingerel'utente verso il sito, al quale è poi demandato il compito di portare l'utente verso l'azienda. L'obiettivo specificodi sviluppare visite attraverso le campagne on-line, è inoltre alla base del crescente interesse da parte di chiinveste in pubblicità di trovare nuovi modelli di prezzo correlati ai risultati generati dall'attività di comunicazione.Si stanno quindi diffondendo con una certa rapidità le pianificazioni on-line sul modello CPC (cost per click),legate cioè al numero di visite generate, oppure basate sui risultati in termini di iscrizioni generate o addiritturadi vendite effettuate. Gli utenti di Internet: |
RISPOSTA   La maggior parte delle campagne di pubblicità on-line sono di tipo "brand", hanno cioè come obiettivoprincipale lo sviluppo della notorietà del nome e del logo dell'azienda o di un suo prodotto. Solo una parte dellacomunicazione è invece orientata a presentare motivazioni tali da indurre l'utente a visitare il sito e quindi acliccare sul messaggio pubblicitario. Andrebbe meglio riconsiderata la caratteristica unica della comunicazionesulla Rete e cioè l'interattività con l'utente; in particolare la possibilità che sia possibile cliccare su unmessaggio commerciale per poi approfondire e sviluppare il suo contatto con l'azienda ed i suoi prodotti permezzo del sito che si è andati a visitare. Succede invece di vedere strategie di comunicazione basateesclusivamente sull'esposizione del logo dell'azienda, come se bastasse questo a stimolare gli interessidell'utente. Innanzitutto gli utenti di Internet sono meno fedeli nel tempo. Inoltre il brand on-line non puòlimitarsi a proporre valori legati ad emozioni, come avviene nella comunicazione off-line, ma deve presentarecontenuti di servizio ed informativi che gli consentano di essere individuato come il brand migliore. E se lapubblicità tradizionale porta gli utenti dalla comunicazione verso l'azienda, la pubblicità on-line deve spingerel'utente verso il sito, al quale è poi demandato il compito di portare l'utente verso l'azienda. L'obiettivo specificodi sviluppare visite attraverso le campagne on-line, è inoltre alla base del crescente interesse da parte di chiinveste in pubblicità di trovare nuovi modelli di prezzo correlati ai risultati generati dall'attività di comunicazione.Si stanno quindi diffondendo con una certa rapidità le pianificazioni on-line sul modello CPC (cost per click),legate cioè al numero di visite generate, oppure basate sui risultati in termini di iscrizioni generate o addiritturadi vendite effettuate. Il brand migliore, per essere riconosciuto come tale deve: |
| RISPOSTA   La maggior parte delle campagne di pubblicità on-line sono di tipo "brand", hanno cioè come obiettivoprincipale lo sviluppo della notorietà del nome e del logo dell'azienda o di un suo prodotto. Solo una parte dellacomunicazione è invece orientata a presentare motivazioni tali da indurre l'utente a visitare il sito e quindi acliccare sul messaggio pubblicitario. Andrebbe meglio riconsiderata la caratteristica unica della comunicazionesulla Rete e cioè l'interattività con l'utente; in particolare la possibilità che sia possibile cliccare su unmessaggio commerciale per poi approfondire e sviluppare il suo contatto con l'azienda ed i suoi prodotti permezzo del sito che si è andati a visitare. Succede invece di vedere strategie di comunicazione basateesclusivamente sull'esposizione del logo dell'azienda, come se bastasse questo a stimolare gli interessidell'utente. Innanzitutto gli utenti di Internet sono meno fedeli nel tempo. Inoltre il brand on-line non puòlimitarsi a proporre valori legati ad emozioni, come avviene nella comunicazione off-line, ma deve presentarecontenuti di servizio ed informativi che gli consentano di essere individuato come il brand migliore. E se lapubblicità tradizionale porta gli utenti dalla comunicazione verso l'azienda, la pubblicità on-line deve spingerel'utente verso il sito, al quale è poi demandato il compito di portare l'utente verso l'azienda. L'obiettivo specificodi sviluppare visite attraverso le campagne on-line, è inoltre alla base del crescente interesse da parte di chiinveste in pubblicità di trovare nuovi modelli di prezzo correlati ai risultati generati dall'attività di comunicazione.Si stanno quindi diffondendo con una certa rapidità le pianificazioni on-line sul modello CPC (cost per click),legate cioè al numero di visite generate, oppure basate sui risultati in termini di iscrizioni generate o addiritturadi vendite effettuate. L'interattività con l'utente: |
