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Tutte le domande del quiz : Ragionamento critico verbale

tratto da:
Comune di Napoli
Quiz - Concorsi-corso pubblici per titoli ed esami, per il reclutamento complessivo di 534 unita' di personale di ruolo con diversi profili professionali delle categorie C e D - Selezioni per LAUREATI



 Esercitati su questo Quiz 

RISPOSTA   Domanda difficile La Coppa di Licurgo è un vaso di vetro del quarto secolo d.C., di fattura romana, conservato al British Museumdi Londra. Ha una proprietà particolare: esposto in piena luce è verde, ma in trasparenza, quando la luce loattraversa, è di un colore rosso rubino intenso. Per fabbricare oggetti di questo tipo, gli artigiani romaniaggiungevano al vetro fuso la «porpora di Cassio», un composto a base di polvere d'oro. Modellavano il vaso elo lasciavano raffreddare. Poi lo riscaldavano di nuovo fino a 500-700 gradi e rapidamente lo immergevanonell'acqua fredda. Nella struttura amorfa del vetro si formavano minuscoli agglomerati d'oro che riflettevano laluce in modo tale da produrre la stupefacente colorazione rossa. La tecnica fu riscoperta in Europa nel XVIIsecolo e viene usata ancora oggi dai maestri vetrai di tutto il mondo che, al posto della «porpora di Cassio»,mescolano al vetro fuso una soluzione di acido tetracloroaurico. Ora, alcuni ricercatori dell'Università di Veneziahanno analizzato la composizione del vetro cangiante e hanno descritto il processo chimico responsabile delfenomeno. Gli autori della ricerca hanno esaminato il vetro con una tecnica nota come spettroscopiaMossbauer, che permette di determinare a livello atomico la struttura di alcuni materiali. Hanno scoperto chenella prima fase della lavorazione, quando il vaso prende forma, l'oro si diffonde nella matrice di vetro sottoforma di atomi ossidati che non influiscono sulle proprietà ottiche del materiale. Per questo l'oggetto, appenasolidificato, è incolore. Quando viene riscaldato per la seconda volta e poi repentinamente raffreddato, gli atomid'oro si liberano dal legame con l'ossigeno e si riuniscono a formare particelle di metallo di dimensioni variabilida 5 a 20 nanometri. Alcuni ricercatori hanno descritto la composizione di questo vetro:
RISPOSTA   Domanda difficile La Coppa di Licurgo è un vaso di vetro del quarto secolo d.C., di fattura romana, conservato al British Museumdi Londra. Ha una proprietà particolare: esposto in piena luce è verde, ma in trasparenza, quando la luce loattraversa, è di un colore rosso rubino intenso. Per fabbricare oggetti di questo tipo, gli artigiani romaniaggiungevano al vetro fuso la «porpora di Cassio», un composto a base di polvere d'oro. Modellavano il vaso elo lasciavano raffreddare. Poi lo riscaldavano di nuovo fino a 500-700 gradi e rapidamente lo immergevanonell'acqua fredda. Nella struttura amorfa del vetro si formavano minuscoli agglomerati d'oro che riflettevano laluce in modo tale da produrre la stupefacente colorazione rossa. La tecnica fu riscoperta in Europa nel XVIIsecolo e viene usata ancora oggi dai maestri vetrai di tutto il mondo che, al posto della «porpora di Cassio»,mescolano al vetro fuso una soluzione di acido tetracloroaurico. Ora, alcuni ricercatori dell'Università di Veneziahanno analizzato la composizione del vetro cangiante e hanno descritto il processo chimico responsabile delfenomeno. Gli autori della ricerca hanno esaminato il vetro con una tecnica nota come spettroscopiaMossbauer, che permette di determinare a livello atomico la struttura di alcuni materiali. Hanno scoperto chenella prima fase della lavorazione, quando il vaso prende forma, l'oro si diffonde nella matrice di vetro sottoforma di atomi ossidati che non influiscono sulle proprietà ottiche del materiale. Per questo l'oggetto, appenasolidificato, è incolore. Quando viene riscaldato per la seconda volta e poi repentinamente raffreddato, gli atomid'oro si liberano dal legame con l'ossigeno e si riuniscono a formare particelle di metallo di dimensioni variabilida 5 a 20 nanometri. Oggi, i maestri vetrai di tutto il mondo:
RISPOSTA    La Coppa di Licurgo è un vaso di vetro del quarto secolo d.C., di fattura romana, conservato al British Museumdi Londra. Ha una proprietà particolare: esposto in piena luce è verde, ma in trasparenza, quando la luce loattraversa, è di un colore rosso rubino intenso. Per fabbricare oggetti di questo tipo, gli artigiani romaniaggiungevano al vetro fuso la «porpora di Cassio», un composto a base di polvere d'oro. Modellavano il vaso elo lasciavano raffreddare. Poi lo riscaldavano di nuovo fino a 500-700 gradi e rapidamente lo immergevanonell'acqua fredda. Nella struttura amorfa del vetro si formavano minuscoli agglomerati d'oro che riflettevano laluce in modo tale da produrre la stupefacente colorazione rossa. La tecnica fu riscoperta in Europa nel XVIIsecolo e viene usata ancora oggi dai maestri vetrai di tutto il mondo che, al posto della «porpora di Cassio»,mescolano al vetro fuso una soluzione di acido tetracloroaurico. Ora, alcuni ricercatori dell'Università di Veneziahanno analizzato la composizione del vetro cangiante e hanno descritto il processo chimico responsabile delfenomeno. Gli autori della ricerca hanno esaminato il vetro con una tecnica nota come spettroscopiaMossbauer, che permette di determinare a livello atomico la struttura di alcuni materiali. Hanno scoperto chenella prima fase della lavorazione, quando il vaso prende forma, l'oro si diffonde nella matrice di vetro sottoforma di atomi ossidati che non influiscono sulle proprietà ottiche del materiale. Per questo l'oggetto, appenasolidificato, è incolore. Quando viene riscaldato per la seconda volta e poi repentinamente raffreddato, gli atomid'oro si liberano dal legame con l'ossigeno e si riuniscono a formare particelle di metallo di dimensioni variabilida 5 a 20 nanometri. La colorazione rossa della Coppa di Licurgo:
RISPOSTA   Domanda difficile La Coppa di Licurgo è un vaso di vetro del quarto secolo d.C., di fattura romana, conservato al British Museumdi Londra. Ha una proprietà particolare: esposto in piena luce è verde, ma in trasparenza, quando la luce loattraversa, è di un colore rosso rubino intenso. Per fabbricare oggetti di questo tipo, gli artigiani romaniaggiungevano al vetro fuso la «porpora di Cassio», un composto a base di polvere d'oro. Modellavano il vaso elo lasciavano raffreddare. Poi lo riscaldavano di nuovo fino a 500-700 gradi e rapidamente lo immergevanonell'acqua fredda. Nella struttura amorfa del vetro si formavano minuscoli agglomerati d'oro che riflettevano laluce in modo tale da produrre la stupefacente colorazione rossa. La tecnica fu riscoperta in Europa nel XVIIsecolo e viene usata ancora oggi dai maestri vetrai di tutto il mondo che, al posto della «porpora di Cassio»,mescolano al vetro fuso una soluzione di acido tetracloroaurico. Ora, alcuni ricercatori dell'Università di Veneziahanno analizzato la composizione del vetro cangiante e hanno descritto il processo chimico responsabile delfenomeno. Gli autori della ricerca hanno esaminato il vetro con una tecnica nota come spettroscopiaMossbauer, che permette di determinare a livello atomico la struttura di alcuni materiali. Hanno scoperto chenella prima fase della lavorazione, quando il vaso prende forma, l'oro si diffonde nella matrice di vetro sottoforma di atomi ossidati che non influiscono sulle proprietà ottiche del materiale. Per questo l'oggetto, appenasolidificato, è incolore. Quando viene riscaldato per la seconda volta e poi repentinamente raffreddato, gli atomid'oro si liberano dal legame con l'ossigeno e si riuniscono a formare particelle di metallo di dimensioni variabilida 5 a 20 nanometri. La tecnica utilizzata per esaminare il vetro della Coppa di Licurgo:
RISPOSTA    La Coppa di Licurgo è un vaso di vetro del quarto secolo d.C., di fattura romana, conservato al British Museumdi Londra. Ha una proprietà particolare: esposto in piena luce è verde, ma in trasparenza, quando la luce loattraversa, è di un colore rosso rubino intenso. Per fabbricare oggetti di questo tipo, gli artigiani romaniaggiungevano al vetro fuso la «porpora di Cassio», un composto a base di polvere d'oro. Modellavano il vaso elo lasciavano raffreddare. Poi lo riscaldavano di nuovo fino a 500-700 gradi e rapidamente lo immergevanonell'acqua fredda. Nella struttura amorfa del vetro si formavano minuscoli agglomerati d'oro che riflettevano laluce in modo tale da produrre la stupefacente colorazione rossa. La tecnica fu riscoperta in Europa nel XVIIsecolo e viene usata ancora oggi dai maestri vetrai di tutto il mondo che, al posto della «porpora di Cassio»,mescolano al vetro fuso una soluzione di acido tetracloroaurico. Ora, alcuni ricercatori dell'Università di Veneziahanno analizzato la composizione del vetro cangiante e hanno descritto il processo chimico responsabile delfenomeno. Gli autori della ricerca hanno esaminato il vetro con una tecnica nota come spettroscopiaMossbauer, che permette di determinare a livello atomico la struttura di alcuni materiali. Hanno scoperto chenella prima fase della lavorazione, quando il vaso prende forma, l'oro si diffonde nella matrice di vetro sottoforma di atomi ossidati che non influiscono sulle proprietà ottiche del materiale. Per questo l'oggetto, appenasolidificato, è incolore. Quando viene riscaldato per la seconda volta e poi repentinamente raffreddato, gli atomid'oro si liberano dal legame con l'ossigeno e si riuniscono a formare particelle di metallo di dimensioni variabilida 5 a 20 nanometri. Per la fabbricazione di questi oggetti, i romani:
RISPOSTA   Domanda difficile La Coppa di Licurgo è un vaso di vetro del quarto secolo d.C., di fattura romana, conservato al British Museumdi Londra. Ha una proprietà particolare: esposto in piena luce è verde, ma in trasparenza, quando la luce loattraversa, è di un colore rosso rubino intenso. Per fabbricare oggetti di questo tipo, gli artigiani romaniaggiungevano al vetro fuso la «porpora di Cassio», un composto a base di polvere d'oro. Modellavano il vaso elo lasciavano raffreddare. Poi lo riscaldavano di nuovo fino a 500-700 gradi e rapidamente lo immergevanonell'acqua fredda. Nella struttura amorfa del vetro si formavano minuscoli agglomerati d'oro che riflettevano laluce in modo tale da produrre la stupefacente colorazione rossa. La tecnica fu riscoperta in Europa nel XVIIsecolo e viene usata ancora oggi dai maestri vetrai di tutto il mondo che, al posto della «porpora di Cassio»,mescolano al vetro fuso una soluzione di acido tetracloroaurico. Ora, alcuni ricercatori dell'Università di Veneziahanno analizzato la composizione del vetro cangiante e hanno descritto il processo chimico responsabile delfenomeno. Gli autori della ricerca hanno esaminato il vetro con una tecnica nota come spettroscopiaMossbauer, che permette di determinare a livello atomico la struttura di alcuni materiali. Hanno scoperto chenella prima fase della lavorazione, quando il vaso prende forma, l'oro si diffonde nella matrice di vetro sottoforma di atomi ossidati che non influiscono sulle proprietà ottiche del materiale. Per questo l'oggetto, appenasolidificato, è incolore. Quando viene riscaldato per la seconda volta e poi repentinamente raffreddato, gli atomid'oro si liberano dal legame con l'ossigeno e si riuniscono a formare particelle di metallo di dimensioni variabilida 5 a 20 nanometri. Attraverso l'utilizzo della spettroscopia:
RISPOSTA    La figura di riferimento del mercato IT è quella del progettista di software applicativo, seguita dal tecnico di retilocali. Le altre specializzazioni si distribuiscono in modo abbastanza uniforme tra le risorse umane rimanenti.Nelle aziende medie e grandi, oltre alle figure già citate, si evidenziano figure come lo specialista di sistemi webe di sistemi di rete. Gli addetti delle aziende informatiche sono in media molto giovani (il 92% non ha ancoracompiuto 45 anni) e forniti di elevati livelli di scolarità: circa il 70% dei dipendenti è in possesso di diploma discuola media superiore (i laureati sono il 29%). Il settore informatico oltre ad essere caratterizzato da una largapresenza di aziende sorte negli ultimi cinque anni, è anche cresciuto in aree di business nuovissime, attraendonuove professionalità e giovani addetti. Emerge pertanto una bassa anzianità di lavoro negli addetti: appenasuperiore a 3 anni tra i dipendenti e di circa due anni tra i collaboratori coordinati e continuativi. Questo poneforti problemi di turn over alle aziende, soprattutto per le figure più richieste dal mercato. La formazione vienepromossa in quasi l'80% di tutte le piccole aziende informatiche e questo è un tratto caratteristico rispetto allepiccole imprese degli altri settori. Addirittura il 52,4% fa formazione continua, ed anche la formazione almomento dell'ingresso in azienda rappresenta un passaggio irrinunciabile per il 41,5%. Nelle grandi e medieimprese la leva formativa assume un ruolo centrale. Le attività di business delle imprese sono lo svilupposoftware per il 42,5% e la consulenza IT nel 17,6%, seguono la fornitura di servizi di outsourcing (7,4%),l'installazione e manutenzione di apparati software ed hardware (5,4%) l'installazione e manutenzione di retilocali (4,1%). Lo specialista di sistemi di rete:
RISPOSTA   Domanda difficile La figura di riferimento del mercato IT è quella del progettista di software applicativo, seguita dal tecnico di retilocali. Le altre specializzazioni si distribuiscono in modo abbastanza uniforme tra le risorse umane rimanenti.Nelle aziende medie e grandi, oltre alle figure già citate, si evidenziano figure come lo specialista di sistemi webe di sistemi di rete. Gli addetti delle aziende informatiche sono in media molto giovani (il 92% non ha ancoracompiuto 45 anni) e forniti di elevati livelli di scolarità: circa il 70% dei dipendenti è in possesso di diploma discuola media superiore (i laureati sono il 29%). Il settore informatico oltre ad essere caratterizzato da una largapresenza di aziende sorte negli ultimi cinque anni, è anche cresciuto in aree di business nuovissime, attraendonuove professionalità e giovani addetti. Emerge pertanto una bassa anzianità di lavoro negli addetti: appenasuperiore a 3 anni tra i dipendenti e di circa due anni tra i collaboratori coordinati e continuativi. Questo poneforti problemi di turn over alle aziende, soprattutto per le figure più richieste dal mercato. La formazione vienepromossa in quasi l'80% di tutte le piccole aziende informatiche e questo è un tratto caratteristico rispetto allepiccole imprese degli altri settori. Addirittura il 52,4% fa formazione continua, ed anche la formazione almomento dell'ingresso in azienda rappresenta un passaggio irrinunciabile per il 41,5%. Nelle grandi e medieimprese la leva formativa assume un ruolo centrale. Le attività di business delle imprese sono lo svilupposoftware per il 42,5% e la consulenza IT nel 17,6%, seguono la fornitura di servizi di outsourcing (7,4%),l'installazione e manutenzione di apparati software ed hardware (5,4%) l'installazione e manutenzione di retilocali (4,1%). Gli addetti delle aziende informatiche sono:
RISPOSTA    La figura di riferimento del mercato IT è quella del progettista di software applicativo, seguita dal tecnico di retilocali. Le altre specializzazioni si distribuiscono in modo abbastanza uniforme tra le risorse umane rimanenti.Nelle aziende medie e grandi, oltre alle figure già citate, si evidenziano figure come lo specialista di sistemi webe di sistemi di rete. Gli addetti delle aziende informatiche sono in media molto giovani (il 92% non ha ancoracompiuto 45 anni) e forniti di elevati livelli di scolarità: circa il 70% dei dipendenti è in possesso di diploma discuola media superiore (i laureati sono il 29%). Il settore informatico oltre ad essere caratterizzato da una largapresenza di aziende sorte negli ultimi cinque anni, è anche cresciuto in aree di business nuovissime, attraendonuove professionalità e giovani addetti. Emerge pertanto una bassa anzianità di lavoro negli addetti: appenasuperiore a 3 anni tra i dipendenti e di circa due anni tra i collaboratori coordinati e continuativi. Questo poneforti problemi di turn over alle aziende, soprattutto per le figure più richieste dal mercato. La formazione vienepromossa in quasi l'80% di tutte le piccole aziende informatiche e questo è un tratto caratteristico rispetto allepiccole imprese degli altri settori. Addirittura il 52,4% fa formazione continua, ed anche la formazione almomento dell'ingresso in azienda rappresenta un passaggio irrinunciabile per il 41,5%. Nelle grandi e medieimprese la leva formativa assume un ruolo centrale. Le attività di business delle imprese sono lo svilupposoftware per il 42,5% e la consulenza IT nel 17,6%, seguono la fornitura di servizi di outsourcing (7,4%),l'installazione e manutenzione di apparati software ed hardware (5,4%) l'installazione e manutenzione di retilocali (4,1%). La formazione:
RISPOSTA    La figura di riferimento del mercato IT è quella del progettista di software applicativo, seguita dal tecnico di retilocali. Le altre specializzazioni si distribuiscono in modo abbastanza uniforme tra le risorse umane rimanenti.Nelle aziende medie e grandi, oltre alle figure già citate, si evidenziano figure come lo specialista di sistemi webe di sistemi di rete. Gli addetti delle aziende informatiche sono in media molto giovani (il 92% non ha ancoracompiuto 45 anni) e forniti di elevati livelli di scolarità: circa il 70% dei dipendenti è in possesso di diploma discuola media superiore (i laureati sono il 29%). Il settore informatico oltre ad essere caratterizzato da una largapresenza di aziende sorte negli ultimi cinque anni, è anche cresciuto in aree di business nuovissime, attraendonuove professionalità e giovani addetti. Emerge pertanto una bassa anzianità di lavoro negli addetti: appenasuperiore a 3 anni tra i dipendenti e di circa due anni tra i collaboratori coordinati e continuativi. Questo poneforti problemi di turn over alle aziende, soprattutto per le figure più richieste dal mercato. La formazione vienepromossa in quasi l'80% di tutte le piccole aziende informatiche e questo è un tratto caratteristico rispetto allepiccole imprese degli altri settori. Addirittura il 52,4% fa formazione continua, ed anche la formazione almomento dell'ingresso in azienda rappresenta un passaggio irrinunciabile per il 41,5%. Nelle grandi e medieimprese la leva formativa assume un ruolo centrale. Le attività di business delle imprese sono lo svilupposoftware per il 42,5% e la consulenza IT nel 17,6%, seguono la fornitura di servizi di outsourcing (7,4%),l'installazione e manutenzione di apparati software ed hardware (5,4%) l'installazione e manutenzione di retilocali (4,1%). Le imprese del settore informatico:
RISPOSTA   Domanda difficile La figura di riferimento del mercato IT è quella del progettista di software applicativo, seguita dal tecnico di retilocali. Le altre specializzazioni si distribuiscono in modo abbastanza uniforme tra le risorse umane rimanenti.Nelle aziende medie e grandi, oltre alle figure già citate, si evidenziano figure come lo specialista di sistemi webe di sistemi di rete. Gli addetti delle aziende informatiche sono in media molto giovani (il 92% non ha ancoracompiuto 45 anni) e forniti di elevati livelli di scolarità: circa il 70% dei dipendenti è in possesso di diploma discuola media superiore (i laureati sono il 29%). Il settore informatico oltre ad essere caratterizzato da una largapresenza di aziende sorte negli ultimi cinque anni, è anche cresciuto in aree di business nuovissime, attraendonuove professionalità e giovani addetti. Emerge pertanto una bassa anzianità di lavoro negli addetti: appenasuperiore a 3 anni tra i dipendenti e di circa due anni tra i collaboratori coordinati e continuativi. Questo poneforti problemi di turn over alle aziende, soprattutto per le figure più richieste dal mercato. La formazione vienepromossa in quasi l'80% di tutte le piccole aziende informatiche e questo è un tratto caratteristico rispetto allepiccole imprese degli altri settori. Addirittura il 52,4% fa formazione continua, ed anche la formazione almomento dell'ingresso in azienda rappresenta un passaggio irrinunciabile per il 41,5%. Nelle grandi e medieimprese la leva formativa assume un ruolo centrale. Le attività di business delle imprese sono lo svilupposoftware per il 42,5% e la consulenza IT nel 17,6%, seguono la fornitura di servizi di outsourcing (7,4%),l'installazione e manutenzione di apparati software ed hardware (5,4%) l'installazione e manutenzione di retilocali (4,1%). Gli addetti dipendenti:
RISPOSTA    La figura di riferimento del mercato IT è quella del progettista di software applicativo, seguita dal tecnico di retilocali. Le altre specializzazioni si distribuiscono in modo abbastanza uniforme tra le risorse umane rimanenti.Nelle aziende medie e grandi, oltre alle figure già citate, si evidenziano figure come lo specialista di sistemi webe di sistemi di rete. Gli addetti delle aziende informatiche sono in media molto giovani (il 92% non ha ancoracompiuto 45 anni) e forniti di elevati livelli di scolarità: circa il 70% dei dipendenti è in possesso di diploma discuola media superiore (i laureati sono il 29%). Il settore informatico oltre ad essere caratterizzato da una largapresenza di aziende sorte negli ultimi cinque anni, è anche cresciuto in aree di business nuovissime, attraendonuove professionalità e giovani addetti. Emerge pertanto una bassa anzianità di lavoro negli addetti: appenasuperiore a 3 anni tra i dipendenti e di circa due anni tra i collaboratori coordinati e continuativi. Questo poneforti problemi di turn over alle aziende, soprattutto per le figure più richieste dal mercato. La formazione vienepromossa in quasi l'80% di tutte le piccole aziende informatiche e questo è un tratto caratteristico rispetto allepiccole imprese degli altri settori. Addirittura il 52,4% fa formazione continua, ed anche la formazione almomento dell'ingresso in azienda rappresenta un passaggio irrinunciabile per il 41,5%. Nelle grandi e medieimprese la leva formativa assume un ruolo centrale. Le attività di business delle imprese sono lo svilupposoftware per il 42,5% e la consulenza IT nel 17,6%, seguono la fornitura di servizi di outsourcing (7,4%),l'installazione e manutenzione di apparati software ed hardware (5,4%) l'installazione e manutenzione di retilocali (4,1%). Le aziende sorte negli ultimi cinque anni:
RISPOSTA    La figura di riferimento del mercato IT è quella del progettista di software applicativo, seguita dal tecnico di retilocali. Le altre specializzazioni si distribuiscono in modo abbastanza uniforme tra le risorse umane rimanenti.Nelle aziende medie e grandi, oltre alle figure già citate, si evidenziano figure come lo specialista di sistemi webe di sistemi di rete. Gli addetti delle aziende informatiche sono in media molto giovani (il 92% non ha ancoracompiuto 45 anni) e forniti di elevati livelli di scolarità: circa il 70% dei dipendenti è in possesso di diploma discuola media superiore (i laureati sono il 29%). Il settore informatico oltre ad essere caratterizzato da una largapresenza di aziende sorte negli ultimi cinque anni, è anche cresciuto in aree di business nuovissime, attraendonuove professionalità e giovani addetti. Emerge pertanto una bassa anzianità di lavoro negli addetti: appenasuperiore a 3 anni tra i dipendenti e di circa due anni tra i collaboratori coordinati e continuativi. Questo poneforti problemi di turn over alle aziende, soprattutto per le figure più richieste dal mercato. La formazione vienepromossa in quasi l'80% di tutte le piccole aziende informatiche e questo è un tratto caratteristico rispetto allepiccole imprese degli altri settori. Addirittura il 52,4% fa formazione continua, ed anche la formazione almomento dell'ingresso in azienda rappresenta un passaggio irrinunciabile per il 41,5%. Nelle grandi e medieimprese la leva formativa assume un ruolo centrale. Le attività di business delle imprese sono lo svilupposoftware per il 42,5% e la consulenza IT nel 17,6%, seguono la fornitura di servizi di outsourcing (7,4%),l'installazione e manutenzione di apparati software ed hardware (5,4%) l'installazione e manutenzione di retilocali (4,1%). Nelle grandi e medie imprese:
RISPOSTA   Domanda difficile La figura di riferimento del mercato IT è quella del progettista di software applicativo, seguita dal tecnico di retilocali. Le altre specializzazioni si distribuiscono in modo abbastanza uniforme tra le risorse umane rimanenti.Nelle aziende medie e grandi, oltre alle figure già citate, si evidenziano figure come lo specialista di sistemi webe di sistemi di rete. Gli addetti delle aziende informatiche sono in media molto giovani (il 92% non ha ancoracompiuto 45 anni) e forniti di elevati livelli di scolarità: circa il 70% dei dipendenti è in possesso di diploma discuola media superiore (i laureati sono il 29%). Il settore informatico oltre ad essere caratterizzato da una largapresenza di aziende sorte negli ultimi cinque anni, è anche cresciuto in aree di business nuovissime, attraendonuove professionalità e giovani addetti. Emerge pertanto una bassa anzianità di lavoro negli addetti: appenasuperiore a 3 anni tra i dipendenti e di circa due anni tra i collaboratori coordinati e continuativi. Questo poneforti problemi di turn over alle aziende, soprattutto per le figure più richieste dal mercato. La formazione vienepromossa in quasi l'80% di tutte le piccole aziende informatiche e questo è un tratto caratteristico rispetto allepiccole imprese degli altri settori. Addirittura il 52,4% fa formazione continua, ed anche la formazione almomento dell'ingresso in azienda rappresenta un passaggio irrinunciabile per il 41,5%. Nelle grandi e medieimprese la leva formativa assume un ruolo centrale. Le attività di business delle imprese sono lo svilupposoftware per il 42,5% e la consulenza IT nel 17,6%, seguono la fornitura di servizi di outsourcing (7,4%),l'installazione e manutenzione di apparati software ed hardware (5,4%) l'installazione e manutenzione di retilocali (4,1%). Lo sviluppo software:
RISPOSTA    La fine del secolo è stata caratterizzata da una contraddizione esplosiva: da un lato il pianeta si vaglobalizzando grazie alle comunicazioni e alla tecnologia, e omologando progressivamente nei modelli diconsumo e di produzione; dall'altro si va frammentando, a seguito dell'erosione dei confini nazionali edell'emergere di strutture e istituzioni micro. L'indebolimento delle strutture intermedie, a tutti i livelli, sociali epolitici, costituisce, a detta di alcuni studiosi, un grave rischio di conflitti. Sia a livello europeo, sia a livelloitaliano, si assiste al fenomeno che viene definito con la parola "glocal", vale a dire alla coesistenza dinamicatra globale e locale, negli ambiti politico, sociale ed economico. E' questa, secondo gli studiosi, la svoltaepocale nel corso della quale si passerà dal vecchio assetto del mondo a quello nuovo. L'impatto sarà tale damettere in discussione anche gli scenari più probabili ricavati dai trend economici. Secondo alcuni studiosi, l'indebolimento delle strutture intermedie che si sta verificando nella nostra epoca:
RISPOSTA   Domanda di media difficoltà La fine del secolo è stata caratterizzata da una contraddizione esplosiva: da un lato il pianeta si vaglobalizzando grazie alle comunicazioni e alla tecnologia, e omologando progressivamente nei modelli diconsumo e di produzione; dall'altro si va frammentando, a seguito dell'erosione dei confini nazionali edell'emergere di strutture e istituzioni micro. L'indebolimento delle strutture intermedie, a tutti i livelli, sociali epolitici, costituisce, a detta di alcuni studiosi, un grave rischio di conflitti. Sia a livello europeo, sia a livelloitaliano, si assiste al fenomeno che viene definito con la parola "glocal", vale a dire alla coesistenza dinamicatra globale e locale, negli ambiti politico, sociale ed economico. E' questa, secondo gli studiosi, la svoltaepocale nel corso della quale si passerà dal vecchio assetto del mondo a quello nuovo. L'impatto sarà tale damettere in discussione anche gli scenari più probabili ricavati dai trend economici. La fine del secolo è stata caratterizzata:
RISPOSTA    La fine del secolo è stata caratterizzata da una contraddizione esplosiva: da un lato il pianeta si vaglobalizzando grazie alle comunicazioni e alla tecnologia, e omologando progressivamente nei modelli diconsumo e di produzione; dall'altro si va frammentando, a seguito dell'erosione dei confini nazionali edell'emergere di strutture e istituzioni micro. L'indebolimento delle strutture intermedie, a tutti i livelli, sociali epolitici, costituisce, a detta di alcuni studiosi, un grave rischio di conflitti. Sia a livello europeo, sia a livelloitaliano, si assiste al fenomeno che viene definito con la parola "glocal", vale a dire alla coesistenza dinamicatra globale e locale, negli ambiti politico, sociale ed economico. E' questa, secondo gli studiosi, la svoltaepocale nel corso della quale si passerà dal vecchio assetto del mondo a quello nuovo. L'impatto sarà tale damettere in discussione anche gli scenari più probabili ricavati dai trend economici. Nella nostra epoca il pianeta si va frammentando:
RISPOSTA    La fine del secolo è stata caratterizzata da una contraddizione esplosiva: da un lato il pianeta si vaglobalizzando grazie alle comunicazioni e alla tecnologia, e omologando progressivamente nei modelli diconsumo e di produzione; dall'altro si va frammentando, a seguito dell'erosione dei confini nazionali edell'emergere di strutture e istituzioni micro. L'indebolimento delle strutture intermedie, a tutti i livelli, sociali epolitici, costituisce, a detta di alcuni studiosi, un grave rischio di conflitti. Sia a livello europeo, sia a livelloitaliano, si assiste al fenomeno che viene definito con la parola "glocal", vale a dire alla coesistenza dinamicatra globale e locale, negli ambiti politico, sociale ed economico. E' questa, secondo gli studiosi, la svoltaepocale nel corso della quale si passerà dal vecchio assetto del mondo a quello nuovo. L'impatto sarà tale damettere in discussione anche gli scenari più probabili ricavati dai trend economici. Secondo gli studiosi, iI fenomeno definito con la parola "glocal":
RISPOSTA    La fine del secolo è stata caratterizzata da una contraddizione esplosiva: da un lato il pianeta si vaglobalizzando grazie alle comunicazioni e alla tecnologia, e omologando progressivamente nei modelli diconsumo e di produzione; dall'altro si va frammentando, a seguito dell'erosione dei confini nazionali edell'emergere di strutture e istituzioni micro. L'indebolimento delle strutture intermedie, a tutti i livelli, sociali epolitici, costituisce, a detta di alcuni studiosi, un grave rischio di conflitti. Sia a livello europeo, sia a livelloitaliano, si assiste al fenomeno che viene definito con la parola "glocal", vale a dire alla coesistenza dinamicatra globale e locale, negli ambiti politico, sociale ed economico. E' questa, secondo gli studiosi, la svoltaepocale nel corso della quale si passerà dal vecchio assetto del mondo a quello nuovo. L'impatto sarà tale damettere in discussione anche gli scenari più probabili ricavati dai trend economici. I modelli di consumo e di produzione:
RISPOSTA    La fine del secolo è stata caratterizzata da una contraddizione esplosiva: da un lato il pianeta si vaglobalizzando grazie alle comunicazioni e alla tecnologia, e omologando progressivamente nei modelli diconsumo e di produzione; dall'altro si va frammentando, a seguito dell'erosione dei confini nazionali edell'emergere di strutture e istituzioni micro. L'indebolimento delle strutture intermedie, a tutti i livelli, sociali epolitici, costituisce, a detta di alcuni studiosi, un grave rischio di conflitti. Sia a livello europeo, sia a livelloitaliano, si assiste al fenomeno che viene definito con la parola "glocal", vale a dire alla coesistenza dinamicatra globale e locale, negli ambiti politico, sociale ed economico. E' questa, secondo gli studiosi, la svoltaepocale nel corso della quale si passerà dal vecchio assetto del mondo a quello nuovo. L'impatto sarà tale damettere in discussione anche gli scenari più probabili ricavati dai trend economici. La svolta epocale segnata dal fenomeno del "glocal":

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