| RISPOSTA   La maggior parte delle campagne di pubblicità on-line sono di tipo "brand", hanno cioè come obiettivoprincipale lo sviluppo della notorietà del nome e del logo dell'azienda o di un suo prodotto. Solo una parte dellacomunicazione è invece orientata a presentare motivazioni tali da indurre l'utente a visitare il sito e quindi acliccare sul messaggio pubblicitario. Andrebbe meglio riconsiderata la caratteristica unica della comunicazionesulla Rete e cioè l'interattività con l'utente; in particolare la possibilità che sia possibile cliccare su unmessaggio commerciale per poi approfondire e sviluppare il suo contatto con l'azienda ed i suoi prodotti permezzo del sito che si è andati a visitare. Succede invece di vedere strategie di comunicazione basateesclusivamente sull'esposizione del logo dell'azienda, come se bastasse questo a stimolare gli interessidell'utente. Innanzitutto gli utenti di Internet sono meno fedeli nel tempo. Inoltre il brand on-line non puòlimitarsi a proporre valori legati ad emozioni, come avviene nella comunicazione off-line, ma deve presentarecontenuti di servizio ed informativi che gli consentano di essere individuato come il brand migliore. E se lapubblicità tradizionale porta gli utenti dalla comunicazione verso l'azienda, la pubblicità on-line deve spingerel'utente verso il sito, al quale è poi demandato il compito di portare l'utente verso l'azienda. L'obiettivo specificodi sviluppare visite attraverso le campagne on-line, è inoltre alla base del crescente interesse da parte di chiinveste in pubblicità di trovare nuovi modelli di prezzo correlati ai risultati generati dall'attività di comunicazione.Si stanno quindi diffondendo con una certa rapidità le pianificazioni on-line sul modello CPC (cost per click),legate cioè al numero di visite generate, oppure basate sui risultati in termini di iscrizioni generate o addiritturadi vendite effettuate. Attualmente, la comunicazione pubblicitaria sulla Rete: |
| RISPOSTA   La maggior parte delle campagne di pubblicità on-line sono di tipo "brand", hanno cioè come obiettivoprincipale lo sviluppo della notorietà del nome e del logo dell'azienda o di un suo prodotto. Solo una parte dellacomunicazione è invece orientata a presentare motivazioni tali da indurre l'utente a visitare il sito e quindi acliccare sul messaggio pubblicitario. Andrebbe meglio riconsiderata la caratteristica unica della comunicazionesulla Rete e cioè l'interattività con l'utente; in particolare la possibilità che sia possibile cliccare su unmessaggio commerciale per poi approfondire e sviluppare il suo contatto con l'azienda ed i suoi prodotti permezzo del sito che si è andati a visitare. Succede invece di vedere strategie di comunicazione basateesclusivamente sull'esposizione del logo dell'azienda, come se bastasse questo a stimolare gli interessidell'utente. Innanzitutto gli utenti di Internet sono meno fedeli nel tempo. Inoltre il brand on-line non puòlimitarsi a proporre valori legati ad emozioni, come avviene nella comunicazione off-line, ma deve presentarecontenuti di servizio ed informativi che gli consentano di essere individuato come il brand migliore. E se lapubblicità tradizionale porta gli utenti dalla comunicazione verso l'azienda, la pubblicità on-line deve spingerel'utente verso il sito, al quale è poi demandato il compito di portare l'utente verso l'azienda. L'obiettivo specificodi sviluppare visite attraverso le campagne on-line, è inoltre alla base del crescente interesse da parte di chiinveste in pubblicità di trovare nuovi modelli di prezzo correlati ai risultati generati dall'attività di comunicazione.Si stanno quindi diffondendo con una certa rapidità le pianificazioni on-line sul modello CPC (cost per click),legate cioè al numero di visite generate, oppure basate sui risultati in termini di iscrizioni generate o addiritturadi vendite effettuate. Rispetto alla pubblicità tradizionale, la pubblicità on-line: |
| RISPOSTA   La possibilità che il trading online offre di operare velocemente sulle principali Borse via Internet ha creato unnuovo tipo di investitore: il "day-trader". Sono persone che comprano e vendono pacchetti azionari in un giorno,a volte concludendo l'operazione di compravendita in poche ore. Guadagnano investendo in quei mercati doveci sono forti oscillazioni nei prezzi dei titoli e ricavando profitto nel modo più classico: comprano ad un prezzo erivendono quando il titolo è salito. Il mercato ad alta volatilità che più risponde alle esigenze dei "day-trader" èquello del Nasdaq, la Borsa americana dei titoli high-tech. E' chiaro però che per poter guadagnare sulleoscillazioni di un titolo in una giornata, bisogna avere gli strumenti necessari per monitorare la situazione intempo reale. Di solito l'istituto bancario che eroga il servizio di trading online fornisce anche alcune possibilitàper poter analizzare il mercato, ma spesso non sono sufficienti. Esistono molti siti che forniscono, gratis o apagamento, notizie e dati. Da siti a pagamento si possono, invece, scaricare software che aiutano il "day-trader"nelle operazioni di compravendita segnalando perfino, con emissioni sonore, quando il titolo sotto osservazioneha raggiunto un prezzo critico oppure ottimale. La nascita di un nuovo tipo di investitore, il "day-trader", si è verificata nel momento in cui: |
| RISPOSTA   La possibilità che il trading online offre di operare velocemente sulle principali Borse via Internet ha creato unnuovo tipo di investitore: il "day-trader". Sono persone che comprano e vendono pacchetti azionari in un giorno,a volte concludendo l'operazione di compravendita in poche ore. Guadagnano investendo in quei mercati doveci sono forti oscillazioni nei prezzi dei titoli e ricavando profitto nel modo più classico: comprano ad un prezzo erivendono quando il titolo è salito. Il mercato ad alta volatilità che più risponde alle esigenze dei "day-trader" èquello del Nasdaq, la Borsa americana dei titoli high-tech. E' chiaro però che per poter guadagnare sulleoscillazioni di un titolo in una giornata, bisogna avere gli strumenti necessari per monitorare la situazione intempo reale. Di solito l'istituto bancario che eroga il servizio di trading online fornisce anche alcune possibilitàper poter analizzare il mercato, ma spesso non sono sufficienti. Esistono molti siti che forniscono, gratis o apagamento, notizie e dati. Da siti a pagamento si possono, invece, scaricare software che aiutano il "day-trader"nelle operazioni di compravendita segnalando perfino, con emissioni sonore, quando il titolo sotto osservazioneha raggiunto un prezzo critico oppure ottimale. I titoli sui quali investono i "day-trader" sono: |
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La fine del secolo è stata caratterizzata da una contraddizione esplosiva: da un lato il pianeta si vaglobalizzando grazie alle comunicazioni e alla tecnologia, e omologando progressivamente nei modelli diconsumo e di produzione; dall'altro si va frammentando, a seguito dell'erosione dei confini nazionali edell'emergere di strutture e istituzioni micro. L'indebolimento delle strutture intermedie, a tutti i livelli, sociali epolitici, costituisce, a detta di alcuni studiosi, un grave rischio di conflitti. Sia a livello europeo, sia a livelloitaliano, si assiste al fenomeno che viene definito con la parola "glocal", vale a dire alla coesistenza dinamicatra globale e locale, negli ambiti politico, sociale ed economico. E' questa, secondo gli studiosi, la svoltaepocale nel corso della quale si passerà dal vecchio assetto del mondo a quello nuovo. L'impatto sarà tale damettere in discussione anche gli scenari più probabili ricavati dai trend economici. La contraddizione emersa alla fine del secolo: